parole soffocate!

bambini gasati
Dove le parole non arrivano

La disperazione di una mamma tra i corpi dei bambini siriani gasati da Assad

massimo gramellini

Vi chiediamo scusa per l’intrusione. È estate, i tempi sono già abbastanza duri e da un giornale si pretende, giustamente, un alito di speranza. Ma la speranza si nutre di consapevolezza e invece intorno a noi avvengono cose che ci rimbalzano addosso. Abbiamo imparato a difenderci dalle parole: svuotandole, rendendole innocue. Solo le immagini hanno ancora il potere di svegliarci. Sbattendoci in faccia la vita in ogni sua espressione, anche inaccettabile, tanto da non potere più fare finta che non esista o che non ci riguardi.

Ieri, durante la riunione del mattino, al giornale è planata la notizia che, secondo l’opposizione, le truppe di Assad avevano compiuto una strage nei sobborghi di Damasco utilizzando gas nervino. Cento, duecento, mille caduti. Il collega degli Esteri riportava l’incerta contabilità senza suscitare reazioni particolari: atrofizzata in una statistica, la morte di massa non fa scalpore. Poi sono arrivate le foto e il clima è cambiato. I numeri sono diventati volti. E corpi, serrati dentro i lenzuoli. L’assenza di ferite d’arma da fuoco, quindi di sangue, rendeva i cadaveri quasi metafisici: sembravano angeli, specie i bambini.

Il governo siriano nega l’uso dei gas, che le immagini parrebbero invece suggerire. Ma al di là di ogni interpretazione o speculazione di parte, le foto di quei bimbi, e di quelle madri, sono lì per ricordarci che qualcosa di indicibile sta avvenendo da troppo tempo a non troppa distanza da noi. Qualcosa che si è inghiottito anche il nostro inviato Domenico Quirico, che era andato lì per raccontarlo. Prenderne finalmente coscienza è un esercizio doloroso, ma forse non del tutto vano.

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i 10 inganni di Berlusconi

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Ci sono almeno dieci buoni motivi per dimostrare che Berlusconi non è uno statista che ha a cuore il bene del Paese, ma solo un condannato che cerca di evitare la condanna.
1. Ha cercato in tutti i modi di ostacolare il corso del processo Mediaset, proprio come ha fatto con altri suoi processi. È del tutto discutibile che il suo possa definirsi il normale esercizio del diritto di difesa.
2. Prima, durante, e dopo il processo ha tentato di far delegittimare i giudici che lo hanno condannato attraverso i suoi media.
3. Prima dell’udienza in Cassazione e dopo di essa ha letteralmente fatto prendere di mira il presidente del suo collegio per delegittimarlo. Il Giornale, che ha fatto campagne durissime contro i pentiti, improvvisamente è diventato il ricettacolo di testimoni che ricordano brandelli di conversazioni con il giudice Antonio Esposito, tutte contro Berlusconi.
4. Berlusconi si considera l’unico cittadino italiano che può sottrarsi alle leggi e alle sentenze. Quello che vale per tutti, per lui non vale. I magistrati non si devono occupare di lui, se lo fanno non devono condannarlo, se lo condannano vuol dire solo che hanno un pregiudizio contro di lui.
5. Leggi ad personam, lodi, salvacondotti, amnistie, indulti, grazia. Tutto fuorché quello che vale per ogni altro cittadino, rispettare le leggi.
6. Legge Severino sull’incandidabilità dei condannati. Finché si applica agli sfigati, Berlusconi tace. Se invece tocca lui allora diventa un vero problema e va sabotata.
7. Elezioni. I tempi non sono decisi in base agli interessi del Paese, ma solo ed esclusivamente di Berlusconi.
8. Costituzione. Per Berlusconi è carta straccia.
9. Riforma della giustizia. Si fa solo se Berlusconi ne ha urgente bisogno per i suoi processi, altrimenti il mito diventa governare per cinque anni per finire una legislatura. E della giustizia non si ricorda più nessuno.
10.Dal primo agosto, quando Silvio è stato condannato, non ha mai ricordato agli italiani che dopo Mediaset ci sono ben altri processi che lo coinvolgono (Ruby, De Gregorio, Lavitola). La sua, ormai, è una ricorsa al sotterfugio. Perfino quando lascia intendere che vorrebbe la grazia, intavola un tira e molla con il Quirinale non ammettendo mai le sue responsabilità.
Alla fine l’unico dato di fatto è il seguente. La crisi incombe, ma il Paese è lì, fermo, in attesa di sapere che succederà a Berlusconi.

Da milella.blogautore.repubblica.it

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discriminazione in nave

 

 

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Giovane cieca discriminata in nave, perchè accompagnata dal suo cane.

 

Valona-Brindisi: un viaggio da dimenticare per una ragazza di 24 anni di origine albanese, ma residente in Italia da circa 10 anni

. Kedrit Shalari è una ragazza non vedente che in compagnia del suo cane guida, Vera, aveva deciso di intraprendere il viaggio a bordo di un traghetto della compagnia European Ferries ma non si aspettava di ricevere un’accoglienza poco piacevole tanto da essere allontanata dalle aree riservate ai passeggeri e anche dal ristorante di bordo.

Motivo? Il cane! La giovane cieca ha subito vere e proprie minacce: “ Se non te ne vai buttiamo a mare te e il tuo cane”, costringendola a rimanere isolata per più di due ore sul pontile della motonave. La Feder F I D A è pronta ad appoggiare la giovane, assicurandole i legali e il sostegno nella battaglia .

Nuove norme regolano la presenza di cani in luoghi pubblici senza divieti alcuni, figuriamoci se il cane è indispensabile per motivi più che validi e seri. L’unica strada da percorrere è quella giudiziaria, visto che la strada del cuore e della coscienza è quasi sempre piena di ostacoli, con l’auspicio che giustizia sia fatta quanto prima.

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