cosa pensa la ndrangheta di papa Francesco

Papa Francesco piace alla gente ma non alla ‘ndrangheta

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per l’azione di pulizia e di recupero di una dimensione di maggiore povertà evangelica nella chiesa e in Vaticano in particolare che papa Francesco sta facendo, sembra che la ndrangheta non lo veda di buon occhio, anzi, se potesse lo farebbe anche fuori! parola di giudice!

“Papa Francesco sta facendo innervosire la mafia finanziaria […]. Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero. E di certo ci stanno già riflettendo”, l’allarme è stato lanciato dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri in un’intervista a Il Fatto Quotidiano “Questo Papa – spiega al quotidiano – è sulla strada giusta. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile. E punta a fare pulizia totale”. Questo può dare molto filo da torcere alla mafia finanziaria che da tempo investe e ricicla denaro anche, secondo quanto afferma il procuratore, nutrendosi “delle connivenze con la Chiesa”. “Chi finora si è nutrito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa è nervoso, agitato. Papa Bergoglio sta spostando centri di potere economico in Vaticano. Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero”.

Come riporta l’Huffington Post citando sempre Il Fatto Quotidiano:

Secondo il procuratore aggiunto di Reggio, il Papa può essere davvero in pericolo. “Non so se la criminalità organizzata sia nella condizione di fare qualcosa – precisa – ma di certo ci sta riflettendo. Può essere pericoloso”. Gratteri, che dal 1989 vive sotto scorta, ha scritto insieme allo storico Antonio Nicaso un libro intitolato “Acqua Santissima” in cui racconta i profondissimi legami che esistono tra mafia e Chiesa. Nella sua esperienza sa come i preti vadano “di continuo a casa dei boss a bere il caffè, regalando loro forza e legittimazione popolare”.

per una più completa documentazione riporto anche il servizio apparto su ‘il Fatto quotidiano’ cui si fa riferimento sopra:

“Pulizia in Vaticano: ‘ndrangheta nervosa, pericolo per il Papa”

intervista a Nicola Gratteri a cura di Beatrice Borromeo
in “il Fatto Quotidiano” del 13 novembre 2013

“La chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio”, scriveva Leonardo Sciascia ne Il giorno della Civetta. Accantonati scandali e anatemi, il cattolicesimo ha consolidato nei secoli la più improbabile delle alleanze: quella coi mafiosi, affezionati frequentatori di parrocchie e confessionali, che accanto ai kalashnikov conservano la Bibbia e dai cui comodini pendono rosari dai grossi grani rossi. “Dio, proteggi me e questo bunker”, è la scritta che, tra un santino di Padre Pio e un bassorilievo raffigurante il volto di Gesù Cristo, i carabinieri del Ros hanno scovato nel rifugio del boss Gregorio Bellocco, nelle campagne calabresi di Anoia. “Faccio il magistrato da 26 anni e non trovo covo dove manchi un’immagine della Madonna di Polsi o di San Michele Arcangelo. Non c’è rito di affiliazione che non richiami la religione. ’ndrangheta e Chiesa camminano per mano”, dice il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri. Che assieme allo storico Antonio Nicaso ha raccontato in un libro (Acqua Santissima, Mondadori, 204 pagine, 17,50 euro) l’incontro di due mondi che dovrebbero interagire come l’acqua e l’olio. E che invece si mescolano di continuo. “Però le cose stanno cambiando”, giura il pm.
È diventato ottimista, Gratteri? Questo Papa è sulla strada giusta. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile. E punta a fare pulizia totale. E la mafia è preoccupata da questi comportamenti? Quella finanziaria sì, eccome. Chi finora si è nutrito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa, è nervoso, agitato. Papa Bergoglio sta smontando centri di potere economico in Vaticano. Se i boss potessero fargli uno sgambetto non esiterebbero. Crede davvero che il Papa sia a rischio? Non so se la criminalità organizzata sia nella condizione di fare qualcosa, ma di certo ci sta riflettendo. Può essere pericoloso. Cosa intende quando parla di mafia finanziaria? I padrini con la coppola non esistono più: sono morti oppure in carcere al 41-bis. Ma il mafioso che investe, che ricicla denaro, che dunque ha potere vero, è proprio quello che per anni si è nutrito delle connivenze con la Chiesa. Sono questi i soggetti che si stanno innervosendo. D’abitudine qual è l’atteggiamento della Chiesa verso le organizzazioni criminali? Un paio di esempi: il vescovo di Reggio Calabria, anche dopo la condanna in Cassazione di un capobastone, ha detto che non poteva schierarsi perché magari si trattava di un errore giudiziario. Il vescovo di Locri ha sì scomunicato i mafiosi, ma solamente dopo che avevano danneggiato le piantine di frutti di bosco della comunità ecclesiastica di Platì. Solo che prima di quell’episodio, i boss avevano ammazzato migliaia di persone. Bisogna aspettare le piantine perché i prelati si sveglino? Che altro? Qualche anno fa la figlia di Condello il Supremo si è sposata nel duomo di Reggio Calabria. È arrivata pure la benedizione papale. A Roma potevano non conoscere il clan, ma in Calabria tutti sanno chi sono i Condello. Eppure nessuno ha fiatato. I preti, poi, vanno di continuo a casa dei boss a bere il caffè, regalando loro forza e legittimazione popolare. E perché ci vanno?
Alcuni dicono che frequentano i mafiosi perché devono redimere tutte le anime, senza discriminare. Capirei se la Chiesa accogliesse chi si pente davvero, ma così è troppo facile: continui a uccidere, a importare cocaina, a tenere soggiogata la gente e io, prete, ti do pure una mano. Quindi i boss sono religiosi solo per convenienza? No, c’è anche una vocazione autentica. Abbiamo fatto un sondaggio in carcere: l’88 per cento dei mafiosi intervistati si dichiara religioso. Prima di ammazzare, un ‘ndranghetista prega. Si rivolge alla Madonna per avere protezione. Pensa di essere nel giusto? Lo è, dal suo punto di vista. Mettiamo il caso in cui un tizio decide di aprire un bar senza chiedere il permesso al boss locale, e dunque senza rivolgersi alla sua impresa per fare gli scavi, per comprare il bancone o le bibite. Il mafioso che fa? Gli spara alle serrande, poi alle gambe e così via per convincerlo a sottomettersi. Se però il tizio rifiuta, il mafioso è “costretto” a ucciderlo. Se non hai scelta, non commetti peccato. Che importanza hanno invece i matrimoni? Sono centrali. Suggellano alleanze, sanciscono tregue, e al margine delle cerimonie ci sono i riti di affiliazione. Rifiutarsi di partecipare a un matrimonio può essere considerato una dichiarazione di guerra. E non essere invitati è un pessimo segno. Il boss Novelli, trapiantato in Lombardia, ha cominciato ad allarmarsi quando non l’hanno invitato a un importante matrimonio calabrese. Poco dopo, infatti, l’hanno ammazzato.

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diffamazione!

Ratzinger presunto omicida, non è la prima volta, ma forse è diffamazione

 

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ho trovato e pubblico: è pur sempre una notizia, ancorché in forte odore di diffamazione

Sarebbe una testimone oculare, una donna che avrebbe dichiarato di essere stata presente durante un rituale con sacrifici umani. La notizia è tata resa nota dall’ITCCS(Tribunale Internazionale sui Crimini di Chiesa e Stato) che il 28 ottobre 2013 ha pubblicato ufficialmente la denuncia attraverso il loro sito d’informazione pubblica. Numerosi giornali, fra questi anche Blasting News, avrebbero riportato il fatto, avvenuto, secondo quanto affermato dalle fonti, nel 1987 in un castello francese. La donna avrebbe dichiarato che Ratzinger in tale occasione abbia personalmente assassinato una bambina e che in molti incontri simili abbia assistito all’uccisione di numerosi innocenti. Altri nomi vengono invischiati nella vicenda, personaggi illustri e influenti, come  il cardinale cattolico Alfrink e il principe Bernardo, fondatore del Bilderberg.

Queste le parole della donna: “E’ stato brutto e orribile e non è successo solo una volta. Ratzinger ha preso spesso parte. Lui, Alfrink (olandese cardinale cattolico) e il Principe Bernardo erano solo alcuni degli uomini più importanti che ne hanno preso parte”.

Tempo prima ci fu anche un’altra donna, l’olandese, Toos Nijenhuis, che aveva dichiarato di raduni con sacrifici umani a cui avrebbero partecipato esponenti della chiesa cattolica.

Dal comunicato dell’ITCCS si apprendeva inoltre che alcuni politici italiani si siano schierati dalla loro parte affinché s’intraprenda un’azione legale contro il papato, che protegge Ratzinger tra le mura vaticane, ostacolando così la giustizia e il suo corso.

Del resto è notizia già nota che nello scorso febbraio 2013 è stato spiccato un mandato d’arresto contro il deposto Papa Benedetto XVI, accusato di crimini contro l’umanità. Arresto chiaramente mai avvenuto.

Pare che uno degli obiettivi principali dell’organizzazione (ITCCS) sia quello di abolire i Patti Lateranensi, che garantiscono immunità giuridica a Ratzinger rifugiato in Vaticano, grazie anche ad un decreto approvato dall’attuale Papa Bergoglio. Tale protezione renderebbe anche lui in qualche modo attaccabile per complicità.

Naturalmente prima di poter dar adito alle tante voci che ruotano intorno alla notizia bisognerebbe verificare l’attendibilità dei testimoni e vedere se ci possano essere motivi di diffamazione, magari provenienti da nemici della Chiesa o che abbiano interesse a denigrare le alte personalità del Vaticano.

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santa subito!

Quell’elemosina della Pascale e lo scatto che fa il giro del web!

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santa subito! santa subito!

Lo scatto che mette a confronto la ricchezza e la miseria, che sintetizza in un gesto la situazione economica italiana e i disequilibri sociali che sempre più stanno spaccando il paese in due fasce, i ricchi e i poveri, azzerando  la classe media. Uno scatto che forse ci potrebbe richiamare alla memoria anche i gesti di Evita Peron, con una Pascale che in centro a Roma, apre il portafoglio, si china, lascia l’elemosina di 50 euro alla mendicante.  E subito sul web la foto inizia a girare, diventando un simbolo, un messaggio promozionale, un campo di battaglia.

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tentato rapimento?

La nomade che tenta di rapire un bebè nella stazione della metro

 

 

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Nella stazione della metropolitana di Ponte Mammolo, nella periferia di Roma, una nomade bulgara avrebbe cercato di rapire un bimbo di appena otto mesi in pieno giorno, portandolo via alla madre che lo stava cambiando su una panchina della sala d’attesa in attesa della metro. Come riporta il Messaggero, la 25enne avrebbe trascinato via il piccolo correndo verso l’uscita venendo però fermata da alcuni ragazzi presenti allertati dalle richieste d’aiuto della madre. A quel punto sono intervenuti anche gli addetti della sicurezza che hanno chiamato i carabinieri. Sono anche stati prestati i primi soccorsi alla madre del bambino, in stato di shock. La nomade è stata arrestata con l’accusa di tentato sequestro di persona.

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il questionario per il sinodo

rinnovamento

il questionario per il sinodo sulla famiglia

Qui sotto il questionario che hanno ricevuto i vescovi di tutto il mondo allegato al documento preparatorio del Sinodo sulla famiglia che si terrà in Vaticano nel mese di ottobre 2014. I vescovi sono stati invitati anche a consultare su queste domande associazioni, movimenti e gruppi. Cosa ne pensate? Su alcune questioni fondamentali si potrebbe pensare anche di redigere delle risposte, raccogliere adesioni e inoltrarle ai nostri rispettivi vescovi.
Le seguenti domande permettono alle Chiese particolari di partecipare attivamente alla preparazione del Sinodo Straordinario, che ha lo scopo di annunciare il Vangelo nelle sfide pastorali di oggi circa la famiglia.

1 – Sulla diffusione della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa riguardante la famiglia
a) Qual è la reale conoscenza degli insegnamenti della Bibbia, della “Gaudium et spes”, della “Familiaris consortio” e di altri documenti del Magistero postconcilare sul valore della famiglia secondo la Chiesa Cattolica? Come i nostri fedeli vengono formati alla vita familiare secondo l’insegnamento della Chiesa?
b) Dove l’insegnamento della Chiesa è conosciuto, è integralmente accettato? Si verificano difficoltà nel metterlo in pratica? Quali?
c) Come l’insegnamento della Chiesa viene diffuso nel contesto dei programmi pastorali a livello nazionale, diocesano e parrocchiale? Quale catechesi si fa sulla famiglia?
d) In quale misura – e in particolari su quali aspetti – tale insegnamento è realmente conosciuto, accettato, rifiutato e/o criticato in ambienti extra ecclesiali? Quali sono i fattori culturali che ostacolano la piena ricezione dell’insegnamento della Chiesa sulla famiglia?

2 – Sul matrimonio secondo la legge naturale
a) Quale posto occupa il concetto di legge naturale nella cultura civile, sia a livello istituzionale, educativo e accademico, sia a livello popolare? Quali visioni
dell’antropologia sono sottese a questo dibattito sul fondamento naturale della famiglia?
b) Il concetto di legge naturale in relazione all’unione tra l’uomo e la donna è comunemente accettato in quanto tale da parte dei battezzati in generale?
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c) Come viene contestata nella prassi e nella teoria la legge naturale sull’unione tra l’uomo e la donna in vista della formazione di una famiglia? Come viene proposta e approfondita negli organismi civili ed ecclesiali?
d) Se richiedono la celebrazione del matrimonio battezzati non praticanti o che si dichiarino non credenti, come affrontare le sfide pastorali che ne conseguono?

3 – La pastorale della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione
a) Quali sono le esperienze nate negli ultimi decenni in ordine alla preparazione al matrimonio? Come si è cercato di stimolare il compito di evangelizzazione degli sposi e della famiglia? Come promuovere la coscienza della famiglia come “Chiesa domestica”?
b) Si è riusciti a proporre stili di preghiera in famiglia che riescano a resistere alla complessità della vita e della cultura attuale?
c) Nell’attuale situazione di crisi tra le generazioni, come le famiglie cristiane hanno saputo realizzare la propria vocazione di trasmissione della fede?
d) In che modo le Chiese locali e i movimenti di spiritualità familiare hanno saputo creare percorsi esemplari?
e) Qual è l’apporto specifico che coppie e famiglie sono riuscite a dare in ordine alla diffusione di una visione integrale della coppia e della famiglia cristiana credibile oggi?
f) Quale attenzione pastorale la Chiesa ha mostrato per sostenere il cammino delle coppie in formazione e delle coppie in crisi?

4 – Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili
a) La convivenza ad experimentum è una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare?
In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente?
b) Esistono unioni libere di fatto, senza riconoscimento né religioso né civile? Vi sono dati statistici affidabili?
c) I separati e i divorziati risposati sono una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente? Come si fa fronte a questa realtà attraverso programmi pastorali adatti?
d) In tutti questi casi: come vivono i battezzati la loro irregolarità? Ne sono consapevoli? Manifestano semplicemente indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l’impossibilità di ricevere i sacramenti?
e) Quali sono le richieste che le persone divorziate e risposate rivolgono alla Chiesa a proposito dei sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione? Tra le persone che si trovano in queste situazioni, quante chiedono questi sacramenti?
f) Lo snellimento della prassi canonica in ordine al riconoscimento della dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale potrebbe offrire un reale contributo positivo alla soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? Se sì, in quali forme?
g) Esiste una pastorale per venire incontro a questi casi? Come si svolge tale attività pastorale? Esistono programmi al riguardo a livello nazionale e diocesano? Come viene annunciata a separati e divorziati risposati la misericordia di Dio e come viene messo in atto il sostegno della Chiesa al loro cammino di fede?

5 – Sulle unioni di persone della stesso sesso
a) Esiste nel vostro paese una legge civile di riconoscimento delle unioni di persone dello stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio?
b) Quale è l’atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione?
c) Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni?
d) Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?

6 – Sull’educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari
a) Qual è in questi casi la proporzione stimata di bambini e adolescenti in relazione ai bambini nati e cresciuti in famiglie regolarmente costituite?
b) Con quale atteggiamento i genitori si rivolgono alla Chiesa? Che cosa chiedono? Solo i sacramenti o anche la catechesi e l’insegnamento in generale della religione?
c) Come le Chiese particolari vanno incontro alla necessità dei genitori di questi bambini di offrire un’educazione cristiana ai propri figli?
d) Come si svolge la pratica sacramentale in questi casi: la preparazione, l’amministrazione del sacramento e l’accompagnamento?

7 – Sull’apertura degli sposi alla vita
a) Qual è la reale conoscenza che i cristiani hanno della dottrina della Humanae vitae sulla paternità responsabile? Quale coscienza si ha della valutazione morale dei differenti metodi di regolazione delle nascite? Quali approfondimenti potrebbero essere suggeriti in materia dal punto di vista pastorale?
b) È accettata tale dottrina morale? Quali sono gli aspetti più problematici che rendono difficoltosa l’accettazione nella grande maggioranza delle coppie?
c) Quali metodi naturali vengono promossi da parte delle Chiese particolari per aiutare i coniugi a mettere in pratica la dottrina dell’Humanae vitae?
d) Qual è l’esperienza riguardo a questo tema nella prassi del sacramento della penitenza e
nella partecipazione all’eucaristia?
e) Quali contrasti si evidenziano tra la dottrina della Chiesa e l’educazione civile al riguardo? f) Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla natalità? Come favorire la crescita delle nascite?

8 – Sul rapporto tra la famiglia e persona
a) Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione dell’uomo: la famiglia
è un luogo privilegiato perché questo avvenga?
b) Quali situazioni critiche della famiglia nel mondo odierno possono diventare un ostacolo all’incontro della persona con Cristo?
c) In quale misura le crisi di fede che le persone possono attraversare incidono nella vita familiare?

9 – Altre sfide e proposte
Ci sono altre sfide e proposte riguardo ai temi trattati in questo questionario, avvertite come urgenti o utili da parte dei destinatari?

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