la condizione pericolosa in cui versa il mondo – davvero una guerra mondiale a pezzi

il mondo è in fiamme

Intervista a Enzo Bianchi a cura di Alex Corlazzoli
in “il Fatto Quotidiano” del 4 gennaio 2025

ENZO BIANCHI

Ha trascorso il Natale con i suoi fratelli, le sue sorelle e con alcuni ospiti cucinando per
tutti specialità piemontesi come il bunet, un dolce a base di uova, zucchero, latte, cacao, amaretti
secchi e liquore. Si è dedicato a riflettere, a pensare, a studiare raccolto nella sua cella alla nuova
fraternità di Casa della Madia, ad Albiano d’Ivrea, a pochi chilometri dalla comunità di Bose che
ha fondato nel dicembre del 1965 per poi essere costretto ad allontanarsi nel 2020 a causa di
un decreto papale mai compreso fino in fondo da molti.
Quando Enzo Bianchi parla – nonostante gli 82 anni da compiere il 3 marzo – ha lo sguardo di un
bambino e declina i verbi al futuro come se avesse davanti una vita intera. La sua è un’attenzione
costante all’attualità, alla politica, alle crisi internazionali, alle guerre. Con l’arrivo del nuovo
anno ilfattoquotidiano.it lo ha incontrato per fare con lui un quadro della situazione politico-sociale
e per parlare dell’Anno santo cui ha dedicato la sua ultima fatica editoriale: Lessico del
Giubileo (edizioni Edb).

Padre Bianchi, il Giubileo che ha preso il via in questi giorni con l’apertura della Porta Santa
non rischia di apparire oggi come un evento anacronistico, fuori dai tempi per chi è lontano
dalla Chiesa o persino una manifestazione romanocentrica?

Indubbiamente il Giubileo presenta dei problemi. Il più grande è quello ecumenico perché essendo
l’anno in cui si ricorda il concilio di Nicea, dunque una professione di fede di tutta la Chiesa, il
Giubileo torna a dividerci con i cristiani della riforma perché ancora una volta si parla di
indulgenze, una questione per la quale sembrava ci fosse stato un accordo tra Chiesa e riformati.
Non parliamo degli ortodossi che si sentono estranei all’anno giubilare, non partecipano.
Il giubileo solo cattolico è nato nel 1300 dopo la separazione tra Oriente e Occidente perché il
volto di Dio era quello di un giudice severo mentre la gente invocava un Dio misericordioso.
Fu San Francesco il primo, con la perdonanza, a instaurare qualcosa di questo genere.
Successivamente Papa Celestino V con la perdonanza dell’Aquila proclamò di nuovo un anno di
perdono per tutti. Una volta compreso che il Giubileo aveva un grande successo tra la gente, il
pontefice Bonifacio VIII lo organizzò perché portava soldi a Roma, non certo per
un rinnovamento della Chiesa. E da allora è così.

E oggi che valore ha o può avere l’Anno Santo?

Il Giubileo che viviamo non sembra avere alcuna connessione con quello biblico mai proclamato
dagli Ebrei: i debiti non vengono rimessi, la condivisione dei beni non c’è, la libertà ai
prigionieri non è concessa. Che Giubileo è? Solo spirituale? A forza di spiritualità annulliamo il
Vangelo. Credo che sarà un gran carrozzone di pellegrinaggi a Roma ma non si risolverà nulla.
Qualche giorno fa per gli 88 anni di Papa Francesco ha scritto su “X”: “E’ un vegliardo più
che un vecchio che veglia sulla Chiesa guidando un gregge che fa fatica a seguirlo. Ma lui non
lo abbandona e continua da profeta a camminare davanti cercando le pecore che fuori dal
gregge rischiano di perdersi”.

Chi è che non va dietro a questo pontefice?

La maggior parte non lo segue. Una parte non è contenta di quello che lui vede come cammino
della Chiesa, soprattutto là dove parla dei poveri, degli scarti, dei peccatori: gli uomini religiosi
non lo comprendono. Non lo capiscono nemmeno quelli che lo scimmiottano, tanti preti di strada
sono diventati star.

Il 2025 inizierà con l’insediamento del presidente eletto Donald Trump alla Casa Bianca. È
preoccupato?

No, sono convinto che il presidente degli Stati Uniti non abbia alcuna soggettività di potere. Decide
sotto dettatura dei grandi poteri dell’America: i fabbricatori di armi, i leader del settore energetico.
Che ci fosse Biden o che vi sia Trump saranno comunque gli altri a decidere se finire una guerra,
se “trasportare” democrazia come spesso hanno proclamato occupando in realtà zone del mondo.
Mi preoccupa la situazione internazionale, questo scontro da terza guerra mondiale: il pianeta sta
andando in fiamme.
Poi c’è il Medio Oriente: la situazione a Gaza, in Siria, in Libano, in Egitto, in Iran dove
hanno sequestrato la giornalista Cecilia Sala.
Gli Stati Uniti pur di avere un piede in quella terra causano tutto questo tramite Israele. La guerra
messa in atto è fatta a nome degli Stati Uniti che vogliono avere un piede in questa zona dove c’è
una parte cospicua del petrolio.

Veniamo all’Italia. In questi giorni è stata approvata la manovra di bilancio. E’ un governo
che dimentica i più poveri o che va davvero incontro alle esigenze della gente?

La realtà è una politica che deve assolutamente compiacere la Chiesa con le sue richieste a favore
della natalità e della famiglia ma manca l’occhio della giustizia e dell’uguaglianza.
Oltre a essere un monaco lei è un uomo “da palco”, capace di parlare a centinaia di persone.

Si parla spesso della capacità di parlare agli italiani della premier Giorgia Meloni. Che ne
pensa?

E’ vero, comunica bene all’italiano medio e volgare che ha bisogno di qualcosa di gridato e di
forte, nemmeno pensato. Pur di non pensare, gli slogan e le dichiarazioni in pompa magna
colpiscono.
Se le dico il nome di Roberto Vannacci la fa arrabbiare, indignare o sorridere?
Mi fa pietà. Mi sembra che sia uno di quei residui che purtroppo ci sono ovunque di una volgarità
fascista che permane anche da noi.

Così anche Matteo Salvini?

No, è uno che manca proprio dei connotati di cultura che invece dovrebbe avere un ministro di
questo Paese.

Ma a sinistra non c’è nulla o lei vede qualcosa che possa dare speranza?

C’è poco. Continuano ad arrabattarsi gli uni contro gli altri senza mai avere una visione che non sia
troppo personalistica e soggettiva. La sinistra è malata di un protagonismo narcisistico…

E se Enzo Bianchi dovesse votare domani quindi che farebbe?

Non andrei al seggio.
Tre auguri a chi leggerà questa intervista: un viaggio da fare nel nuovo anno; un libro da
leggere, un film da non perdere nel 2025.
Auguro ai più di andare a Istanbul, capirebbero molte cose del Medio Oriente e cosa si sta
fabbricando in questo impero ottomano che vuole sorgere come una stella. Il libro che consiglio è Il
discepolo che Gesù amava di Giulio Busi. Infine spererei che la gente vedesse se non l’ha ancora
fatto Dio ha bisogno degli uomini, diretto da Jean Delannoy, tratto dal romanzo
di Henri Queffélec

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