Socci scomunica papa Francesco
papa Francesco è ormai eretico, così sentenzia con depresso e delirante sgomento Antonio Socci:
«Si fonderà una ‘nuova Chiesa’ basata sul verbo cattoprogressista di Bergoglio e di Walter Kasper, anziché sul Vangelo di Cristo?»
un ‘delirio in progress’:
“Bergoglio non lavora ‘a maggior gloria di Dio’, ma ‘a maggior gloria di io’ “
La conclusione di questo ‘capitolo’ è affidata da Socci all’imperdibile opinione del Venerabile piemontese Pio Brunone Lanteri, vissuto tra diciottesimo e diciannovesimo secolo, che sosteneva «il Santo Padre (…) è vicario di Dio, ma non è Dio, né può distruggere l’opera di Dio» come evidentemente a parer di Socci sta oggi facendo. Lo stigma finale è poi mutuato dal Cardinale svizzero Charles Journet, defunto una quarantina di anni fa e quindi anche lui momentaneamente impossibilitato a dissociarsi: «Quanto all’assioma ‘dove è il papa lì è la Chiesa’, vale quando il papa si comporta come papa e capo della Chiesa; nel caso contrario né la Chiesa è in lui, né lui nella Chiesa». E così Bergoglio è sistemato, con l’annuncio della sua ormai pressoché certa dichiarazione di eresia da parte del Supremo Tribunale dell’Inquisizione composto e presieduto dal Socci medesimo. E queste sono solo alcune delle ricorrenti intemerate espressione della fissazione ossessiva di Socci per la denuncia del ‘traditore’ Bergoglio.
Questa ultima, ma certo non ultima, uscita viene infatti dopo averci già offerto sullo stesso quotidiano il 13 marzo precedente un sagace ‘Lutero in affitto’. Gustoso calembour, assai poco gustoso contenuto di cui offriamo qualche assaggio. «A tre anni dall’elezione di papa Bergoglio, sia i suoi sfegatati sostenitori, sia i suoi critici, sono d’accordo su un punto: egli rappresenta una rottura nella millenaria storia della Chiesa. Su questo c’è unanimità.(…) il Papa è servo della verità rivelata, non padrone. Non può mutarla o disporne a suo arbitrio, altrimenti decade dal papato. O sarebbe l’apostasia e la fine stessa della Chiesa Cattolica. È proprio in mezzo a questo vertiginoso guado – fra una rottura radicale, che pare continuamente vagheggiata, e la paura di compiere lo strappo ufficiale – che sembra trovarsi oggi il pontificato di Bergoglio». Tratteggiando anche «La sua ambiguità, da Giano bifronte (…)». E ancora. «Si è scelto di picconare gradualmente e quotidianamente l’edificio sacro, anziché abbatterlo di colpo. Tuttavia i danni sono già enormi. (…) Fra gli applausi dei nemici di Cristo (…). Così ora la situazione sembra precipitare ogni giorno di più». Un ‘delirio in progress’, ma col fascino di farti venire voglia di seguirlo proprio per vedere dove ancora possa arrivare. Giusto per cogliere fior da fiore in una produzione a tal proposito assidua il 27 settembre 2015 aveva già avanzato, sempre su ‘Libero’, il drammatico interrogativo ‘Per chi lavora il vescovo argentino?’. «(…) papa Bergoglio è instancabile, un vero ciclone. Ma il suo travolgente viaggio americano ha fatto sorgere in alcuni cattolici una domanda: quali obiettivi persegue? Per chi lavora? È improbabile che lavori per il Dio dei cattolici (…). Del resto chi finora ha cercato nei suoi discorsi americani il nome di Gesù Cristo l’ha trovato raramente e spesso in citazioni formali e marginali. Un ecclesiastico ironico sostiene che Bergoglio non lavora ‘a maggior gloria di Dio’, ma ‘a maggior gloria di io’».
Così tra fuochi d’artificio vari e ricerca di ‘nuovi livelli’ prosegue l’escalation di Socci. I suoi ‘compari d’avversione’ nei confronti di Francesco seguono a ruota, ma un po’ in affanno a confronto di tale fuoriclasse. Aspettiamo però fiduciosi le prossime mosse dei sempre vivaci Giuliano Ferrara e Sandro Magister, che pure dell’opposizione al sacerdote venuto dai confini del mondo hanno fatto un elemento distintivo. Mentre sullo sfondo, minaccioso ed autorevole, si staglia il silenzio sul tema del più credibile di tutti. Vittorio Messori tace, di fatto, sull’argomento dall’esplosivo articolo ‘I dubbi sulla svolta di Papa Francesco’ nel ‘Corriere della Sera’ del 24 dicembre 2014. Astensione significativamente condita solo da due interventi su testate a diffusione di nicchia: ‘Una mattina nell’eremo del Papa emerito’ su ‘La nuova Bussola Quotidiana’ del 16 settembre 2015 e l’intervista titolata ‘Per Vittorio Messori ‘certe parole del Papa’ possono essere fraintese da persone non vicine alla Chiesa’ su ‘La Fede Quotidiana’ del 27 novembre 2015. Un silenzio che parla.
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Lei può pure insultare Socci, anche in modo becero e volgare (“vette di delirio masturbatorio”) se ciò la fa stare meglio. Peccato che Socci sia solo uno degli INNUMEREVOLI cristiani e cattolici che hanno ben capito che dietro questo imbarazzante signore argentino non c’è nulla della fede cristiana. Quello di Bergoglio è un sincretismo un po’ massonico (e non a caso piace a molti potenti dell’establishment politico-finanziario, ai quali fa piacere riempire l’Europa di africani, per impoverire tutti ), un po’ new-age, con coloriture della teologia della liberazione sudamericana. Ma non ci vuole molto a capire che tutto ciò NON appartiene al linguaggio di Cristo e della sua croce, ma è funzionale alle mode del mondo. Un papa che colloca al vertice dei “grandi italiani” Emma Bonino, che di sua mano ha eseguito oltre 10.000 aborti. Un papa che – dopo aver vilmente taciuto le atrocità dei militari argentini durante la dittatura (non mi pare di averlo mai visto accanto alle madri di Plaza de Mayo) – poi ha abbracciato l’altra parte politica, quella di Castro e del comunismo, e ovviamente nulla dice di Chavez Maduro, che hanno ridotto il Venezuela alla fame. Un papa che ormai ha svalutato il matrimonio e la sua indissolubilità come una mera “indicazione di massima”. Un papa che parla di Gesù “che si fece peccato”, dimenticando che San Paolo si era ben preoccupato di premettere che Gesù era SENZA peccato, al contrario di quanto Bergoglio vuole insinuare. Ma si potrebbe andare avanti per ore, e lei può pure prendersela con Socci, ma è inutile. MILIONI di cristiani e cattolici hanno ben capito che questo Bergoglio è solo una sciagura per la Chiesa, che speriamo passi in fretta.
Che coraggio! Non avendo né le palle, né argomenti validi per rispondere al post di cui sopra, me l’ha censurato. Bravo, resti pure dov’è, lei e il suo ridicolo blog di insulti a Socci…tanto non glielo legge nessuno.