rom e sinti le prime vittime deportate a Dakau – il monito di mons. Perego

giorno della memoria

mons. Perego della ‘Migrantes’

“non dimenticare i minori rom trucidati in camere a gas e quelli di oggi esclusi”

“Nel Giorno della memoria non possiamo dimenticare la tragedia di un popolo europeo purtroppo non ancora riconosciuto in Italia come minoranza, e non richiamare l’attenzione a fatti di discriminazione, di esclusione sociale ancora troppo presenti nelle nostre città nei confronti dei rom, sfociati talora in nuove forme di violenze e di razzismo che devono preoccupare”.

Lo afferma oggi mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, ricordando le vittime del genocidio delle leggi razziali e, tra queste, lo sterminio delle persone e famiglie rom. La Migrantes, in questo giorno vuole ricordare

“i troppi minori rom ancora apolidi nel nostro Paese, che vivono ai margini delle nostre città o la violenza di sgomberi forzati e che rischiano di essere esclusi da percorsi di partecipazione e di cittadinanza. Ieri questi minori rom sono stati i primi a essere trucidati nelle camere a gas, oggi rischiano di essere ancora dimenticati e ed esclusi”.

Le prime deportazioni di rom – ricorda l’organismo pastorale della Cei – avvennero nel 1936 a Dachau. Le prime vittime furono rom e sinti della Germania e dell’Austria, deportati nei lager in Polonia. In Ucraina, in Boemia e in Moravia la popolazione rom fu quasi completamente massacrata. “Volti e storie di violenze e di morte”, anche di molti minori, nei diversi Paesi europei e in Italia, dove sorsero i campi di concentramento dei sinti e rom a Bolzano e in Sardegna, in Molise e Abruzzo, nel Lazio e in Calabria dopo le leggi razziali. Dopo l’8 settembre del 1943, molti rom si unirono alle formazioni partigiane e diedero “un contributo importante, spesso dimenticato, alla Resistenza e alla nascita della democrazia in Italia”.

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