“siamo incapaci di giudizio critico, diamo credibilità in base alla simpatia”
Non siamo più capaci di immaginare il cambiamento. Ci sta bene il copione che ci hanno consegnato. Recitiamo qualsiasi parte e qualsiasi ruolo. In cambio chiediamo solo divertimento, cioè distrazione dall’impegno della parte e del ruolo. Non creiamo problemi, siamo perfetti esecutori materiali. Per questo possono sostituirci tranquillamente con i robot che non sporcano e non vanno in ferie. Se non disturbiamo il loro sfruttamento, la devastazione del pianeta, il commercio delle armi in cambio avremo partite in Tv, la sagra della salsiccia e qualche giorno al mare. Infatti tutti in piazza se ostacolano la movida, tutti in poltrona (o al massimo sul balcone) se delocalizzano o inventano nemici e quindi guerre. Comprano con poco e senza sforzo la rinuncia definitiva alla nostra umanità e così rimossa ogni personale aspirazione ci rendono loro complici. Siamo incapaci di giudizio critico, diamo credibilità in base alla simpatia. Ma il potere sta imparando ed infatti propone, secondo il loro squallido gergo, facce non divisive. Apparentemente innocue e quindi pericolosissime perché in grado di smorzare gli ultimi rimasugli di indignazione. Stanno ottenendo vittorie strepitose: controllano serenamente milioni di precari e disoccupati con gli aumenti comici degli zero virgola, ci fanno votare in Italia ma le politiche le decidono in Germania e negando l’accesso al reddito riconoscono libertà meramente formali. Siamo liberi di muoverci, intraprendere, inventare ma senza soldi non possiamo muoverci, intraprendere né realizzare ciò che inventiamo. Sembrano diritti ed invece sono scatole vuote. È solo sensazione di libertà che annebbia la nostra analisi: smorza la rabbia e ci convince della personale incapacità. Ieri gli schiavi avevano catene, oggi è sufficiente convincerli di essere liberi perché possono divertirsi.
da ‘altranarrazione’