il commento al vangelo della domenica

il processo contro ogni potere che opprime  –  Gesù di fronte a Pilato

il commento al vangelo della trentaquattresima domenica del tempo ordinario  (trovato in rete, molto bello ma non so di chi sia la  paternità)

 

Al di là della realtà di cronaca,
nei termini della metafora,
sono presenti nella scena,
come ieri, anche oggi
altri due personaggi importanti:
la folla e l’istituzione religiosa.
Chi non vuole la violenza,
è il vero malfattore
agli occhi dei potenti:
nuoce molto e rovina il loro gioco.
I poteri, politico e religioso,
pretendono di fare le veci di dio in terra.
La loro complicità
diventa violenza.
Per essere vincenti
si abusa dell’altro.
In questo scenario
si fa strada la voracità del potere,
del denaro, del ritorno della propria immagine…
I due complici devono combattere,
per affermare la propria presunta verità,
nei fiumi di sangue,
perché tale regno
senza le armi non regge.
Chi rappresenta l’uomo libero?
Non di certo il Pilato…
Tutte le volte in cui mi trovo
nella vita a essere vigliacco,
incoerente,
manipolatore della realtà,
astuto,
ossessionato dalla mia immagine;
ogni volta che voglio solo vincere,
io do la morte.
Io sono il Pilato.
Oggi, proprio chi si assume
le proprie responsabilità,
chi non inganna
e si sporca le mani,
è considerato sconfitto.
Costui non fugge,
non si sottrae,
si compromette.
Cosa direbbe di lui quel Pilato?

Lui sa la verità:
“Questa persona è innocente”.
Gesù ha voluto
creare un regno areligioso,
la sua volontà è stata crocifissa insieme a lui.
Non rimanere in silenzio,
dimmi la tua verità…
Loro vogliono impedirmi di scegliere
e di decidere da che parte stare.
Non scegliere equivale a stare dalla parte del potere.
Ma l’unico potere che ho è di scegliere.
Scelgo o la morte o la vita.
Mi metto dalla parte dello sconfitto,
mi prendo la responsabilità
delle mie azioni.
La folla che oggi sta con il potere
urla e mi fa sentire impotente.
Ci può essere una rivoluzione
e dipende da me e da te,
dalla mia e dalla tua capacità di amare:
amare di disarmato amore …
Ti auguro di essere una donna libera,
di assumerti il gravoso compito
di non sottrarti mai alle tue responsabilità.
Sarai libera quando le frasi
“perché tutti fanno così”
e “sempre si è fatto così”,
perderanno ogni logica;
quando non avrai paura
di essere fuori dal coro,
di vivere contro corrente.
Non ti preoccupare,
sorella cara,
se le tue mani sono legate,
se indossi la corona della vergogna,
se tanti urlano contro di te
“crocifiggila”.
Tu sei nella verità,
hai scelto di stare
dalla parte della vita
e sei stata coerente
con il tuo cuore.
Quindi tu sei libera e innocente.
E finché siamo in tanti
a vivere così c’è una speranza.
Ti vengo incontro
e so che libertà e innocenza
non perdono mai.

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