il ‘senso di responsabilità’ cui ogni giorno Napolitano richiama le varie forze politiche è senz’altro di primaria importanza nella vita politica, ma quando rischia di coincidere col suo opposto perché inteso in modo tale che in suo nome si debba chiudere tutti e due gli occhi su situazioni di grande scandalo interno e internazionale allora …
in questo senso la bella ‘amaca’ odierna di M. Serra:
L’AMACA del 19/07/2013 (Michele Serra).
Il “senso di responsabilità” del quale il presidente Napolitano è il più autorevole e tenace depositario è un sentimento importante e rispettabile. Ha però un limite: non riconosce doveri fuori da se stesso. Non tollera smentite, non conosce eccezioni. Se — per esempio — la solidità di un governo viene considerata coincidente con il “senso di responsabilità”, allontanare un ministro che si è reso colpevole di una paurosa lesione del diritto democratico diventa, automaticamente, cosa contraria al “senso di responsabilità”. La vecchia destra comunista — fucina di notevoli personalità politiche, da Amendola a Chiaromonte allo stesso Napolitano — è stata, del “senso di responsabilità”, formidabile latrice. Ma ogni impennata etica, ogni accelerazione sociale, ogni eccessiva movimentazione del paesaggio politico veniva (e viene ancora) vista come una pericolosa, incontrollabile incrinatura del “senso di responsabilità”. Il caso Alfano non è il primo né l’ultimo nel quale viene da domandarsi quante giuste cause, quanti sacrosanti obiettivi, quanti atti di coraggio, quanti germi di novità sono stati scannati come agnelli sacrificali sull’ara del “senso di responsabilità”.