è decisamente sorprendente papa Francesco con le sue dichiarazioni e prese di posizioni per tanti aspeti ‘non religiosamente corrette’: sorprende positivamente i ‘liberal’ americani pur con dei distiguo, sorprende negativamente i tradizionalisti e i conservatori per le sue posizioni anticapitalistiche … e se fosse in senso evangelico ‘segno di contraddizione’?
Il fulcro della missione di papa Francesco
di E. J. Dionne Jr.
in “www.washingtonpost.com” del 2 dicembre 2013
Il cristianesimo è stato usato per secoli per supportare i potenti. Ma, fin dalle origini, il messaggio
cristiano è stato sovversivo rispetto a certi sistemi politici, severo verso chi stava in alto ed esigente
per tutti coloro che lo prendevano sul serio.
Papa Francesco sorprende il mondo perché accoglie i cristiani che invitano a destabilizzare e a
sfidare. Come primo capo della Chiesa cattolica proveniente dall’emisfero sud, è soprattutto
consapevole dei modi in cui il capitalismo senza regole ha estromesso i poveri e li ha lasciati “in
attesa”.
La sua esortazione apostolica, “Evangelii Gaudium” sta ottenendo una vasta e meritata attenzione
per la sua denuncia dell’economia “trickle-down” [ndr.: l’economia che, con effetto a cascata,
procurerebbe vantaggi per tutti] come sistema che “esprime una fiducia grossolana e ingenua nella
bontà di coloro che detengono il potere economico”. È un’opinione “che non è mai stata confermata
dai fatti” e ha creato “una globalizzazione dell’indifferenza”. Quei cattolici conservatori che hanno a
lungo sostenuto la riduzione delle tasse ai ricchi riconosceranno il problema morale che Francesco
ha posto davanti a loro?
Ma gli americani, sia liberal che conservatori, potrebbero essere frustrati dalla riprovazione del papa
“dell’individualismo della nostra epoca postmoderna e globalizzata”, dato che ognuna delle due
parti difende le proprie forme preferite di individualismo. Francesco deplora “un vuoto lasciato dal
razionalismo secolarista”, espressione non facilmente accettabile da tutti a sinistra.
E alla luce dello shopping ossessivo del Cyber Monday [ndr.: giornata dedicata agli sconti sui
prodotti tecnologici] e del Black Friday [ndr.: il primo venerdì dopo il giorno del ringraziamento,
che corrisponde tradizionalmente all’inizio dello shopping natalizio], ecco un papa che dipinge il
consumismo nella tonalità più cupa. “Perdiamo la calma se il mercato offre qualcosa che non
abbiamo ancora comprato, mentre tutte queste vite stroncate per mancanza di possibilità ci
sembrano un mero spettacolo che non ci turba in alcun modo”.
Tuttavia questo critico della nostra epoca rifiuta la tristezza, rimproverando “i pessimisti scontenti e
disincantati”, che definisce “persone dalla faccia scura”. Mi piace un papa che prende posizione
contro i musoni.
Francesco fa andare in estasi molti liberal, anche se lui non è un liberal in senso tradizionale. Ha
anche diviso i conservatori americani tra coloro che cercano di restargli fedeli e coloro che lo
ritengono, dal loro punto di vista, una persona che sta combinando qualche cosa di pericoloso.
Entrambe le parti capiscono dove sta l’energia del pontificato di Francesco. Non è il primo papa che
denuncia il nostro sistema economico ingiusto. Papa Giovanni Paolo II denunciava regolarmente il
“monopolio imperialista” e “l’egoismo del lusso”. Papa Benedetto XVI condannava “corruzione e
illegalità” nel “comportamento della classe economica e politica in paesi ricchi” e parlava a favore
della “ridistribuzione della ricchezza”.
La differenza è che la preoccupazione per i poveri e la condanna dell’ingiustizia economica sono
proprio al cuore della missione di Francesco. “In questo sistema, che tende a fagocitare tutto al fine
di accrescere i benefici”, scrive, “qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa
rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta”. Potete immaginare un
liberal americano che osa dire tali cose?
I cattolici americani conservatori hanno subito fatto notare che verso la fine di “Evangelii
Gaudium”, Francesco afferma con forza l’opposizione della Chiesa all’aborto. Questo è effettivamente uno degli aspetti per cui non si può dire che sia un liberal in senso tradizionale. Parla
di “bambini nascituri” come dei “più indifesi ed innocenti di tutti”. Insiste sul fatto che la posizione
della Chiesa non è “qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore”, ma piuttosto “legata alla
difesa di qualsiasi diritto umano”.
Tuttavia quasi subito dopo aggiunge: “È anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare
adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure” e velocemente torna alla sua più
generale posizione a sostegno di “altri esseri fragili e indifesi, che molte volte rimangono alla mercé
degli interessi economici o di un uso indiscriminato”.
È certo che i liberal che amano Francesco devono scendere a patti con gli aspetti del suo pensiero
meno congeniali con le loro convinzioni. Ma l’assoluta priorità che lui ha dato alla lotta contro lo
sfruttamento economico, la sua enfasi su “istruzione, assistenza sanitaria, e soprattutto un lavoro
degno”, i suoi ammonimenti contro coloro che “sono irremovibilmente fedeli ad un certo stile
cattolico proprio del passato” e il suo scontento per l’ascesa di ultra ortodossi – rimprovera quei
“giudici oscuri che si compiacciono di individuare ogni pericolo o deviazione” – mettono a dura
prova i conservatori ancor più dei liberal.
Alla luce di un recente passato in cui il conservatorismo aveva la meglio nella Chiesa cattolica
USA, i progressisti hanno ragione di essere entusiasti. I cattolici conservatori lo sanno. Questo è il
motivo per cui sono combattuti tra l’esprimere lealtà al papa che ha catturato l’immaginazione
popolare e il preoccuparsi del fatto che stia trasformando la chiesa ad una velocità che pochi
ritenevano possibile.