papa Francesco chiede scusa ai Valdesi

le storiche scuse del Papa ai Valdesi: “Siamo fratelli”

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di Andrea Giambartolomei
in “il Fatto Quotidiano” del 23 giugno 2015

“Da parte della Chiesa cattolica vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi”. Dopo 800 anni di storia i valdesi accolgono per la prima volta nel loro tempio un pontefice cattolico e l’invitato, papa Francesco, si presenta con delle scuse per i massacri perpetrati nel Medioevo su questi cristiani a lungo ritenuti “eretici”. È un gesto memorabile quello compiuto ieri mattina da Jorge Mario Bergoglio nell’ultimo giorno della sua visita a Torino, poco prima di andare a pranzo con i suoi sei cugini piemontesi. “Entrando in questo tempio – gli dice nel corso della cerimonia il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese – lei ha varcato una soglia storica, quella di un muro alzatosi oltre otto secoli fa quando il movimento valdese fu accusato di eresia e scomunicato dalla Chiesa romana”. Era il 1184 quando il concilio di Verona scomunicò Pietro Valdo, ricco mercante di Lione che diede origine a un movimento pauperista in contrasto con la corruzione dei palazzi romani. NON FU IL SOLO gesto di astio nei confronti dei seguaci di Valdo: il continuo clima di odio nei loro confronti culminò con le “pasque piemontesi”, massacri compiuti nel 1655 per volontà dei Savoia che volevano ingraziarsi la Chiesa cattolica, e terminò solo nel 1848 grazie a re Carlo Alberto, che permise ai valdesi di costruire il loro tempio a Torino. Fino a ieri, però, nessuno nelle gerarchie vaticane aveva mai chiesto loro scusa in maniera ufficiale. Bergoglio lo ha fatto compiendo il secondo gesto storico della giornata. Che fosse il momento giusto per questa riconciliazione lo si è intuito chiaramente a metà del discorso del papa, quando ha affermato che “purtroppo, è successo e continua ad accadere che i fratelli non accettino la loro diversità e finiscano per farsi la guerra l’uno contro l’altro”e poi ha detto “perdonateci”. Il papa ha anche affermato che le dottrine divergenti non separeranno i cristiani: “L’unità che è frutto dello Spirito Santo non significa uniformità. I fratelli infatti sono accomunati da una stessa origine ma non sono identici tra di loro”. Poi ha esortato a “continuare a camminare insieme” e collaborare per l’evangelizzazione e “il servizio all’umanità”, l’attenzione agli emarginati, poveri e migranti che siano. Con queste parole una ferita è stata rimarginata. “È stato un incontro di ‘fratelli ’ che si parlano”, afferma il pastore di Torino Paolo Ribet indicando le sei sedie tutte uguali disposte sull’altare del tempio e ribadendo un concetto di fratellanza da lui esposto all’apertura della mattinata, quando ha utilizzato il termine “fratelli” perché così Gesù designava i suoi discepoli: “Il discorso del papa va al di là delle parole. Ha un significato ‘fisico’. Non ci ha mandato una lettera, ma è venuto qui personalmente”. Come gesto di riconciliazione il suo connazionale Oscar Oudri, pastore della Tavola valdese di Rio de la Plata, invita Bergoglio a pregare insieme e “se possibile… bere un mate”. Secondo il moderatore Bernardini “la storia non cambia – premette al termine della cerimonia -, ma è importante che la chiesa di oggi abbia espresso un giudizio storico. Noi abbiamo apprezzato e accolto le scuse, ma non è che prima covassimo ancora rancore”. Insomma, nessun astio tra le due fedi cristiane, ma solo un importante gesto distensivo che per i valdesi deve portare al raggiungimento di alcuni obiettivi. IN PRIMIS vorrebbero essere riconosciuti come una “Chiesa” vera e propria e non come una “comunità ecclesiale”, secondo la definizione del Concilio vaticano II: “Non abbiamo mai capito bene che cosa significhi questa espressione: una chiesa a metà? Una chiesa non chiesa?”, aveva detto il pastore Bernardini al papa. La seconda richiesta invece è quella di poter partecipare alla comunione. Su queste richieste però bisognerà attendere le decisioni delle gerarchie vaticane. E chissà che questo riavvicinamento possa influenzare la Chiesa cattolica sui temi bioetici, sui quali i valdesi hanno delle posizioni progressiste? “Papa Francesco ha già aperto delle porte e ne ha socchiuse altre – spiega il pastore Ribet –. Il Sinodo straordinario sulla famiglia ha iniziato a parlare
delle unioni tra coppie dello stesso sesso e questa è una cosa che prima non si poteva neanche immaginare. Riconoscere la dignità degli altri non deve essere visto come un pericolo”.

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