a Roma soldi a palate alle spalle dei rom: ‘maledetti rom’

tangenti sui campi rommaledetti rom

indagati 15 dirigenti del Campidoglio

 

la vicenda di Emanuela Salvatori: sotto accusa anche il marito. Accettarono soldi e favori da imprenditori delle cooperative. Coinvolti tre politici del Pdl. In tutto gli iscritti a «modello 21» sono 78, fra cui il presidente dell’Opera Nomadi

di Fulvio Fiano e Ilaria Sacchettoni

  

La sola preoccupazione di Emanuela Salvatori, la responsabile in Campidoglio per l’attuazione del piano d’integrazione dei rom, dirigente di uffici dal budget milionario, era trovare un buon posto alla figlia. Ma c’è di più nella denuncia dei carabinieri dell’Eur che ha portato all’arresto di titolari di cooperative e funzionari pubblici impegnati- secondo l’accusa – a lucrare sulle problematiche legate ai campi nomadi. Un dettaglio che va al di là del dato giudiziario e illumina un mondo in scala (quella Balduina un tempo vezzeggiata e oggi abbandonata alle sue stesse vie, rattoppate e impercorribili, così come denunciano da tempo i residenti sul profilo Facebook dedicato Sei di Balduina). Nell’elenco dei denunciati si legge il nome di Vito Derla, medico odontoiatra con due studi bene avviati a Monte Mario, e, a questo punto, sotto inchiesta per concorso in corruzione.

Secondo i pm De Santis, Golfieri, Lasperanza, Ielo e Tescaroli, Derla, avrebbe fatto pressioni perché gli imprenditori incaricati dal Campidoglio – fornitori delle coop come Buzzi ma anche come Roberto Chierici – assumessero la neolaureata figlia della Salvatori nelle coop o facessero pubblicità sulle tv locali «controllate» da Chierici alla sua attività. Il medico sarebbe stato anche a conoscenza delle nove buste con banconote in contanti versate da Chierici in persona (e dagli altri imprenditori coinvolti) alla Salvatori. Somme trascritte nel libro nero delle tangenti amministrato dalla contabile di fiducia della 29 giugno Nadia Cerrito e destinate dalla funzionaria capitolina a spese in famiglia.     

Attorno ai Salvatori-Derla si sarebbe coagulato un intero quartiere e una categoria di professionisti. Anche il medico di base della Salvatori è nell’elenco dei denunciati. Si tratta di Vincenzo Pazzetta, a sua volta specializzato in cure a domicilio o altri servizi, incluse le cure dentarie oltrefrontiera presso un suo ambulatorio in Croazia (è tutto sul suo sito online).

A questa fiera della micro corruzione i funzionari capitolini avrebbero partecipato in forze, così almeno si ricava dai numeri dell’informativa degli investigatori. Su 78 indagati complessivi, quindici sono funzionari capitolini e tre sono politici. Fra gli ultimi spiccano i nomi di Calogero «Gero» Nucera, capo staff del Pd all’assemblea capitolina, Francesco D’Ausilio ex capogruppo del Pd in Campidoglio, Enzo Foschi, capo segreteria di Ignazio Marino poi dimessosi. Il numero è provvisorio perché in quell’elenco ci sono 26 nomi secretati da omissis. E poiché gli investigatori hanno preso in esame soprattutto le delibere con gli stanziamenti fuori bilancio approvate in aula, è possibile che dagli omissis spunti qualche nome di politico. Tra gli imprenditori finiti in carcere c’è Salvatore Di Maggio del consorzio coop Bastiani.

Quanto ai dipendenti infedeli della macchina amministrativa, cinque sono dirigenti di primo livello. Poi ci sono quadri e impiegati. Fra questi c’è il caso di Alessandra Morgillo, collaboratrice della Salvatori alla quale si contesta un episodio simile. In cambio di una determinazione dirigenziale favorevole all’imprenditore Roberto Chierici, la Morgillo avrebbe chiesto a Chierici l’assunzione della figlia «presso un’impresa di servizi operante all’interno dell’aeroporto di Fiumicino». Fra gli altri funzionari Eliseo De Luca, Vito Fulco, Nicola Ciano, Claudio Verna (responsabile del centro di Accoglienza di via Salaria) Francesco Scollo, Francesco Gagliardi, Lucia Laccertosa, Claudio Zaccagnini, Giovanna Fornari, Elisabetta Marconi, Giacomo Zarelli. Mentre fra i dirigenti spunta il nome di Isabella Cozza, Ivana Bigari, Stefano Giulioli.

Nell’inchiesta, praticamente complementare al filone di Mafia Capitale che ricostruiva l’infiltrazione criminale nei ranghi dell’assessorato alle politiche sociali, c’è spazio anche per una riflessione su capipopolo e interlocutori della pubblica amministrazione. Come Kasim Cizmic che da carismatico vicepresidente dell’associazione Opera Nomadi aveva dato voce alle famiglie sgomberate dal campo di vicolo Salvini. Oggi, sempre secondo la procura, avrebbe invece orchestrato le emergenze per favorire alcuni fornitori di servizi ai campi rom.

Infine Massimo Converso, responsabile di Opera Nomadi. Già chiacchierato per i campi autogestiti e per la disinvoltura con cui avrebbe organizzato i lavori di pulizia e manutenzione senza pagare (o pagati con gran ritardo) i lavoratori, ora è nel mirino dei magistrati per concorso in corruzione. Nell’inchiesta sono state coinvolte anche sette cooperative sociali, oltre alla Domus Caritatis (citata in mafia Capitale) compaiono anche Bottega Solidale tramite il suo legale rappresentate Mario Ubaldo Pucci Barlaam e la cosiddetta «unità di strada» San Saturnino, gestita da Alessandro Giorgio Prosposito. Infine, Roman Obradovic gestore di fatto del Centro di Accoglienza di via Visso.

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