alla ‘marcia della pace’ c’eravamo anche noi … anche se nessuno se ne è accorto
centomila alla marcia per la pace da Perugia ad Assisi
papa Francesco invia benedizione:
“la guerra distrugge tutto”
Papa Francesco ha inviato un saluto e la sua benedizione ai partecipanti auspicando che “la manifestazione contribuisca a suscitare sempre più viva la consapevolezza che la guerra distrugge sempre e con essa si perde tutto”.
Tantissimi anche i gonfaloni di Comuni, Province e Regioni italiane ed i sindaci con le fasce tricolori. Molte le associazioni del volontariato e del mondo civile. In marcia anche un gruppo di ragazzi della Scuola superiore di Amatrice: “Siamo qui per guardare avanti” dicono gli studenti. È un messaggio contro “l’indifferenza delle istituzioni internazionali ma anche di tutti coloro che dicono io non c’entro”, afferma il coordinatore Flavio Lotti, secondo cui “se non ci assumiamo ciascuno la nostra responsabilità non sarà possibile avere una società di pace, senza conflitti. Vogliamo reagire al silenzio e all’indifferenza di chi ci governa”.
Nel suo messaggio, il capo dello Stato Sergio Mattarella scrive che “la pace è questione che non interpella solo i vertici delle Nazioni o ristrette classi dirigenti. I popoli subiscono le conseguenze delle guerre. E’ da loro che può venire una nuova stagione di cooperazione, di sviluppo sostenibile, di rispetto reciproco”. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha inviato un saluto e un ringraziamento a tutti i partecipanti alla marcia “contro la rassegnazione, il cinismo, l’indifferenza: per ricordare alle istituzioni sovranazionali e nazionali, ai governi e ai parlamenti, che non si possono chiudere gli occhi sui troppi conflitti che insanguinano il pianeta e che concorrono a provocare le migrazioni forzate di decine di milioni di persone disperate”.
“Dobbiamo osare di più. Imparare il coraggio di avere più coraggio” è l’appello di don Luigi Ciotti. “Se c’è una malattia veramente mortale – ha detto il fondatore di Libera -, anche rispetto ai problemi di casa nostra, credo sia la rassegnazione, la delega e l’indifferenza. Non basta commuoverci ma bisogna muoverci di più tutti. Sono 250 milioni i ragazzi che vivono per le strade. Ogni ora che trascorreremo circa 800 bambini muoiono di fame, stenti e malattie sulla faccia della terra. Abbiamo quindi bisogno di fermarci, di interrogarci. Di fare meno parole e più fatti. Abbiamo troppi cittadini a intermittenza nel nostro Paese mentre dobbiamo essere più responsabili. La pace ha bisogno di ciascuno di noi”.
ma, modestamente, c’eravamo anche noi da Lucca ad attestare la nostra voglia di pace nel suo senso più globale, che significhi di fatto anche superamento e rimozione di ogni muro, barriera, separazione fra culture e popoli, superamento di ogni chiusura nazionalistica e populistica segni di egoismi di gruppo in un mondo che ogni giorno fa circolare liberamente e liberisticamente miliardi e miliardi di interessi economici e militari ma preclude possibilità ai disperati di mettersi in salvo dalla loro disperazione …