Buon Natale!
i migliori auguri a tutti gli amici,
ma non mi piace dare degli auguri scontati, formali, senza anima: vorrei formularli nel modo più vivo, forte, vero, vigoroso, fino a rasentare la ‘scomodità’, per evitare il più possibile l’ovvietà, la ritualità, la scontatezza
mi piace darli con le parole, quasi graffianti, di un grande vescovo purtroppo morto troppo presto (succede così alle persone migliori!), don Tonino Bello:
“Carissimi, non farei il mio dovere di religioso, se ci dicessimo BUON NATALE senza darci disturbo. Io invece mi voglio e vi voglio infastidire.
Non sopporto di rivolgerci auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga anzi l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente.
Tanti auguri scomodi allora. Gesù che nasce per amore ci dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali. E la forza di inventarci un’esistenza carica di donazione, preghiera, silenzio, coraggio. Il Bimbo che dorme sulla paglia ci tolga il sonno e ci faccia sentire il nostro guanciale duro come un macigno. Finché non avremo ospitato uno sfrattato, un marocchino, un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo ci faccia sentire dei vermi ogni volta che la carriera diventa il nostro idolo; il sorpasso, progetto dei nostri giorni; la schiena del prossimo strumento delle nostre scalate.
Maria, che trova nello sterco delle bestie la culla per il figlio, ci costringa a sospendere tutte le nenie natalizie, finché la nostra coscienza accetterà che lo sterco degli uomini, o il bidone della spazzatura, o l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei nostri cenoni e il tepore delle nostre tombolate, provochi corto circuiti allo spreco delle nostre luminarie, finché non ci lasceremo mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro. Gli Angeli che annunziano la pace portino guerra alla nostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, a poco più di una spanna, con il nostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra, si sterminano i popoli con la fame.
I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità, ci facciano capire che, se vogliamo vedere una “grande luce”, dobbiamo partire dagli ultimi. Che le elemosine di noi che giochiamo sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura ma non scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. Che i poveri, quelli veri, hanno sempre ragione, anche quando hanno torto.
I pastori che vegliano facendo la guardia al gregge e scrutano l’aurora, ci diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E ci ispirino un desiderio profondo di vivere poveri: che è l’unico modo per morire da ricchi.
BUON NATALE!
Sul nostro vecchio mondo che muore nasca la speranza”
(Tonino Bello)
Buone feste!
Beati i piedi di chi ricerca la profezia
di una parola che illumina la storia,
di chi costruisce fraternità
e amicizia, in un mondo
di esclusioni e pregiudizi.
Beati i piedi della quotidianità,
messaggeri dell’amore
che dà direzione e unità
ai frammenti dispersi dell’esistenza
preda della molteplicità del tempo.
Beati i piedi che aprono strade
ancora invisibili, che avanzano
portando nel cuore il mistero
di una Presenza
che è promessa mai compiuta
di una PACE piena.