Dio non è così …

chi è stato?

Sap 14,30: concepirono un’idea falsa di Dio

«È incredibile l’abuso che noi occidentali abbiamo fatto della Bibbia per dominare il mondo»

Alex Zanotelli

 

Chi ha trasformato Colui che salva in colui che giudica e punisce?
Chi ha trasformato Colui che è compassione e tenerezza in colui che minaccia ritorsioni?
Chi ha trasformato Colui che è Amore in un contabilizzatore di colpe?
Chi ha trasformato Colui che è Padre in colui che valuta i meriti?
Chi ha trasformato Colui che è sposo fedele e innamorato in colui che ci accoglie solo a certe condizioni e ci vuole sempre diversi?
Chi ha trasformato Colui che si umilia per noi in colui che ci guarda dall’alto.
Chi ha trasformato Colui che si identifica con i sofferenti in colui che si allea con gli oppressori della terra?
Chi ha parlato senza conoscere Dio?(*)

(*)“Il Dio che si rivela in Gesù capovolge le idee che l’uomo religioso si fa di Dio”.

(D. Bonhoeffer, in Conflitti cristologici con il magistero di Josè Ignacio Gonzàlez Faus, Concilium 3/2008, p. 145).

il capitalismo non può essere democratico

l’economia che produce ferite

le parole nette di papa Francesco

«Le strutture economiche sacrificano vite umane per utili maggiori»

papa Francesco

da Altranarrazione

Capitalismo finanziario

Strutture di peccato

La disuguaglianza sociale nel capitalismo finanziario non è un elemento accidentale o temporaneo ma strutturale. Dovendo garantire un extra-benessere a pochi non può tollerare forme di redistribuzione della c.d. ricchezza. È un sistema economico incompatibile con la democrazia: ne impedisce le dinamiche basilari. Dove c’è il capitalismo, al di là delle denominazioni, vige di fatto l’oligarchia. L’1% è in grado di soggiogare il 99% attraverso un uso smaliziato della forza e l’aiuto fondamentale degli intermedi: di coloro cioè che non appartengono all’1% ma sono pronti a tutto pur di raccogliere le briciole che cadono da quel tavolo. Allora li vedi sostenere le tesi della tecnocrazia europea, della finanza e dei globalizzatori dello sfruttamento. Li vedi tristemente al servizio dell’iniquità, attori non protagonisti di una squallida commedia. Il 99% può indignarsi, ne ha facoltà, ma con calma: nei luoghi, nei modi e nei tempi concessi dal potere. L’importante è che dopo lo sfogo  ritorni velocemente alla catena di montaggio.

testo di papa Francesco:

Le ferite che provoca il sistema economico che ha al centro il dio denaro, e che a volte agisce con la brutalità dei ladri della parabola [del samaritano], sono state criminalmente ignorate. Nella società globalizzata, esiste uno stile elegante di guardare dall’altro lato, che si pratica ricorrentemente: sotto le spoglie del politicamente corretto o le mode ideologiche, si guarda chi soffre senza toccarlo, lo si trasmette in diretta, addirittura si adotta un discorso in apparenza tollerante e pieno di eufemismi, ma non si fa nulla di sistematico per curare le ferite sociali e neppure per affrontare le strutture che lasciano tanti esseri umani per strada. Questo atteggiamento ipocrita, tanto diverso da quello del samaritano, manifesta l’assenza di una vera conversione e di un vero impegno con l’umanità. Si tratta di una truffa morale, che, prima o poi, viene alla luce, come un miraggio che si dilegua. I feriti stanno lì, sono una realtà. La disoccupazione è reale, la corruzione è reale, la crisi d’identità è reale, lo svuotamento delle democrazie è reale. La cancrena di un sistema non si può mascherare in eterno, perché prima o poi il fetore si sente e, quando non si può più negare, nasce dal potere stesso che ha generato quello stato di cose la manipolazione della paura, dell’insicurezza, della protesta, persino della giusta indignazione della gente, che trasferisce la responsabilità di tutti i mali a un “non prossimo”.

(Papa Francesco, Messaggio in occasione dell’incontro dei movimenti popolari a Modesto, California, 16-19 febbraio 2017)

un papa che merita sognare – per una chiesa ‘altra’

ho sognato il papa

«Quando crollano i beni di un istituto religioso, io dico: “Grazie, Signore!”, perché questi incominceranno ad andare sulla via della povertà e della vera speranza nei beni che ti dà il Signore»

papa Francesco

Non mi capita spesso ma questo sogno desidero raccontarlo perché è speciale: è fatto ad occhi aperti.

C’erano molte persone raccolte in Piazza San Pietro, visibilmente emozionate.

Guardavano in alto, in attesa che il nuovo Papa si affacciasse dal balcone.

Si aprì, invece, il portone della Basilica e il pontefice neoeletto, senza scorta, uscì per salutare i fedeli presenti.

Gli porsero, poco dopo, un megafono per farsi ascoltare dai più lontani.

Prese a dire parole inaudite:

«Buonasera fratelli e sorelle! Desidero, innanzitutto, comunicarvi che oggi inizia un nuovo cammino per la Chiesa.

Il cambiamento consisterà soprattutto nella rinuncia ad ogni forma di Potere, ai privilegi e ai comportamenti che ci allontanano dalla vita reale.

Ci faremo guidare unicamente dal vangelo, riscopriremo il carisma profetico denunciando le strutture di peccato, ci schiereremo, senza indugio, dalla parte dei poveri, degli oppressi e di tutti quelli a cui viene negata una seconda possibilità.

Non faremo più calcoli, non guarderemo più alle convenienze sociali, non difenderemo più la Chiesa con mezzi umani, perché la Chiesa ha già il suo difensore: Cristo. Infatti a noi spetta imitare la sua prassi e condividere le sue opzioni. Quindi il nostro programma da oggi sarà quello indicato nel Vangelo di Luca – annunciare ai poveri un lieto messaggio, proclamare ai prigionieri la liberazione, la vista ai ciechi, la libertà agli oppressi, predicare la misericordia di Dio – e in quello di Matteo al capitolo 25. Ascolteremo i poveri e solo quando avremo finito con loro daremo spazio ai c.d. Capi di Stato.

Consegneremo il Vaticano alle autorità civili, metteremo a disposizione della comunità tutte le ricchezze in esso contenute.

La Chiesa vivrà nel mondo e stabilirà la sua sede legale in tutti i luoghi in cui l’uomo soffre.

Lasceremo i Palazzi ed andremo negli ospedali, nelle carceri, negli accampamenti dei disperati, nelle fabbriche, nei call center…

Liquideremo la Banca e la sostituiremo con l’unica Banca coerente con la testimonianza evangelica: quella della tempo e della solidarietà.

Da oggi investiremo solo in gratuità e confideremo solo nelle risorse provenienti dal Fondo chiamato ‘Provvidenza’.

Non useremo più elicotteri, ma ci sposteremo con i mezzi di trasporto che usano i poveri: quelli pubblici.

Incontrerete il Papa su un autobus o in una metro e la sua nuova abitazione sarà presso una parrocchia di periferia.

Sposeremo la causa degli ultimi perché lo richiede il Vangelo e perché la Chiesa ha bisogno di conversione.

Rinunceremo alle sovvenzioni statali per vivere la grazia della sobrietà e per condividere la condizione di chi non riceve simili aiuti.  

Saremo una Chiesa povera e dei poveri sia per testimoniare che l’Amore di Dio –che è l’essenziale – è gratuito, sia per denunciare l’iniquità dell’attuale sistema economico-sociale che per garantire il profitto a pochi avidi sfrutta i popoli e devasta l’ambiente.

Saremo radicali e ci inginocchieremo solo per pregare e non per ottenere qualcosa in cambio dai potenti. Saremo la voce dei poveri, la coscienza critica, avremo paura ma chiederemo a Cristo la forza per percorrere la sua stessa strada».

A questo punto mi sono svegliato, e rimango nell’attesa che tutto ciò diventi realtà.

l’efficacia della parola di Dio “come il fuoco e come un martello che spacca la roccia”

ricerca di significati

da Altranarrazione

 

La Parola di Dio non è innocua(1).

Possiamo tradirla, rifiutarla ma non ignorare.

In qualche modo penetra come l’acqua e si insinua nelle invisibili fessure dei muri che pensiamo di erigere con attenzione e perizia.

Rimane lì a sollecitarci mantenendo il nostro cuore inquieto.

Ci fa intravedere il bene anche se non riusciamo a compierlo (2).

È perfettamente aderente alla nostra umanità, mentre il resto ci divide.

Ci consente un respiro ampio, mentre il resto ci soffoca.

Porta il nostro sguardo nel profondo strappando la patina delle formalità.

Ci svela il significato che sta appena dietro l’apparenza.

Ci illumina in questa vita da trascorrere irrimediabilmente al buio.

Indica la strada anche quando scegliamo quella sbagliata.

Permette di tornare indietro, di andare oltre e ci riporta sempre a casa.

Guarisce l’angoscia esistenziale e consola la malinconia dell’Assenza.

Ci fa compagnia quando non c’è nessuno al nostro fianco e riconcilia quando non vogliamo più nessuno al nostro fianco.

Ci restituisce forza quando stiamo per arrenderci e smaschera gli inganni dell’arroganza.

Riapre prospettive quando i nostri orizzonti entrano in un vicolo cieco. 

Utilizza con l’anima un linguaggio che la mente non riesce a decifrare.

Compie percorsi dentro di noi che rimangono assolutamente misteriosi.  

Possiamo comprendere solo qualcosa dagli effetti.

Ci insegue quando fuggiamo e trova il nascondiglio in cui vorremmo evitare di esistere.

È voce di silenzio sottile(3) nell’intimità dell’incontro è grido profetico dai tetti(4) quando annuncia la liberazione degli oppressi.

Predilige i piccoli e i poveri abitando nelle loro vite.

Per questo leggiamo la Parola sulla carta ma la vediamo vivere solo nel contatto con loro. La lectio divina inizia alla scrivania ma si realizza e completa nelle baracche dove soffrono i nostri fratelli e le nostre sorelle.

1) “La mia parola non è forse come il fuoco e come un martello che spacca la roccia?” (Geremia 23,29)

2) ”C’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio” (Lettera ai Romani 7, 18-19)

3) (1Re 19,12)
4) (Isaia 40,2; Matteo 10,27)

il grande ‘giudizio’ in linguaggio attuale

glossa a Matteo 25

“«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). Il Signore promette ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa”

papa Francesco 

Ero precario e non mi avete stabilizzato,

ero disoccupato e non mi avete ricollocato,

ero operaio e non mi avete ricompensato adeguatamente,

ero studente e non mi avete formato al giudizio critico,

ero donna e non mi avete riconosciuto condizioni di eguaglianza sul posto di lavoro;

ero diversamente abile e non mi avete integrato,

ero campesino e non mi avete supportato nella lotta contro l’oppressione,

ero desaparecido e non mi avete cercato,

ero giovane e non avete rispettato la mia speranza,

ero anziano e non mi avete coinvolto,

ero prete, magistrato, politico, giornalista che combatteva Regimi e Mafie e non avete smesso di fare accordi e compromessi indicibili,

ero profeta e non mi avete ascoltato,

ero Dio e non mi avete riconosciuto.

il Dio straniero … che viene sempre da lontano e ha bisogno sempre di noi

anche Dio è straniero

Perché viene da lontano: dall’inizio dei tempi, fino a farsi prossimo, un giorno, improvvisamente.

Perché entra a casa nostra con un misto di aspettative e di timore: spesso non riconosce la nostra lingua particolare, lui che vorrebbe parlarne una universale.

Perché esiste, ma per manifestarsi, per avere un’identità, un passaporto, un timbro sul foglio di via, ha bisogno di noi. Dei nostri occhi, delle nostre mani, del nostro muoversi e camminare.

Perché non pretende alcunché da noi, ma, appena arrivato, si rende disponibile anche per i lavoretti in nero, prova a donarsi così com’è. Perché vuol solo essere accettato.

Perché sui barconi condivide il posto bagnato in cui coricarsi, alla mensa della Caritas il pane e la pastasciutta, coi compagni il dolore per una madre lasciata in Africa e l’incertezza della vita. Condivide. Sempre.

Perché serve: badante nelle case di chi non riesce obiettivamente ad accudire i propri vecchi, contadino dove nessuno raccoglie più i pomodori, manovale sotto il sole d’agosto. Serve, perché spesso gli mettono in tasca pochi spiccioli all’ora, e poco importa se si cade da un cornicione, se cade chi probabilmente non esiste.

Perché non giudica, ma è sempre giudicato: dal medico all’ingresso di frontiera, dal questurino, dal datore di lavoro, da noi che spesso lo guardiamo male perché un po’ sporco e strano. E, oggi, anche dai personaggi del finale dei vangeli: i nuovi governatori, i nuovi re edomiti o nabatei, e soprattutto, come allora, da un popolo intero che grida “crucifige”. Quando va male qualcosa, anziché incolpare noi stessi ce la prendiamo con lui, un Dio che è capro espiatorio.

Perché è sempre in croce: dell’ingiuria, della calunnia, della malafede, dell’ignominia, del crimine, della colpa, della miseria e della malattia.

Perché muore: di colpi di proiettile tirati per caso, di ruspa sui campi di soggiorno, di risse, di inseguimenti; per annegamento, per asfissia, per corpo contundente. Soprattutto, muore di indifferenza.

Perché risorge. In chi dice no alla cultura della paura e della morte. Nelle suore della Carità minacciate dai naziskin; nei preti di strada, di tutte le forme di strada. Nei sindacalisti e nei politici che hanno ancora una coscienza. In ciascuno di noi, se solo lo si vuole, senza fare chissà che.

razzisti senza … motivo

 

non sono razzista, ma …

 

Qualcuno è razzista perché è arrabbiato.
Qualcuno è razzista perché è discriminato sul lavoro.
Qualcuno è razzista perché gli altri sono razzisti.
Qualcuno è razzista perché “e allora il PD?”.
Qualcuno è razzista perché sono loro che sono neri.
Qualcuno è razzista perché loro hanno il telefonino.
Qualcuno è razzista perché “lasciamoli lavorare”.
Qualcuno è razzista perché c’è chi sfrutta l’immigrazione.
Qualcuno è razzista sempre, tranne quando c’è un corpo da comprare.
Qualcuno è razzista perché “loro rubano”. (“E allora il PD?”)
Qualcuno è razzista ma non lo vuole ammettere.
Qualcuno è razzista perché dice “è meridionale, ma è una gran brava persona”.

Tante persone sono razziste, ma nessuno ha un buon motivo per esserlo.

non un’altra chiesa ma una chiesa altra secoindo un vangelo non «presentabile in società»

la chiesa che nasce dai poveri

dagli scritti di Gustavo Gutierrez

 

«Quelli che la bibbia chiama i poveri non sono soltanto i destinatari privilegiati del vangelo; sono pure, e per ciò stesso, i suoi portatori. Dei “condannati della terra” è il regno dei cieli»

Gustavo Gutierrez

Il Vangelo è un elemento di contraddizione dove c’è oppressione e sfruttamento.

Promuove la giusta indignazione, non addormenta le coscienze.

Il Vangelo è il libro della liberazione e non legittima nessun schiacciamento  dell’uomo sull’uomo.

Quando la chiesa-istituzione appoggia le classi dominanti significa che c’è qualcosa che non funziona.

Cercare o mantenere una posizione di rendita vuol dire porsi fuori dalla testimonianza evangelica.

La Chiesa, per vocazione, deve disturbare socialmente sia i governi che adottano politiche inique sia le classi sociali che ne traggono beneficio.

Se si toglie l’aspetto profetico rimane solo la burocrazia: e gli effetti di tale deformazione sono noti.

testo di Gustavo Gutierrez:

“Il Vangelo letto a partire dal povero, dalle classi sfruttate e dalla solidarietà attiva con le sue lotte per la liberazione, porta alla convocazione di una Chiesa popolare; porta ad una Chiesa che nasce dai poveri, dall’emarginazione […] che nasce dal popolo, da un popolo che strappa il Vangelo dalle mani dei dominatori, che impedisce la sua utilizzazione come elemento giustificante di una situazione contraria alla volontà del Dio liberatore….”. L’Evangelizzazione sarà realmente liberatrice quando gli stessi poveri saranno i suoi portatori. Allora sì, annunciare il Vangelo sarà pietra di scandalo, sarà un Vangelo non «presentabile in società»,  si esprimerà in modo poco raffinato, puzzerà….”.

(Gustavo Gutiérrez, La forza storica dei poveri, trad. C. Delpero, Queriniana, Brescia, 1979, p. 27-28)

il ‘credo cristiano’ e le sue implicazioini

credo profetico

«Il male è socializzato, istituzionalizzato e militante. Il Regno di Dio e le sue leggi più alte possono destabilizzarlo solo attraverso il conflitto»

W. Rauschenbusch

 

-Rinunci all’accumulo di ricchezze, allo sfruttamento degli altri e all’inquinamento ambientale?

Rinuncio.

-Rinunci a tutte le opere che generano iniquità e oppressione?

Rinuncio.

-Rinunci a tutte le seduzioni del consumismo?

Rinuncio.

-Credi in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, Padre degli orfani, difensore delle vedove e liberatore degli oppressi?

Credo.

-Credi in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, si è identificato con i poveri, i forestieri, i malati, i carcerati, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?

Credo.

-Credi nello Spirito Santo che ha parlato per mezzo dei profeti, la santa Chiesa Cattolica Povera e dei Poveri, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?

Credo

e dicono che il razzismo in Italia non è un problema serio …

quegli otto spari sui migranti in tutta Italia

di Fiorenza Sarzanini
in “Corriere della sera” del 28 luglio 2018

In un mese e mezzo ci sono stati otto casi. E a questo punto sembra davvero difficile parlare di coincidenze. Perché è vero che gli episodi sono accaduti in città diverse — anche se a Caserta e Forlì è già accaduto per due volte — e differenti sono le modalità. Ma gli spari contro gli stranieri, con armi a pallini o ad aria compressa, sono sempre più frequenti e tanto basta per far scattare l’allerta negli apparati di sicurezza. I controlli sui social L’ipotesi valutata al momento è quella dell’emulazione, ma senza escludere che dietro alcuni «attacchi» possa esserci una matrice di odio razziale. Ecco perché carabinieri e polizia stanno cercando di ricostruire nei dettagli ogni vicenda, concentrandosi sulla possibilità che qualcuno possa essere stato fomentato attraverso la «rete» dei social. Un lavoro affidato alla Postale che sta monitorando «profili» e siti proprio per trovare tracce utili. Verifiche che si affiancano a quelle svolte da commissariati e stazioni dell’Arma per scoprire se dietro alcuni fatti possa esserci un’unica regia.

Senza dimenticare quanto accaduto a Macerata nel febbraio scorso quando Luca Traini sparò e ferì sei stranieri «per vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro», la giovane che era stata adescata da un gruppo di nigeriani. Gli spari in Campania L’11 giugno scorso c’è la prima denuncia. Due ragazzi maliani — ospiti di una struttura per migranti — si presentano alla questura di Caserta e raccontano di essere stati colpiti da una raffica di colpi di pistola ad aria compressa sparati da una Panda nera in corsa. Uno ha una ferita all’addome. Parlano di tre aggressori, raccontano che inneggiavano a Matteo Salvini. Scattano le verifiche, intanto nove giorni dopo un altro giovane maliano viene colpito a Napoli da due ragazzi armati di un fucile a piombini mentre sono a bordo di un’auto per le vie del centro. L’ultimo caso ancora a Caserta è di ieri, con il ragazzo della Guinea, ospite in un centro di accoglienza, che racconta di essere stato colpito al volto con la pistola ad aria compressa. A Forlì sono due gli assalti contro gli stranieri. Il primo viene denunciato il 2 luglio da una donna nigeriana ferita a un piede. In realtà quando si presenta spiega che l’episodio è accaduto qualche giorno prima, ma spiega di aver avuto paura. Appena tre giorni dopo c’è un nuovo caso. Questa volta ad essere colpito all’addome è un ivoriano di 33 anni. Il suo racconto è preciso: mentre stava in bicicletta è stato affiancato da un’auto e qualcuno si è sporto dal finestrino sparando con una pistola modello softair. È lo stesso tipo di arma usato dai tre ragazzi denunciati mentre vengono sorpresi a fare fuoco contro le macchine in corsa. E gli investigatori non escludono che siano proprio loro, o comunque qualcuno a loro collegato, ad aver agito.

Il Lazio e i rom L’11 luglio vengono presi di mira due nigeriani mentre aspettano l’autobus a Latina Scalo da sconosciuti a bordo di una vettura scura. Il sindaco Damiano Coletta non crede alla causalità, parla subito di «matrice discriminatoria». Più cauti sono i magistrati di Roma che indagano sul ferimento della bimba rom di 15 mesi colpita il 17 luglio in una strada trafficata mentre è in braccio alla mamma. Perché, spiegano, l’ex dipendente del Senato che ha sparato dal balcone del suo appartamento non mostra di avere alcuna tendenza razzista. Resta però da capire come mai non si sia presentato ai carabinieri pur avendo saputo di aver ferito la piccola e soprattutto perché avesse modificato l’arma per potenziarla. Non ha avuto il coraggio di dire che «volevo sparare a un piccione» come ha sostenuto l’uomo che in Veneto due giorni fa ha colpito alla schiena un operaio di Capoverde. Ma anche la giustificazione del «colpo partito per sbaglio» appare poco credibile.

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