crisi umanitarie ‘scomparse’ dai media

 

crisi umanitarie ‘scomparse’ dai media: 9° rapporto sulle crisi umanitarie dimenticate dai media, curato dai Medici senza Frontiere (M.s.f.) italiani

immacolato

il 4%: è questa la percentuale di informazioni relativa alle crisi dimenticate diffuse dai telegiornali italiani durante tutto il 2012 (vedi di seguito presentazione di T. dell’Olio):

Mosaico dei giorni Invisibili, le crisi umanitarie ‘scompaiono’ dai media 27 giugno 2013 – Tonio Dell’Olio

Il 4%: è questa la percentuale di informazioni relative alle crisi dimenticate diffuse nei telegiornali italiani durante tutto il 2012. Un dato , il più basso dal 2006, che dimostra come nel paese le crisi in alcune zone del mondo, da dimenticate stanno diventando invisibili.

“Ogni anno stiliamo una lista, sperando che l’anno successivo sia vuota mentre la situazione è in netto peggioramento” dice alla MISNA Loris de Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere (Msf) Italia in occasione della presentazione del 9° Rapporto sulle crisi umanitarie dimenticate dai media, in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia.

“Crisi economica, politica, ma anche l’assenza di grandi emergenze internazionali come lo tsunami hanno contribuito a far scivolare le crisi nel dimenticatoio” spiega Paola Barretta, dell’Osservatorio di Pavia, sottolineando che lo scenario generale delle notizie nei telegiornali nazionali nel 2012 è stato caratterizzato da una maggiore attenzione alla crisi economica e di conseguenza alla politica, anche se le pagine di curiosità e costume, seppure in diminuzione, occupano comunque il 6% del totale delle notizie.

Se le crisi umanitarie trovano sempre meno spazio, la fine del mondo profetizzata dai Maya ha invece meritato trenta notizie nell’anno in esame. E in 12 mesi i tg della sera hanno dedicato solo 7 servizi all’aids, di cui due in occasione della Giornata Mondiale dell’1 dicembre.

Fra i dati più emblematici rilevati dal rapporto, le tre notizie sulla Repubblica Democratica del Congo, dove non cessano le violenze nelle aree del Kivu; i quattro servizi sul Niger, piegato dalla malnutrizione; le due notizie sulla martoriata popolazione di Haiti. Il Sudan e il Sud Sudan trovano spazio in 17 notizie, numerose delle quali in relazione alle campagne per il Darfur sponsorizzate da George Clooney.

Al termine dell’incontro, Msf ha presentato una lettera aperta, firmata da intellettuali e giornalisti, e rivolta ai responsabili dei principali gruppi editoriali, in cui invita i mezzi di informazione a non spegnere i riflettori sulle crisi ed emergenze umanitarie in corso nel mondo.  (Fonte MISNA)

http://www.peacelink.it/mosaico/a/38667.html 

 

 

amare la pace o armare la pace?

 

buon giorno

lettera di Pax Christi al ministro Mauro che afferma, senza che gli scappi da ridere, che :

“per amare la pace bisogna armare la pace”

 

 

 Signor Ministro Mauro,

 

 oggi, nel corso del dibattito parlamentare sull’acquisto degli F35, lei

 ha affermato che “per amare la pace bisogna armare la pace”. E’ un bel

 gioco di parole, non c’è che dire, ma un gioco molto pericoloso.

 

 So bene che il suo azzardato gioco di parole appartiene ad una vera e

 propria operazione linguistica in atto da anni e che, in modo assai

 ingannevole, vuole pian piano convincere la gente che alla fine pace e

 guerra sono la stessa cosa e che per raggiungere la prima non c’è altra

 via che la seconda. Un’operazione ingannevole e pericolosa. La sua

 affermazione è, tra l’altro, un disastro pedagogico e, se questa è la

 sua linea comunicativa, mi auguro che per l’ascolto dei suoi discorsi

 venga posto il divieto ai minori degli anni 18. Abbiamo bisogno di ben

 altri maestri per i nostri bambini e adolescenti. La giustificazione

 della violenza potrà essere per essi la conseguenza culturale più

 immediata di tali messaggi senza saggezza.

 

 La prego, si scusi con il Paese, soprattutto con chi nelle scuole e in

 ogni luogo formale ed informale educa alla nonviolenza come autentica

 strada da percorrere per approdare alla pace. Lei è Ministro della

 Difesa, il suo ruolo non le richiede di doversi arrampicare sugli specchi

 per difendere l’indifendibile, ma invece le impone di conoscere che

 “armarsi” non è il verbo obbligato da associare al sostantivo “difesa”.

 Esistono molteplici modi di difendere una comunità. Lo dice persino una

 norma di legge che esiste una “difesa civile non armata e nonviolenta”,

 norma che immagino lei conosca, in quanto a capo del dicastero della difesa.

 

 Una comunità si difende, comunque, anzitutto rispettandola. Si difende

 impedendo la costruzione del MUOS nella Sughereta di Niscemi in Sicilia,

 facendo cessare per sempre le esercitazioni militari nel Parco Nazionale

 dell’Alta Murgia in Puglia, ponendo il divieto di transito e sosta di

 sottomarini e portaerei a propulsione nucleare nel Golfo di Napoli, e

 così via. E una comunità si difende spendendo 14 miliardi di euro non

 per acquistare gli F35, ma per fornirla di ospedali efficienti, di

 strade sicure, di case che non crollino per le alluvioni, di una

 Protezione Civile con mezzi adeguati e di una scuola con aule pulite ed

 arredate, in cui non risuonino le sue sinistre parole di guerra.

  Un saluto di pace

  26/6/13 Antonio Lombardi – Pax Christi – Napoli

 

 

per ricordare don Gallo (a un mese dalla morte)

 

 

 

a un mese dalla morte lo sentiamo ancora vivissimo!

don-gallo

il modo migliore per ricordarlo è ascoltarlo con le sue stesse parole che hanno la forza e il vigore di restituircelo alla nostra quotidianità e sfidarci, con le sue scelte, opzioni e la sua parresia, nelle nostre opzioni, gesti, scelte fondamentali

(vedi link qui sotto)

il testamento di don Gallo

DEI DELITTI E DELLE PENE (Marco Travaglio)

in questi giorni, prima e dopo la condanna di Berlusconi è stato scritto di tutto e nel modo più scorretto, ingiurioso e demagogico contro le tre giudichesse di Milano

credo siano poche le pagine che sanno stare ai fatti senza manipolarli politicamente come quelle che non da ora scrive Travaglio: fra le moltissime, anche questa:

(vedi link qui sotto)

DEI DELITTI E DELLE PENE (Marco Travaglio).

Dio manda il terremoto mentre parla il ministro che ha intenzione di proporre la legge a favore delle coppie omosessuali

esistono anche queste ‘letture’ paranoiche e blasfeme delle calamità naturali, in questi giorni del terremoto: Dio stesso starebbe mandando terremoti come vendetta e punizione perché un ministro sta tentando di far valere i diritti di tutti

leggere per credere

(vedi link qui sotto)

Dio manda il terremoto mentre parla il ministro che ha intenzione di proporre la legge a favore delle coppie omosessuali.

i gesti semplici di papa Francesco come nuovo stile di governo

 

 

 

 

 

 

 

la preoccupazione del papa

in 100 giorni papa Francesco ha imposto un nuovo stile di governo sia nel porsi di fronte ai fedeli sia nel proclamare i contenuti evangelici

ha avuto una risposta affettuosa ma anche facile come quella dei tassisti, e sotto sotto tanti mugugni e perplessità

uno stile che consola tanti, che incoraggia e fa ben sperare: ma è uno stile esigente e il papa lo sa e non arretra

lo storico A. Melloni da par suo analizza questo stile, sia pure nei limiti di un semplice articolo

(vedi link qui sotto)

i gesti semplici del papa

image_pdfimage_print