il commento al vangelo della domenica
LASCIARONO TUTTO E LO SEGUIRONO
commento al vangelo della domenica quinta del tempo ordinario (7 febbraio 2016) di p. Alberto Maggi:
Lc 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Secondo il profeta Ezechiele l’abbondanza della pesca era segno della benedizione divina. Nel capitolo 47 lui immagina questi pescatori che hanno una pesca abbondante e la pesca abbondante è per l’acqua che esce dal tempio di Gerusalemme. Ebbene l’evangelista Luca nel capitolo 5 del suo vangelo ci presenta una pesca abbondante non più per l’acqua che esce dal tempio, ma per la parola di Gesù.
Leggiamo quello che ci scrive Luca. Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio – quindi Gesù manifesta questa parola di Dio – … E qui c’è un repentino strano cambio di scena, perché abbiamo lasciato Gesù in Giudea, l’evangelista aveva concluso il capitolo 4 scrivendo “E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea”, Gesù stando, in piedi, presso il lago di Gennèsaret … quindi ci troviamo immediatamente proiettati in Galilea … vide due barche presso il lago. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Più volte in questo brano troveremo questa allusione ai pescatori, citazione del profeta Ezechiele con la pesca abbondante.
Salì in una barca, che era di Simone. Gesù conosce già Simone perché gli ha guarito la suocera, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette – è la posizione del maestro – e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone… E qui è strano perché Gesù è un uomo di paese, dell’entroterra, che si permette di dare lezioni di pesca a uno che della pesca aveva fatto il suo mestiere, la sua vita, Simone appunto. Infatti dice a Simone: «Prendi il largo” (letteralmente “il profondo”), “e gettate le vostre reti per la pesca». Ebbene Simone accetta. Simone rispose: «Maestro (letteralmente “capo”, ha un rapporto gerarchico nei confronti di Gesù), abbiamo faticato tutta la notte”, quindi nonostante il tempo propizio per la pesca … il tempo non si riferisce al giorno perché il tempo propizio è la notte … “e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
Ricordo che l’evangelista ha presentato la parola come “la parola di Dio”. Quindi Simone si fida, accetta questa sfida.
Fecero così e presero una quantità enorme di pesci. L’evangelista non vuole raccontarci soltanto un episodio di cronaca, ma una riflessione teologica. Il termine che qui è tradotto con “quantità”, letteralmente significa “moltitudine” e indica la primitiva comunità cristiana. Quindi, seguendo la parola del Signore, un invito a gettare le reti verso gli emarginati, gli esclusi, è lì che la pesca sarà abbondante. E le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
L’evangelista Luca è quello che ha scritto che nulla è impossibile a Dio. Quindi dopo una notte infruttuosa, andare a pescare di giorno è impossibile. Eppure accogliendo la parola di Dio quello che era impossibile diventa realtà. Al vedere questo … E qui l’evangelista aggiunge al nome il soprannome negativo che indica la sua testardaggine, la sua durezza, quella della Pietra … Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati (letteralmente “esci”, lui quasi si ente posseduto da lui) da me, perché sono un uomo peccatore».
Ecco Simone è in contraddizione con Gesù, che ha detto di essere venuto a chiamare i peccatori, invece lui quasi lo rifiuta.
Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca dei pesci (una sottolineatura dell’evangelista) che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Ed ecco la novità portata da Gesù, Gesù disse a Simone: «Non temere”. A Gesù non interessa che sia peccatore o meno, quello che riguarda il suo rapporto con Dio, il suo passato. Gli interessa il suo rapporto con gli uomini, il futuro.
Allora Gesù dice a Simone: “Non temere, d’ora in poi – quindi guarda il futuro non quello che è ora sarai pescatore di uomini».
Pietro ha detto “allontanati da me”, “esci da me perché sono peccatore”, evidenziando il rapporto con Dio. Gesù lo invita ad un rapporto con gli uomini. “Pescatori di uomini” letteralmente l’evangelista dice “prenderai i vivi”. Cosa significa? Sappiamo che pescare un pesce significa togliere il pesce dal suo habitat vitale per dargli la morte. Pescare un uomo che sta nell’acqua, al contrario, significa toglierlo dall’ambito che gli può dare la morte e portarlo in un ambito vitale.
Allora l’invito che Gesù fa a Simone è questo: tirare fuori gli uomini dagli ambiti di morte dove rischiano di affogare, di morire.
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Inizia a costituirsi la comunità attorno a Gesù, una comunità non di pastori, Gesù non li invita ad essere pastori, ma una comunità di uomini, cioè comunicatori di vita verso quanti ne hanno bisogno.