la relazione di padre Florin al c.c.i.t. 2015 della Romania
CCIT — Ciofliceni — Snagov – 2015
Le sfide della comunicazione nelle comunità di Zingari
Padre Florin
Signor Presidente, caro Confratello, cari amici,
A partire dall’ introduzione che abbiamo appena ascoltato, vorrei riprendere una riflessione sulla complessità del fenomeno della comunicazione. Questo fenomeno è caratterizzato da un irresistibile desiderio di parlare, di vedere, di sentire, di essere in contatto ed è stato in gran parte suscitato dai nuovi mezzi di comunicazione che rispondono immediatamente ad alcuni dei nostri desideri, aspettative, bisogni e piaceri. Questa modalità di comunicazione ha portato a sua volta dei cambiamenti nel nostro modo di guardare, percepire, reagire e anche pensare che si verificano in misura maggiore o minore in ciascuno di noi. Propongo di iniziare con due domande che io considero fondamentali per tutti noi: su quali contenuti e come comunichiamo tra di noi, nelle nostre comunità, quando non usiamo i moderni mezzi di comunicazione? E quando li usiamo? Penso che una delle caratteristiche più comuni delle comunità a cui apparteniamo è quella di condividere opinioni e preoccupazioni causate dagli ultimi eventi o notizie, locali o mondiali, recenti che allertano il nostro senso di giustizia, di compassione, di solidarietà, talvolta non esente da sfumature paternaliste. Sono propenso a credere che questo fenomeno possa verificarsi in comunità dove la preoccupazione per il domani, per il lavoro o per la casa non è la preoccupazione maggiore o immediata e quando l’accesso all’informazione non è veramente una sfida o un problema da risolvere. Una volta passati in rassegna i fatti o le notizie che hanno alimentato più o meno la nostra sete di novità, il bisogno di essere al corrente di ciò che accade intorno a noi, allora ci disponiamo a comunicare, a condividere con gli altri i nostri bisogni, le gioie, le speranze e le preoccupazioni personali, cose che non leggiamo sui giornali, sul nostro tablet o un computer, eventi che non sentiamo alla radio e non vediamo in TV . Concludo questa breve introduzione ripetendo le mie domande sopra esposte: Su quali contenuti e Come comunichiamo tra di noi, nelle nostre comunità, al di fuori dei moderni mezzi di comunicazione? E come comunichiamo quando li utilizziamo? Prima di entrare nel vivo delle sfide della comunicazione che possiamo osservare, incontrare o intuire nelle comunità degli Zingari, permettetemi, prima, vi prego, di sottolineare il fatto che, poiché parliamo di questa popolazione che noi definiamo semplicemente Zingari o Rom, che si tratti della situazione economica, religiosa, culturale o identitaria/etnica, ogni generalizzazione ci porterebbe a conclusioni o giudizi inevitabilmente erronei. Passerò rapidamente in rassegna informazioni e analisi che riguardano diverse situazioni in cui si trova la gran parte degli Zingari della Transilvania – paese multiculturale e multietnico. Vi comunicherò le principali sfide che sono riuscito a individuare, attingendo alle ricerche realizzate dall’Istituto per lo Studio dei Problemi delle Minoranze Nazionali (ISPMN) e, in parte, basandomi sulla mia esperienza
Quadro generale
Questa popolazione , che sembra non superi il 4-5% della popolazione della Romania, è costituita da 12/ 14 gruppi che si auto-definiscono in base al tipo di mestiere o occupazione. L’insieme di questi gruppi sono comunemente chiamati Zingari. Questo insieme, stratificato dal punto di vista linguistico, culturale e sociale, può includere gruppi/comunità che possono avere affinità linguistiche/culturali con la maggioranza locale o regionale. Come sapete, la lingua madre degli Zingari, in molti paesi, è quella della popolazione maggioritaria (romungri in Ungheria, rudari e baiesi in Romania). Pertanto, alcuni gruppi che vivono presso una maggioranza locale non zingara, possono diventare doppiamente minoritari (Zingari ungheresi di Slovacchia e di Romania, baiesi di Serbia e di Ungheria }. Questi Zingari sono già una minoranza, ma se in più hanno come lingua materna 1′ ungherese, lo slovacco, il serbo o il rumeno, sono una minoranza anche rispetto ai gruppi che parlano rromani. Sotto il regime comunista, molti Zingari, qualunque fosse la confessione praticata o riconosciuta da loro come tale , hanno cominciato a convertirsi al culto pentecostale, sia per il suo carattere carismatico che per l’importanza accordata da questo culto alla conversione propriamente detta e alle manifestazioni concrete della fede, poiché la vita spirituale si esprime volentieri con la gestualità del corpo. Gli Zingari sono stati riconosciuti come Minoranza Nazionale solo nel 1990, questo gli ha permesso per la prima volta di organizzarsi in partiti politici su base etnica e prendere parte alla politica come gruppo etnico formalmente riconosciuto. Malgrado questo, il solo riconoscimento giuridico non è stato sufficiente a risolvere i molti problemi che le comunità rom devono affrontare nella vita quotidiana. Nonostante l’attenzione pubblica che hanno avuto, gli Zingari non sono stati in grado di fare uso dei canali mediatici per promuovere i loro interessi o per avere una migliore comunicazione tra le comunità Rom e le comunità di maggioranza, questa situazione continua purtroppo fino ad oggi. Negli anni ‘90,1a Transilvania orientale, in gran parte rurale, ha conosciuto grazie all’industrializzazione uno sviluppo importante che ha cambiato in modo significativo la situazione delle comunità etniche della regione. La manodopera necessaria ai nuovi siti industriali è stato importata dai paesi limitrofi, ma anche da zone più lontane di popolazione prevalentemente rumena. In alcune zone, gli Ungheresi sono rimasti la maggioranza, seguiti dai Rumeni e da un gran numero di Zingari. Ma ,questi ultimi, sono rimasti divisi per la loro auto-identificazione con il mestiere e la lingua. Le lingue parlate dagli Zingari di questa zona sono principalmente il romeno e 1′ ungherese, la lingua rromani è una percentuale molto bassa. Queste differenziazioni non permettono di classificare gli Zingari di Romania in Zingari romeni e Zingari ungheresi. Ma a loro volta gli Zingari stessi si differenziano tra di loro secondo la lingua materna : anche se alcuni gruppi Zingari romeni si identificano loro stessi come Baiesi, la maggior parte di quelli che sono di lingua romena e ungherese, non si identificano come veri zingari, giustamente, poiché non conoscono la lingua rromani. Una Pentecoste!? Dopo la caduta del comunismo, c’è stata la libertà religiosa e dunque anche l’apertura delle frontiere ai pastori missionari e questo fenomeno ha avuto una crescita esponenziale. Il culto pentecostale recluta i suoi adepti nelle fila della popolazione più povera, marginale, destrutturata o disorientata e priva di esperienza concreta di comunione e di fraternità. Nell’ultimo quarto di secolo la crescente importanza del movimento pentecostale in Transilvania, nel quadro delle comunità zingare, ha avuto una forte influenza sia sul modo di comunicare tra loro che sull’uso delle lingue. I pastori pentecostali fanno uso del rumeno come lingua ufficiale delle celebrazioni religiose; fra l’altro anche le Bibbie, stampate in massa all’estero, sono in romeno. In molte regioni, solo gli Zingari partecipavano ai servizi religiosi pentecostali ,poiché gli ungheresi sono in maggioranza calvinisti e cattolici. All’ interno di questa comunità religiosa, le relazioni interpersonali sono espresse in termini religiosi indipendentemente dalle differenze etniche, ma poiché il servizio era celebrato in rumeno garantiva una crescente consapevolezza del loro vantaggio linguistico. Dal punto di vista istituzionale, la rete di comunità pentecostali assicura uno spazio alternativo per l’organizzazione sociale, che evita il predominio dei rappresentanti non Zingari e quindi offre agli Zingari un modo per sfuggire allo stigma e alla subordinazione a livello locale . In un senso più ampio, questi sviluppi hanno stimolato la comunità zingara a cercare risorse diverse da quelle assicurate e regolamentate dalle autorità locali. In altri contesti, la situazione degli Zingari di lingua ungherese, in una città popolata da una maggioranza ungherese e una minoranza romena, apre nuove prospettive agli Zingari di lingua ungherese e così rappresentati dagli Ungheresi . La comunicazione tra le istituzioni comunali e la comunità rom avviene tramite mediatori o intermediari zingari, che hanno sviluppato questa particolare funzione per colmare una lacuna importante. Da un lato, questi mediatori soddisfano le esigenze dell’amministrazione di comunicare e controllare e, dall’altro, la necessità dei membri della comunità Rom di avere accesso alle istituzioni comunali. In una certa misura, questi mediatori possono essere considerati come rappresentanti istituzionali degli Zingari, ma funzionano anche come rappresentanti informali delle istituzioni comunali nel mondo degli Zingari. Il livello di competenza linguistica degli Zingari, che si tratti di ungherese, di rumeno o di romani, si differenzia a seconda dell’età: gli anziani parlano ancora la loro lingua materna più la lingua locale di maggioranza, mentre i loro figli e i giovani tendono a conoscere solo la loro lingua madre, almeno fino all’età di 10 anni. Se i giovani vogliono frequentare la scuola locale, dove la lingua d’insegnamento è un’altra rispetto alla loro lingua madre, le loro possibilità di continuare a frequentare la scuola sono molto limitate. Molti di coloro che formano la maggioranza locale (ungheresi nel caso di determinate regioni della Transilvania) dicono di loro : “Non sanno nemmeno parlare correttamente”, anche se sanno che la lingua madre degli zingari è il rumeno. Molti Zingari giovani e adulti riconoscono di non saper parlare correttamente né l’ungherese né il rumeno. Cosa fare? Noi abbiamo bisogno di imparare più lingue per parlare con la gente?
Una descrizione
Se al tempo del regime comunista in molte regioni le comunità di Zingari erano abbastanza omogenee, almeno dal punto di vista linguistico e religioso, oggi troviamo comunità in cui la lingua parlata è piuttosto una sorta di amalgama tra il rromani, 1′ ungherese e il romeno, a secondo della zona in cui si trovano, o ancora secondo la loro regione di origine. Alcuni sono in grado di parlare abbastanza bene, anche se solo ad orecchio, le tre lingue capite o parlate durante l’infanzia e l’adolescenza. Tra i giovani ei bambini, soprattutto non scolarizzati, si trova spesso una lingua di base, a seconda della lingua utilizzata nella zona in cui vivono, il rumeno o l’ungherese, mescolata a espressioni prese in prestito dall’altra lingua meno nota, sempre imparata ad orecchio e in funzione dei propri bisogni. Per i bambini nati in una zona a maggioranza ungherese, se i genitori comunicano tra di loro in ungherese e in romani, molto probabilmente per motivi pratici, impareranno prima l’ungherese e in seguito eventualmente il rumeno o il romani. Molti bambini raccontano che i loro genitori si rifiutano di insegnare loro il rromani, solo per essere in grado, se necessario, di comunicare tra di loro o con gli anziani, senza essere capiti dai più giovani. L’accesso dei Rom ai moderni mezzi di comunicazione, per non parlare di radio, TV e telefono fisso, è in qualche modo un privilegio riservato specialmente a chi appartiene a una classe sociale molto ricca : sono in genere quelli che fanno parte del mondo della musica e della danza, o coloro che sono stati all’estero e hanno creato un’impresa, o quelli, meno numerosi, che contano almeno un salariato in famiglia. Gli Zingari della città, in particolare quelli delle grandi città e che ,grossomodo, sono integrati nella società di base, formano in generale uno strato che non si riconosce come appartenente al gruppo etnico zingaro e fanno uso di internet come tutti. Va qui ricordato che a livello di gadget, una delle tendenze dello strato più povero è cercare di compensare a livello di immagine facendo mostra di attrezzature sofisticate, senza però riuscire ad utilizzarne le risorse se non in piccola misura. Da quello che abbiamo appena presentato, viene fuori sempre più chiaramente che le sfide che affrontano gli Zingari nel processo di comunicazione tra di loro sono connessi ed in qualche modo legati al modo in cui riescono a comunicare con il resto della popolazione e con gli altri gruppi . Al livello di comunicazione, le sfide più importanti che devono affrontare sono la diversità confessionale e linguistica, l’educazione e la formazione umana, il nomadismo e la mancanza di una casa o di un proprio domicilio, il numero molto limitato di ONG zingare attive, l’assenza di rappresentazione simbolica etnico/nazionale di comunione e di unità, la mancanza di rappresentatività nei media, a parte la danza, la musica e lo scandalo, la mancanza di mezzi nuovi/moderni di comunicazione. Come possiamo rispondere positivamente a queste sfide? Riscontriamo alcune di queste sfide in altre comunità? Quali proposte concrete abbiamo per questo genere di sfide? Qualche anno fa ho ritrovato una comunità zingara al confine del villaggio dove, da bambino, trascorrevo le vacanze, con la quale sono rimasto in contatto per circa 2 anni una quindicina di anni fa. Da allora, mi sono proposto di produrre un documentario coerente con il tema del progetto a cui io lavoro “gli Emarginati al centro dell’attenzione.” Anche se la popolazione del villaggio era rumena, gli Zingari erano misti: alcuni di lingua rumena, alcuni di lingua ungherese/magiara, alcuni conoscevano un pò di entrambe le lingue… Per motivi diversi, la maggior parte dei bambini che non conoscevano il romeno non frequentavano quasi più la scuola del villaggio con insegnamento in romeno e molti genitori non conoscevano bene il rromani, ma conoscevano meglio il romeno o 1′ ungherese, qualcuno era in grado solo di leggere o scrivere. Con l’approvazione dell’ Associazione Fratelli Romania, ho cominciato a visitare di tanto in tanto il centro diurno che avevano aperto per questi bambini. Non dimenticherò mai quello che è successo a un mio collega, un ungherese di Ungheria : nel corso di una visita al centro , i bambini che erano intorno a lui lo hanno sentito parlare ungherese, e gli hanno domandato in ungherese: “Tu conosci anche il romeno?” E quando ha risposto che non lo conosceva, loro, con un sorriso sui visi sporchi, gli hanno chiesto, sempre in ungherese, con tono affermativo: “Allora anche tu sei Zingaro come noi?”. Questi bambini, a volte 30, a volte 20, a volte 13, hanno cominciato a imparare a parlare e a scrivere in rumeno, a contare, a giocare, a essere più disciplinati. I più grandi venivano a fare i loro compiti e a recuperare quello che non erano in grado di imparare da soli o a scuola. Nelle interviste che ho fatto ad alcuni di loro, ho usato indifferentemente il rumeno e 1′ ungherese; ma per aiutarli a esprimersi, a parlare di se’ , ho chiesto loro di realizzare in 24 ore una serie di foto sulla loro vita. Tutti avevano grande piacere di essere fotografati e di scattare foto. La maggior parte di loro sono tornati con almeno 10 foto sulle quali figuravano spesso anche da soli. Quasi tutti parlavano della loro casa e della loro famiglia, dei loro amici, dei loro animali, di cosa avrebbero fatto da grandi, dei loro desideri, della loro marginalizzazione a scuola, del loro desiderio di avere una scuola per loro, un cinema per loro, una discoteca per loro, etc. Per la maggior parte di loro la musica e la danza erano le forme di comunicazione più comuni e più alla loro portata.
Identità e comunicazione
Per quanto riguarda il modo in cui gli Zingari utilizzano internet e i moderni mezzi di comunicazione servendosi di un computer, di un tablet o di uno smartphone, non ho trovato alcuno studio che sia stato realizzato dallo stato rumeno o da un’altra entità o da un’ organizzazione di tipo governativo o privata. Non esistono altri studi o statistiche relative al numero di zingari che hanno accesso ad Internet o che utilizzano i nuovi mezzi di comunicazione di massa. Ci sarà sicuramente una grande maggioranza di Zingari artigiani, musicisti, emigrati, politici, vip o appartenenti a gruppi molto ricchi come le famiglie di “re autoproclamati” o i clan della malavita, per i quali l’uso di internet, smartphone o i più recenti gadget è familiare. Per molti di loro, le abitudini sono cambiate in egual misura e in un modo simile ai cambiamenti avvenuti nella vita di tutti coloro che hanno accesso a Internet e utilizzano i mezzi di comunicazione per se stessi o per la loro attività o per la fornitura di servizi, etc …
Esiste ancora una categoria quantitativamente marginale come quella di cui abbiamo parlato, quella degli Zingari integrati o assimilati in tutto o in parte alla maggioranza locale, con redditi, un domicilio fisso, che fanno uso di Internet e dei mezzi di socializzazione come chiunque altro. Dopo aver passato quasi un giorno intero a navigare sui diversi profili di facebook personali o comunitari, blog personali o di associazioni, ho costatato quanto segue: – A livello di identità, considerando la maggior parte dei profili personali visitati, gli adolescenti, i giovani, i giovani adulti appartenenti al livello sociale dei “parzialmente o completamente integrati “si esprimono in rumeno, la loro identità è costituita da nomi composti o soprannomi che riflettono, direttamente o indirettamente, qualcosa di significativo rispetto al comportamento, alla fisionomia , agli hobby, alle preferenze musicali, agli idoli o star reali o virtuali in cui si identificano per vocazione o per il mestiere che fanno o che desidererebbero fare .
– A livello di rappresentazione, c’è un’alternanza significativa tra le foto personali con accanto la persona amata, 1′ amico, la famiglia o uno dei suoi membri che hanno, come sfondo, l’oggetto feticcio :la casa, l’auto, lo stile di vita desiderati o sognati e 1′ immagine o la foto della star , dell’idolo o dell’avatar preferito. – Il contenuto pubblicato nel loro profilo personale o in quello dei loro amici consiste grossomodo in informazioni prodotte personalmente o ricavate da internet: nelle foto personali, il titolare è di solito solo e in primo piano, generalmente in luoghi recentemente visitati o circondati da amici, parenti o conoscenti, in situazioni che danno un’immagine positiva o, per meglio dire , migliore (sicuramente) che nella realtà. Per quanto riguarda le informazioni prese da internet, si tratta quasi esclusivamente di video clip di musica popolare, di “manele” e di musica religiosa o neo-pentecostale o neo-protestante, soprattutto in rumeno, ma anche in rromani e in “latino”. Per quanto riguarda i film, predominano i film di avventura, di guerra, i film indiani romantici e le tele-novele in “latino” e in romeno.
Tutte queste costatazioni possono aiutarci a cogliere una nuova serie di comportamenti che potremmo già chiamare abitudini soprattutto per quello che riguarda la costruzione di una identità (immagine di sé) più o meno virtuale. Da un lato questi Zingari comunicano elementi di carattere personale che prima avevano l’abitudine di esprimere solo faccia a faccia a; e, dall’altro, con l’aiuto di contenuti audio-visivi, comunicano affinità, preferenze, orientamenti, gusti, desideri, e molto spesso la loro appartenenza culturale, sociale o religiosa. Presento, qui di seguito, alcuni esempi di canali You Tube dove sono pubblicati materiali audio-visivi con musiche e danze gitane, che attirano un notevole numero di abbonati, di apprezzamenti o di visualizzazioni:
Nom Canal YouTube Visualisations Abonnés Depuis Sultan Music 60,175,484 109,576 2007 Taraf De Haidouks 2,634,607 2,814 2008 AMMA Music 408,404,596 346,777 2010 Nek Music Tv 329,771,679 288,641 2011 Big Man Music Official 217,273,156 188,313 2011 Kompact Sound 140,412,355 94,572 2011 Big Man Music Network 32,848,679 38,060 2012 Viper Music Official 36,331,681 34,181 2013
Grazie per la vostra pazienza!