PAPA FRANCESCO, USIAMO I CONVENTI CHIUSI PER I RIFUGIATI. NON DOBBIAMO AVER PAURA DELLE DIFFERENZE. BERGOGLIO SENZA SCORTA IN VISITA AL CENTRO ASTALLI
‘Conventi vuoti non sono nostri, ma per la carne di Cristo che sono i rifugiati’. Ai rifugiati, voi difendete anche nostra dignita’. Benedizione a una donna incinta il primo gesto. Invito a citta’ di Roma ad essere piu’ accogliente.
“A cosa servono alla Chiesa i conventi chiusi? I conventi dovrebbero servire alla carne di Cristo e i rifugiati sono la carne di Cristo”. Lo ha detto Papa Francesco, durante il suo discorso nel centro Astalli, ipotizzando l’utilizzo dei conventi chiusi per l’accoglienza dei rifugiati. Agli operatori del centro Astalli, il Papa ha detto che bisogna “tenere sempre viva la speranza! Aiutare a recuperare la fiducia! Mostrare che con l’accoglienza e la fraternita’ si puo’ aprire una finestra sul futuro, piu’ che una finestra, una porta, e piu’ si puo’ avere ancora un futuro”. “Ed e’ bello – ha aggiunto Bergoglio – che a lavorare per i rifugiati, insieme con i Gesuiti, siano uomini e donne cristiani e anche non credenti o di altre religioni, uniti nel nome del bene comune, che per noi cristiani e’ espressione dell’amore del Padre in Cristo Gesu’. Sant’Ignazio di Loyola volle che ci fosse uno spazio per accogliere i piu’ poveri nei locali dove aveva la sua residenza a Roma, e il Padre Arrupe, nel 1981, fondo’ il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e volle che la sede romana fosse in quei locali, nel cuore della citta’”.
Entrando nel Centro Astalli, la struttura romana dei Gesuiti per l’accoglienza dei rifugiati, il primo gesto di Papa Francesco e’ stato di avvicinarsi a una donna incinta dando la benedizione a lei e al bimbo che portava in grembo. Il Papa e’ subito stato circondato dalla folla dei rifugiati con cui si e’ intrattenuto salutandoli e dando loro la benedizione.
Il Papa Ssi è recato al centro Astalli per i rifugiati, nel cuore di Roma, senza scorta. Bergoglio ha utilizzato la consueta “utilitaria” di colore blu che usa nei suoi spostamenti, a bordo della quale c’era come sua personale “scorta” il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani.
“I Siriani in Europa sentono la grande responsabilita’ di non essere un peso, vogliamo sentirci parte attiva di una nuova societa’”. Lo ha detto una donna siriana, Carol, a Papa Francesco durante l’incontro al centro Astalli per i rifugiati. E’ stato lo stesso Bergoglio ha riferire la frase nel suo discorso e spiegando che “anche questo e’ un diritto. Ecco, questa responsabilita’ e’ la base etica, e’ la forza per costruire insieme. Mi domando: noi accompagniamo questo cammino?”. Un altro rifugiato, Adam, ha detto al Papa: “Noi abbiamo il dovere di fare del nostro meglio per essere integrati in Italia”.