“mettere i poveri al centro non significa assistenza sociale”
lo ha detto papa Francesco: “Evangelizzare gli emarginati, non vuol dire solo fare assistenza sociale, tanto meno attività politica, ma avere la gioia di servirli e di portare loro il lieto annuncio”
“Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa”
La missione del cristiano? «Evangelizzare i poveri», cioè «avvicinarli», «avere la gioia di servirli, di liberarli dalla loro oppressione, e tutto questo nel nome e con lo spirito di Cristo». Lo ha detto Francesco prima dell’Angelus recitato dallo studio su piazza San Pietro davanti ad alcune decine di migliaia di fedeli. Chiedendo «quanto la Chiesa sia fedele a questo programma di Gesù», il Papa ha precisato che questa «priorità» per la Chiesa non significa «solo fare assistenza sociale, tanto meno attività politica».
Papa Francesco ha svolto questa riflessione a partire dal brano del Vangelo in cui si narra di Gesù che nella sinagoga di Nazaret apre il rotolo del profeta Isaia e spiega la missione del «portare il lieto annuncio ai poveri». Quel Gesù, ha specificato il Pontefice, che «è diverso dai maestri del suo tempo: non ha aperto una scuola per lo studio della Legge,ma va in giro a predicare e insegna dappertutto: nelle sinagoghe, per le strade, nelle case. Gesù è diverso anche da Giovanni Battista, il quale proclama il giudizio imminente di Dio, mentre Gesù annuncia il suo perdono di Padre».
Il Papa ha dunque chiarito il senso della venuta di Cristo: «Evangelizzare i poveri: questa – ha ribadito – è la missione di Gesù; questa è anche la missione della Chiesa, e di ogni battezzato nella Chiesa. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa. Annunciare il Vangelo, con la parola e, prima ancora, con la vita, è la finalità principale della comunità cristiana e di ogni suo membro». Quindi, a braccio, ha aggiunto: «Si nota qui che Gesù indirizza la Buona Novella a tutti, senza escludere nessuno, anzi privilegiando i più lontani, i sofferenti, gli ammalati, gli scartati della società».
Ma, si è poi domandato il Papa, che cosa significa evangelizzare i poveri? «Significa avvicinarli, avere la gioia di servirli, liberarli dalla loro oppressione, e tutto questo nel nome e con lo Spirito di Cristo, perché è Lui il Vangelo di Dio, è Lui la Misericordia di Dio, è Lui la liberazione di Dio. E’ Lui che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà».
«Probabilmente – ha notato Bergoglio – al tempo di Gesù queste persone non erano al centro della comunità di fede. E ci domandiamo: oggi, nelle nostre comunità parrocchiali, nelle associazioni, nei movimenti, siamo fedeli al programma di Gesù? L’evangelizzazione dei poveri, portare loro il lieto annuncio, è la priorità?»
Ed ecco la risposta di Francesco: «Attenzione: non si tratta solo di fare assistenza sociale, tanto meno attività politica. Si tratta di offrire la forza del Vangelo di Dio, che converte i cuori, risana le ferite, trasforma i rapporti umani e sociali secondo la logica dell’amore. I poveri, infatti, sono al centro del Vangelo».
«La Vergine Maria, Madre degli evangelizzatori, – ha concluso il Pontefice -ci aiuti a sentire fortemente la fame e la sete del Vangelo che c’è nel mondo, specialmente nel cuore e nella carne dei poveri».
Dopo la preghiera mariana e i saluti, il Papa si è congedato con l’ormai tradizionale: «A tutti auguro buona domenica e buon pranzo. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Arrivederci! »