PENTITOSI ANDÒ
I PUBBLICANI E LE PROSTITUTE VI PASSANO AVANTI NEL REGNO DI DIO
commento al vangelo della ventiseiesima domenica del tempo ordinario (1 ottobre 2017) di p. Alberto Maggi:
Mt 21:28-32
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Per l’evangelista Matteo i capi religiosi del popolo sono malati terminali di potere per i quali non c’è nessuna speranza. L’azione di Dio, la potenza di Dio diventa impotente nei loro confronti. Come mai questo? Dio può tutto con il peccato e i peccatori, il suo amore riesce a sbriciolare il peccato, ma non può nulla contro quelli che agiscono per convenienza e questo è quello che fanno i sommi sacerdoti, i capi del popolo. C’è stato un antecedente, sono furibondi con Gesù, perché Gesù dopo l’episodio del tempio, ha dichiarato che il tempio è un covo di ladri e allora questi sommi sacerdoti, gli anziani, chiedono a Gesù con quale autorità lui possa fare questo. E Gesù non risponde ma chiede a loro con quale autorità era venuto Giovanni il Battista e loro non rispondono, perché? Ragionano tra di loro, se diciamo dal cielo ci dirà: perché non gli avete creduto; se diciamo degli uomini, abbiamo paura della gente che lo crede un profeta, per cui non rispondono. Tutto quello che le autorità religiose, fanno, decidono e agiscono è per la loro convenienza; per loro per il momento è conveniente non rispondere. Ma Gesù non demorde li incalza con questa parabola che è diretta quindi ai capi del popolo, ai sommi sacerdoti e agli anziani. Gesù chiede loro: “che ve ne pare?”, quindi li costringe a dare una risposta perché sono stati silenziosi, “Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figliolo mio”, il termine è carico d’affetto, potremmo tradurlo con bambino mio, perché è l’immagine di colui che è stato partorito, “oggi va’ a lavorare nella vigna”, la vigna lo sappiamo è immagine del popolo d’Israele, quindi il padre che chiede al figlio di collaborare alla sua azione, quello che il Signore chiede, collaborare alla sua azione creatrice. “Ed egli rispose: non ne ho voglia”, quindi rispose bruscamente, malamente, “ma poi si pentì”, cioè ebbe, sentì il rimorso “e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso”, quindi lo stesso invito a lavorare nella vigna, “Ed egli rispose: Sì, signore”, letteralmente io signore, bisogna stare sempre attenti a quelle persone che dicono sì signore, “ma non vi andò”, qui nella denuncia di Gesù c’è il richiamo del Signore nel profeta Isaia, dove il Signore dice: questo popolo mi onora con le labbra sì Signore, ma il suo cuore, cioè la sua mente è lontana da me, o il rimprovero che Gesù ha detto: “non chiunque mi dice Signore Signore, ma colui che compie la volontà del Padre entra nel regno”. Ed ecco che Gesù incalza, quindi rivolto ai sommi sacerdoti e agli anziani, i capi religiosi del popolo, “Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”, l’evangelista illustra ancora una volta qual è la volontà del Padre. Qual è la volontà di Dio? Collaborare alla sua stessa azione creatrice e come si collabora all’azione creatrice di Dio? Comunicando vita alle persone. “Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Risposero il primo”, sono costretti ad ammetterlo, “E Gesù disse loro: «In verità”, quindi l’affermazione di Gesù è solenne e va presa seriamente, “io vi dico: i pubblicani e le prostitute”. L’evangelista ha presentato i primi della società, le persone ritenute le più vicine a Dio, sommi sacerdoti e anziani, e ora li contrappone agli ultimi della società, ai pubblicani e le prostitute, cioè proprio quelle due categorie per le quali il regno di Dio ritardava a venire, così dicevano i sacerdoti e farisei, la spiritualità. Quindi è per colpa di queste categorie che non viene il regno di Dio. Ebbene Gesù dice “i pubblicani e le prostitute vi passano avanti”, qui il verbo adoperato dall’evangelista, precedere, non è soltanto una precedenza, è prendere il posto, quindi vi soffiano il posto, vi prendono il posto nel regno di Dio. Quindi Gesù ha contrapposto in questo brano ai grandi, i più vicini a Dio, gli ultimi, perché questo? Perché come abbiamo detto all’inizio, Dio non può nulla con la convenienza, con l’egoismo, con l’avidità, con l’interesse, è questo il vero Dio di questa casta sacerdotale al potere, tutto quello che fa lo fa per interesse, ma Dio può con i peccatori, coloro che vivono nel peccato. La sua onda d’amore li può veramente convertire, quindi ci riesce con pubblicani e prostitute, ma non con i capi religiosi . “Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia”, la fedeltà a Dio, “e non gli avete creduto”, ecco la risposta che non hanno saputo dare, l’autorità di Giovanni veniva dal cielo o no? Ora gliela dà Gesù, “non gli avete creduto”, non hanno creduto. I capi religiosi sono sempre refrattari all’azione di Dio, inutilmente Dio manda loro inviati, manda loro profeti, loro sono sempre refrattari, non credono. È la tragedia: quelli che dovevano insegnare al popolo la volontà di Dio, sono i primi a non conoscerla e a non crederla. “e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto”, quelli che voi ritenete gli esclusi invece sono stati raggiunti da questo. “Voi, al contrario, avete visto queste cose”, quindi non c’hanno scuse, “ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli»”. Per la terza volta appare il termine pentimento, pentire, che è apparso in questa parabola, e apparirà poi per Giuda. L’evangelista è molto severo: il figlio della parabola si pente, perfino Giuda il traditore si è poi pentito, le autorità no, sono completamente refrattarie all’azione del Signore.