il commento al vangelo della domenica
AMERAI IL SIGNORE TUO DIO, E IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO
commento al vangelo della domenica trentesima domenica del tempo ordinario (29 ottobre 2017) di p. Alberto Maggi:
Mt 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Gesù ha denunciato le massime autorità religiose di essere dei ladri, perché si sono impadroniti di ciò che non è loro, il popolo, e di essere degli assassini, perché se ne sono impadroniti con violenza. Naturalmente le autorità non stanno con le mani in mano, c’è tutta una serie di attacchi contro Gesù, perché? Perché non basta ammazzare Gesù bisogna diffamarlo, perché se si limitano ad ammazzarlo, ed è semplice ammazzarlo, creano la figura del martire, e dopo la situazione è peggio di prima. Allora cercano di diffamarlo, di fargli perdere il consenso che ha sulla gente. E ci sono degli attacchi, delle trappole, ma ogni volta rimangono loro intrappolati. Questo è l’ultimo degli attacchi contro Gesù. È il vangelo di Matteo capitolo 22, versetti 34-40. “Allora”, questo allora è in relazione a quello che l’evangelista aveva scritto, che “udendo ciò, le folle erano colpite dal suo insegnamento”. La gente ha compreso che in Gesù c’è il mandato divino di insegnare la Parola e non quello dei sommi sacerdoti o quello degli scribi. “Allora i farisei”, i farisei tornano l’attacco di nuovo dopo l’episodio, il fallimento della tentazione con la moneta del tributo a Cesare, “avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducèi”, la parola di Gesù chiude la bocca dei suoi avversari, “si riunirono insieme”, questo è un fatto clamoroso, perché farisei e sadducèi non si sopportavano. Possiamo leggere negli Atti degli apostoli che, ogni volta che si trovano insieme, tra di loro c’erano delle baruffe, c’erano o delle liti, non si sopportavano, ma hanno un nemico comune quindi si mettono insieme. “e uno di loro, un dottore della Legge”, questa volta scelgono un calibro da novanta, mica una persona semplice, un dottore della Legge, cioè un esperto, quelli autorizzati, quelli che hanno il mandato divino per insegnare la parola del Signore, “lo interrogò per metterlo alla prova”, il verbo adoperato dall’evangelista è tentarlo. La denuncia dell’evangelista è tremenda: attenti, questi rappresentanti di Dio, queste persone che si rifanno a Dio, in realtà sono i tentatori, sono tutti gli emissari o strumenti di diavolo e di satana. “Maestro”, gli chiede, “nella legge, qual è il grande comandamento?”, la risposta la sanno. È che vogliono vedere se Gesù è in linea o no con l’ortodossia, e siccome hanno visto già in precedenza che Gesù non è d’accordo con il loro insegnamento, ecco che lo vogliono tentare. Cosa significa qual è il grande comandamento dei comandamenti? Si chiedevano a quel tempo, qual è il comandamento più importante. Ebbene quale può essere il comandamento più importante, quello che anche Dio osserva. E quale comandamento può osservare Dio? Il comandamento che Dio osserva è il riposo del sabato. Pertanto l’osservanza di questo unico comandamento, osservato anche da Dio, equivale all’osservanza di tutta la legge, ma la trasgressione di questo unico comandamento è punita con la pena di morte perché equivale alla trasgressione di tutta la legge. Quindi vogliono sapere se Gesù è in linea con l’insegnamento della dottrina tradizionale. Qual è il più importante comandamento? Non è una domanda volta ad apprendere, ma per controllare l’ortodossia o meno di Gesù. “Gli rispose”, la risposta di Gesù è sorprendente, perché gli hanno chiesto qual è il comandamento più importante e Gesù non solo non risponde del sabato, ma Gesù ignora i comandamenti. Per Gesù la nuova relazione con Dio non è più basata sull’osservanza della legge di Mosè, ma sull’accoglienza e la somiglianza del suo amore. Ecco perché allora Gesù nella sua risposta non cita nessun comandamento, ma si rifà allo Shema Israel, ascolta Israele, il credo d’Israele, che è contenuto nel capitolo sesto del libro del Deuteronomio: “amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore”, il cuore nella cultura ebraica indica la coscienza, l’intimo più profondo, “con tutta la tua anima”; con tutta la tua essenza spirituale e “con tutta”, e qui Gesù cambia il detto del Deuteronomio, perché c’era la scritta le forze, le forze cioè i beni economici, Gesù cambia e mette “mente”. Perché Gesù modifica questa importante affermazione? Perché con Gesù l’uomo non deve più offrire le sue forze a Dio, ma accogliere quelle che Dio comunica agli uomini. Il Dio di Gesù non assorbe le energie degli uomini, ma gli comunica le sue, dilatando la sua capacità d’amare. Per Gesù questo è il grande e il primo comandamento. Quindi il comandamento più importante non è il riposo del sabato, ma l’amore a Dio, ma poi Gesù aggiunge “il secondo poi è simile a questo”, perché non basta un amore a Dio, bisogna che si traduca in amore anche verso le persone, “amerai il tuo prossimo come te stesso”. Gesù eleva al rango di comandamento quello che era soltanto un precetto. E conclude Gesù da questi due comandamenti, quindi non sono comandamenti, ma Gesù li eleva a comandamenti, l’amore a Dio che si traduce in amore al prossimo, da qui dipende tutta la Legge e i profeti, cioè tutta quella ricchezza, quella struttura che noi chiamiamo Antico Testamento si richiude in questo: amore a Dio, e amore all’uomo. Ma bisogna tener presente che questa è la risposta che Gesù dà a un ebreo, e vale per il mondo ebraico. Poi nella sua comunità Gesù supererà tutto questo, perché non c’è un amore a Dio totale e un amore al prossimo limitato, relativo, ma Gesù nel capitolo 13 del Vangelo di Giovanni, ci lascerà il suo comandamento, “che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Poi dopo di questo sarà Gesù che passerà al contrattacco.