la marcia della pace Perugia-Assisi
a cento anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si è svolta la XX edizione della Marcia della Pace Perugia -Assisi.
più di centomila persone si sono messe in cammino, domenica 19 ottobre, per dare voce alla domanda di pace che sale da ogni parte del mondo e per dire basta a tutte le guerre.
la Marcia per la pace Perugia-Assisi è organizzata dal Comitato Promotore Marcia Perugia-Assisi.
parte dai Giardini del Frontone di Perugia alle 9.00 e arriva alla Rocca Maggiore di Assisi alle 15.00, dove si svolge la manifestazione conclusiva.
è stata una bellissima giornata (e non solo per il tempo!) dove tanti giovani, uomini e donne hanno voluto ancora una volta ricordare a tutti che la pace è un diritto e che è solo con l’impegno di tutti nel diffondere una cultura di pace che questo obiettivo si può realizzare
In centomila marciano per la pace (e chiedono lavoro)
di R. I.
in “Corriere della Sera” del 20 ottobre
Cento colpi per ricordare cento anni di guerre. Si è aperta così ieri mattina, con il fragore delle esplosioni trasmesso dagli altoparlanti, la ventesima edizione della Marcia della Pace di Assisi. Tra striscioni, bandiere e arcobaleni, quasi 100 mila i partecipanti che hanno percorso a piedi i circa 24 chilometri tra Perugia e Assisi. Per dire basta ai conflitti, un secolo dopo la Prima guerra mondiale. Ma non solo. Perché per portare la pace, quella sociale, è fondamentale anche il lavoro, quest’anno tema centrale della manifestazione. In prima fila c’erano infatti gli operai dell’Ast di Terni, impegnati in una difficile vertenza per salvare oltre 500 posti a rischio. Il presidente della Camera, Laura Boldrini, che si è unita alla marcia nell’ultimo tratto, li ha incontrati: «Farò il possibile, non buttatevi giù», ha detto, sottolineando la necessità di una task force istituzionale che affronti la vicenda. «La pace sociale si basa anche sul diritto al lavoro, che è un diritto costituzionale». Dopo quello del capo dello Stato, anche papa Francesco ha inviato un messaggio: «La Marcia sia un’occasione per un maggior impegno nella diffusione della cultura della solidarietà, ispirata ai valori morali e al servizio della persona umana e del bene comune». In marcia la vicepresidente di Montecitorio, l’umbra Marina Sereni, don Luigi Ciotti, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, quello del consiglio regionale, Eros Brega, oltre al sindaco di Perugia, Andrea Romizi. Ma i protagonisti sono stati i cittadini, tra cui moltissimi ragazzi e bambini di 177 scuole.
Hanno sfilato 277 enti locali, 479 associazioni, 526 città e rappresentanti di ogni regione. Qualche defezione, in polemica con la Tavola della pace, che ha promosso la manifestazione. «San Francesco attende i suoi testimoni di pace per incoraggiarli nel loro impegno quotidiano in una situazione drammatica di presenza di guerre e assenza di lavoro», aveva detto alla vigilia padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro convento. «Siamo qui perché non vogliamo più vedere vittime» ha spiegato Flavio Lotti, coordinatore del comitato promotore .
Perugia-Assisi
Quel popolo dei 100mila che dice “no” a guerre e polemiche
di Luca Liverani
in “Avvenire” del 21 ottobre 2014
Chi temeva una Perugia-Assisi sotto tono è stato smentito. Nonostante la crisi, che ha ridimensionato le trasferte organizzate da associazioni, scuole o singoli. Nonostante le defezioni polemiche di alcune grandi associazioni e il mancato sostegno dei sindacati. Domenica mattina da Perugia su fino alla Rocca di Assisi ancora una volta – come da oltre un ventennio è sfilato un popolo di 100mila persone non rassegnate a una congiuntura economica decisa altrove, alle guerre a cascata in Medio Oriente, in Africa, persino in Europa, alle epidemie ignorate fin quando non bussano a casa nostra. Un fiume di gente diversa, ma fermamente unita nella volontà di esserci. Non per voglia di protagonismo – difficile, in un evento di massa, ignorato totalmente dai grandi quotidiani nazionali, eccezione fatta per alcune tv: TV2000, Rai3, RaiNews e Sky. Perché mai allora da Abbiategrasso a Zugliano gruppi, famiglie, parrocchie e associazioni si sono sobbarcati un viaggio faticoso, per poi affrontare 25 chilometri a piedi? La molla allora non può essere stata che lo scatto morale, l’indignazione civile, la compassione umana per le troppe offese all’umanità perpetrate a tutte le latitudini. La necessità insopprimibile di tanti italiani perbene e civili di fare e di dire qualcosa per un mondo meno disumano. Segno che la Marcia della Pace ha ancora un fortissimo appeal . Tornano alla memoria, più attuali che mai, le parole di San Giovanni Paolo II ai giovani della Gmg del 2000: «Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro… vi sforzerete di rendere questa terra sempre più abitabile ». «Non c’era nulla di retorico in quei 15 chilometri di gente – ragiona all’indomani della Marcia il coordinatore Flavio Lotti – giunta da ogni parte senza troppe etichette e distinguo, ciascuno con le propie ragioni e tutti con qualcosa di positivo in testa e tra le mani. La Marcia è riuscita a unire un pezzo importante della famiglia umana che non vuole lasciarsi trascinare nello sprofondo della III Guerra mondiale». Così la Marcia è iniziata col rimbombo di cento rintocchi, uno per ogni anno di questo secolo 1914-2014, perché «Cent’anni di guerre bastano», come si leggeva nel tema della Marcia. E allora in marcia «per la diffusione della cultura della solidarietà, ispirati ai valori morali e al servizio della persona umana e del bene comune», come ha scritto Papa Francesco.