il Porrajmos in Italia
presentazione del libro “Il Porrajmos in Italia”
Venerdì 14 febbraio, alle ore 18.00, presso la Sala delle Colonne alla Biblioteca Baratta sarà presentato dagli autori Luca Bravi e Matteo Bassoli il libro “Il Porrajmos in Italia”. Il volume ricostruisce, per la prima volta in maniera organica, le vicende del Porrajmos in Italia (1922-1945). Durante l’evento l’attrice Miriam Camerini leggerà parti del libro e canterà canzoni della tradizione ebraica e sinta.
Il termine Porrajmos, divoramento, indica la persecuzione e lo sterminio subito da rom e sinti in Europa durante il nazifascismo. In Germania, un memoriale ricorda le vittime del Porrajmos causate dalla politica razziale nazista, mentre in Italia il ruolo del fascismo nella persecuzione di rom e sinti rappresenta ancora una pagina di storia sconosciuta, se non, più spesso, negata.
Attraverso i documenti d’archivio e le testimonianze dirette ed indirette raccolte all’interno del progetto europeo MEMORS (2012-2013) dell’Associazione Sucar Drom il volume evidenzia la presenza di una politica fascista di stampo razziale diretta verso gli “zingari” in Italia, caratterizzata da una progressiva radicalizzazione dopo il 1938: la pulizia etnica alle frontiere, i respingimenti e le espulsioni di rom e sinti stranieri, la creazione di specifici campi di concentramento sul territorio nazionale riservati anche a rom e sinti di cittadinanza italiana, fino alle deportazioni nei lager del Terzo Reich, con l’avvento della Repubblica sociale italiana. Si tratta di una storia assente dalla narrazione collettiva nazionale che questo testo recupera con l’obiettivo di farne una pagina di memoria italiana ed europea.
Due sono le ragioni che hanno spinto l’associazione Sucar Drom a promuovere e divulgare gli studi sul Porrajmos in Italia. La prima sono i racconti fatti da alcune sinte mantovane: Dolores Carboni, Adelaide De Glaudi, Candida Ornato e Marsilia Del Bar. Raccontavano l’internamento in campi di concentramento, la deportazione in Germania, le torture subite dai sinti. In particolare, Dolores Carboni raccontava che i “peggiori” erano i fascisti, “quella brutta razza!”
La seconda ragione è che sembrava impossibile che l’Italia, la quale aveva dato i natali a Cesare Lombroso, non avesse elaborato una propria «scienza razziale» contro le minoranze sinte e rom. Cesare Lombroso nel suo testo famosissimo in Occidente “L’uomo delinquente” affermava che alcune persone, ben riconoscibili dalle caratteristiche fisiche, erano portatori di tratti criminali e/o anti-sociali dalla nascita, per via ereditaria. Questo l’incipit della sua descrizione razzista per sinti e rom: «sono l’immagine viva di una razza intera di delinquenti e ne riproducono tutte le passioni ed i vizi».
Dalla fine degli Anni Novanta si è iniziato a raccogliere direttamente le testimonianze e a spiegare nelle Comunità sinte e rom in Italia l’importanza di raccogliere i racconti dei sopravvissuti. Sotto questo ed altri impulsi si è formato l’Istituto di Cultura Sinta e successivamente, nel 2003, è stato pubblicato il primo testo sull’argomento, titolato “Porrajmos”, di Virginia Donati, che per la prima volta indaga anche sul concetto di memoria nelle comunità sinte e rom italiane.
Negli ultimi dieci anni si è intensificata molto l’attività di divulgazione, cercando di fare sintesi delle ricerche e degli spunti che iniziavano a giungere da ogni parte d’Italia. Oltre ad un’attività storica l’associazione Sucar Drom si è impegnata per promuovere e sostenere gli stessi sinti e rom a fare emergere una verità storica ancora nell’oblio, facendoli anche partecipare alle manifestazioni che si svolgono in Italia il 27 gennaio di ogni anno per la commemorazione de Il Giorno della Memoria, istituito per legge nel 2000.
I risultati di MEMORS racchiusi nel museo virtuale www.porrajmos.it e nel libro “Il Porrajmos in Italia” dovrebbero stimolare definitivamente il Parlamento italiano a colmare un vuoto legislativo che è una ferita aperta per tutti i Cittadini italiani, appartenenti alle minoranze linguistiche sinte e rom.
L’Italia nell’articolo 1 della Legge 20 luglio 2000, n. 211, recita: «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.» Il Porrajmos (sterminio dei sinti e dei rom) non è dichiarato. Tant’è che solo a pochissimi sopravvissuti ad oggi è stato riconosciuto dallo Stato Italiano un’insignificante risarcimento.
Ora non vi sono più dubbi, l’Italia ha avuto una sua «scienza razziale» contro le minoranze sinte e rom che ha portato all’internamento e alla persecuzione di tutti gli uomini, le donne e i bambini, presenti allora nel Regno d’Italia. Perpetuare questo oblio nella legislazione italiana non è più possibile, ne degno di un Paese che vuole affrontare la propria storia con onestà.
Pubblicato dau velto