Le parole di Bergoglio sembrano evocare lo spirito con il quale è stato redatto il documento finale del sinodo, al quale l’assemblea ha votato il placet con una maggioranza che però è stata risicatissima su due passaggi in particolare, quelli relativi ai divorziati risposati. Sono stati 178 i voti a favore del paragrafo che parla della comunione per chi vive seconde nozze, 187 quello che invita a una loro maggiore integrazione nella vita ecclesiale. Ampia invece la maggioranza sul passaggio che chiede attenzione e rispetto per gli omosessuali, ma solo perché si è evitato di far riferimento alle situazioni relative all’affettività e si è bocciata ogni possibile apertura alle unioni gay.

Le conclusioni del sinodo, affidate al Papa, chiedono comunque un intervento di Francesco con un documento dedicato alla famiglia. E c’è da attendersi che la richiesta verrà esaudita. Sin dall’inizio del pontificato, Bergoglio ha infatti portato alla ribalta i temi delle famiglie ferite. E anche nell’omelia di commiato dal sinodo ha invocato attenzione sulle situazioni concrete dei fedeli. “Gesù – ha detto – mostra di voler ascoltare le nostre necessità. Desidera con ciascuno di noi un colloquio fatto di vita, di situazioni reali, che nulla escluda davanti a Dio”. Tornando al mendicante del Vangelo ha poi aggiunto, riferendosi agli apostoli: “Se Bartimeo è cieco, essi sono sordi: il suo problema non è il loro problema. Può essere il nostro rischio: di fronte ai continui problemi, meglio andare avanti, senza lasciarci disturbare”.

 “Grazie fratelli, cerchiamo Dio nell’uomo vivente”