la prima lettera di Hilarion Capucci dal carcere 29/06/1977
In occasione della dipartita di Mons. Hilarion Capucci, Arcivescovo di Gerusalemme condannato dalle autorità sioniste a dodici anni di carcere nel 1974, di cui ne scontò quattro prima di essere esiliato in Italia, il Centro Documentazione Palestinese pubblica quella che fu la prima lettera a passare la censura tra quelle indirizzate ad alcune volontarie melchite.
Questa testimonianza conferma la grande convinzione e determinatezza di un uomo fisicamente provato da 34 mesi vissuti in solitudine in una cella di un metro e mezzo per 3, “…privato di ogni contatto umano, eccetto quello dei miei carcerieri. La mia lingua si dissecca tra una e l’altra delle visite permesse” (dalla testimonianza di una delle volontarie in visita il 16/11/1976).
Coerente, nonostante la prigionia e le pressioni, tenace e determinato nell’appoggio alla lotta di liberazione del Popolo Palestinese e alla Nazione Araba sino ai suoi ultimi giorni, lo vogliamo ricordare con queste sue parole pronunciate durante la medesima visita del novembre 1976:
“Quando sono nato non ero cristiano. Sono nato arabo, poi fui battezzato e così sono diventato cristiano: la mia Missione e Testimonianza passano attraverso la mia Arabità, ed è per questo che sono in prigione. Ed è sempre per questo che posso parlare della grazia della mia prigionia”.