Papa Francesco al Corriere:
“Forse ci saranno altri papi emeriti”
“Grande attenzione ai divorziati”
da L’Huffington Post 05/03/2014
“Mi piace stare tra la gente, insieme a chi soffre, andare nelle parrocchie. Non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di papa Francesco”, spiega. “Quando si dice per esempio che [il Papa] esce di notte dal Vaticano per andare a dar da mangiare ai barboni in via Ottaviano. Non mi è mai venuto in mente”.
“Benedetto XVI non è una statua in un museo”. Francesco parla dei rapporti col suo predecessore, Joseph Ratzinger, sottolineando che “il Papa emerito non è una statua in un museo. È una istituzione”. “Benedetto – dice – è il primo e forse ce ne saranno altri. Non lo sappiamo. Lui è discreto, umile”, “abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa”, “la sua saggezza è un dono di Dio”. Un po’ come quella dei nonni, afferma, che “non meritano di finire in una casa di riposo”.
“Abusi sui minori sono tremendi, ma la Chiesa ha fatto tanto”. Il pontefice riconosce a Ratzinger il merito di aver “aperto una strada” nei casi di abusi su minori, “tremendi perché lasciano ferite profondissime”. “La grande maggioranza degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato”, spiega Bergoglio. “La Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica a essersi mossa con trasparenza e responsabilità”, eppure “è la sola ad essere attaccata”.
“Attenzione ai divorziati, su unioni civili valutare i casi”. Quello della famiglia è un tema centrale, “un lungo cammino che la Chiesa deve compiere. Un processo voluto dal Signore”, dice il Papa. “È alla luce della riflessione profonda che si potranno affrontare seriamente le situazioni particolari, anche quelle dei divorziati, con profondità pastorale”, spiega Bergoglio, per il quale la famiglia attraversa “una crisi molto seria”. E osserva: “I giovani si sposano poco. Vi sono molte famiglie separate nelle quali il progetto di vita comune è fallito. I figli soffrono molto. Noi dobbiamo dare una risposta. Ma per questo bisogna riflettere molto in profondità. È quello che il Concistoro e il Sinodo stanno facendo”. E sulle unioni civili: “Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà”
I gesti di tenerezza di Papa Francesco
La Chiesa è donna. La Chiesa “ha l’articolo femminile “la”: è femminile dalle origini”, risponde Bergoglio a una domanda di De Bortoli. “Il grande teologo Urs von Balthasar lavorò molto su questo tema – spiega Papa Francesco – il principio mariano guida la Chiesa accanto a quello petrino. La Vergine Maria è più importante di qualsiasi vescovo e di qualsiasi apostolo. L’approfondimento teologale è in corso. Il cardinale Rylko, con il Consiglio dei Laici, sta lavorando in questa direzione con molte donne esperte di varie materie”.
Fine vita, no a obbligo di mezzi straordinari per chi è in fase terminale. “La dottrina tradizionale della Chiesa dice che nessuno è obbligato a usare mezzi straordinari quando si sa che la vita è in una fase terminale”. Così Papa Francesco al Corsera a una domanda sul testamento biologico. “Ho sempre consigliato le cure palliative”, ma “in casi più specifici” è bene ricorrere “al consiglio degli specialisti”, dice.
Quanto al concetto di “valori non negoziabili”, Bergoglio confessa di non aver mai compreso questa espressione. “I valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita della mano ve ne sia una meno utile di un’altra. Per cui non capisco in che senso vi possano essere valori non negoziabili”.
Ultimo libro e ultimo film. Che libro sta leggendo in questi giorni?, chiede il direttore del Corsera. “Pietro e Maddalena di Damiano Marzotto sulla dimensione femminile della Chiesa. Un libro bellissimo”. E ultimo film? “La vita è bella di Benigni. E prima avevo rivisto La Strada di Fellini. Un capolavoro…”.
Il piccolo amico di Papa Francesco
“Vi racconto il mio primo anno di pontificato”
di Ferruccio de Bortoli
Un anno è trascorso da quel semplice «buonasera» che commosse il mondo. L’arco di dodici mesi così intensi — non solo per la vita della Chiesa — fatica a contenere la grande messe di novità e i tanti segni profondi dell’innovazione pastorale di Francesco. Siamo in una saletta di Santa Marta. Una sola finestra dà su un piccolo cortile interno che schiude un minuscolo angolo di cielo azzurro. La giornata è bellissima, primaverile, tiepida. Il Papa sbuca all’improvviso, quasi di scatto, da una porta e ha un viso disteso, sorridente. Guarda divertito i troppi registratori che l’ansia senile di un giornalista ha posto su un tavolino. «Funzionano? Sì? Bene». Il bilancio di un anno? No, i bilanci non gli piacciono. «Li faccio solo ogni quindici giorni, con il mio confessore»…