la miseria umana di un cattolicesimo ottuso e disumano
Adinolfi contro la madre surrogata: «è una puttana»
sulle pagine de ‘il Giornale’ le augurano la morte: «ti possa scoppiare quell’utero maledetto»
dopo il clamoroso insuccesso del suo sciopero (a cui non ha partecipato praticamente nessuno) Mario Adinolfi pare aver scelto di rispondere con la sua solita violenza. Ed è così che dalla sua pagina Facebook, l’esponente dell’integralismo cattolico ha pensato bene di dare della «puttana» alle donne che osano dare dei figli alle coppie gay
non pervenuta è la definizione riservata alle madri di coppie etero che accedono alla maternità surrogata e che, oltre a costituire la quasi totalità di chi ricorre a quelle pratica, può anche avere la garanzia di non veder riportato il nome della madre naturale sull’atto di nascita se si reca da Putin (l’uomo che l’integralismo cattolico indica come la massima rappresentazione della cristianità).
Commentando un articolo di Repubblica in cui una donna ha raccontato di non essere stata assolutamente sfruttata (così come Adinolfi è solito sostenere, forte della sua abitudine di mettere le sue parole nella bocca di altri) ha scritto:
Repubblica intervista una donna americana che ha affittato l’utero a due gay italiani: “Mi hanno pagata 20mila euro, l’ho fatto per amore”. Quando “l’amore” costa 20mila euro ha un nome ben preciso, completabile con “di alto bordo”. Giochi di società per ricchi borghesi annoiati, in cerca di emotive novità. C’è chi si vende, c’è gente con i soldi che compra: il mestiere più vecchio del mondo. Essere genitori, davvero, è un’altra cosa.
Certo, cos’è una famiglia lo deve decidere quella stessa persona che riempito le pagine del suo blog e della sua pagina Facebook con messaggi rivolti alle figlie per scusarsi (per via telematica) se non sarà presente ai loro compleanno o ai loro concerti perché ha cose più importanti da fare che badare a loro. E lo sa anche chi si è sposato in scarpe da ginnastica e tuta, forse poco interessa a garantire un minimo di rispetto alla consorte. O chi fotografa la moglie mentre si fa massaggiare i piedi per poi mettere lo scatto in rete.
Tutto cose che sarebbero fatti suoi, se solo non si fosse dinnanzi ad uno che pontifica contro le famiglie altrui senza nemmeno conoscerle. Il tutto con lo scopo di alimentare odio sulla base di giudizi morali, peccato che a spararli sia una persona che non pare avere le carte in regola per farlo (un po’ come quando lo troviamo a dichiararsi contro il divorzio nonostante lui sia divorziato). E questo senza notare come lui stesso proposto le unioni gay quando era deputato e la cosa gli avrebbe potuto portare un guadagno, così come ora le combatte solo perché si è venduto all’integralismo e alla convenienza del mercato dell’odio (quello contro gli anziani era fallito con il fallimento del suo giornaledenominato The Week in cui attaccava chiunque avesse più ani di lui). Che diceva di chi si vende?
Ovviamente anche Il Giornale si è accodato alla propaganda anti-gay di Adinolfi, sostenendo che sia una vergogna che i gay possano avere figli (dato che in Russia o in India ci devono poter andare solo gli eterosessuali). Il tutto sollevando la solita reazione violenta dei suoi lettori, divertiti ad insultare la madre. C’è chi dice che «si sente donna ma si comporta consenzientemente da mucca» o chi commenta: «Amor amore, del puttanesco sentimento… chissà chi dei due se la sarà trombata». Non manca poi il ritornello del «ma non si pensa mai al futuro del nascituro» prima di sentenziare «Vi dovete semplicemente vergognare, feccia dell’umanità».
Il ritornello più ricorrente è però il chiedersi come sia nato il figlio e c’è molto dissenso verso l’idea che nessuno abbia divaricato le gambe della donna per penetrarla con violenza. Qualcuno dice che si sia ricorsi ad una siringa che «si usa per inseminare le mucche con la fecondazione artificiale». Qualcun altro sentenzia: «Non solo nessuno dei due se l’è trombata, ma nessuno dei due è attratto dalle donne, proprio gli fanno schifo e nessuno dei due, pur impotente, starebbe un po’ di anni con una donna che potrebbe dargli il figlio che tanto desidera, anzi “vuole”. La donna non è portatrice di una mentalità e un sentire diverso e interessante con cui avere il piacere di interagire, ma una mera riproduttrice da poter magari prendere in giro e sfruttare per il suo piacere di essere madre fine a sé stesso, come sembra sia in questo caso. Con qualche moina di circostanza».
Non manca chi cita la Bibbia e scrive: «Ma quel bambino che male ha fatto? Non vivrà in una famiglia naturale, non avrà un padre ed una madre come vuole Dio che ha istituito il matrimonio (…a sua immagine lo creò, maschio e femmina li creò….Genesi 1). Sarà figlio dell’egoismo più incredibile e crescerà in un inganno continuo perché non tutto ciò che è possibile è anche lecito».
Immancabile, infine, è che augura la morte alla madre del piccolo e scrive: «Ti possa scoppiare quell’utero maledetto».
E dinnazni a tutto ci, difficile è non costatare come l’integralismo cattolico stia riuscendo nel suo intento di sposare il dibattito dalle unioni civili ad un qualcosa che non contemplato dalla legge. Un po’ coems e domani qualcuno so svegliasse e chiedesse che i diritti di Adinolfi siano immediatamente aboliti (e che sua figlia sia strappata dalle sua mani perché la Bibbia non tollera figli nati fuori dal matrimonio e il suo primo matrimonio non poteva essere sciolto secondo la sua stessa propaganda) e da partisse un dibattito sulle scie chimiche a da cui si farebbe dipendere le sorti della prima richiesta.
Follia? Sì, ma nell’Italia catto-fascista in cui gente come Adinolfi va in televisione al posto di essere affidata ad un assistente sociale, tutto questo è possibile!