la netta separazione tra la morale ufficiale della chiesa e il senso morale dei fedeli

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 il filosofo P. Prini in un bel libretto di qualche anno fa parlava di ‘scisma sommerso’ in riferimento allo scollamento enorme tra le posizioni ufficiali della chiesa istituzionale e quelle del popolo dei fedeli in problemi di carattere morale e di morale sessuale in specie, oltre che su ciò che riguarda posizioni dogmatiche

ne abbiamo una chiara dimostrazione in questi giorni di preparazione al ‘sinodo’ straordinario con le risposte al ‘questionario’ su queste precise tematiche che papa Francesco ha voluto che fosse messo in mano a tutti i singoli fedeli, cosa che hanno stentato a fare le conferenze episcopali, anche se poi alcune hanno finito per assecondare le intenzioni e la volontà del papa, altre, come la nostra C. E. I. , hanno agito con molta ‘prudenza’ preferendo mettere in mano il ‘questionario’ quasi solo ai movimenti ecclesiali più vicini alle gerarchie e in genere tradizionalisti

qui di seguito i risultati di un sondaggio operato da un’azienda internazionale di consulenza: gli interessanti risultati sono presentati da M. Ansaldo , su ‘la Repubblica’ odierna, nell’articolo dal titolo significativo:

Dall’aborto ai profilattici: tutti i no dei cattolici alla morale della Chiesa

di Marco Ansaldo

in “la Repubblica” del 9 febbraio 2014

I fedeli contro la dottrina ufficiale. La maggior parte dei cattolici di tutto il mondo non condivide le posizioni del Vaticano su temi decisivi per la famiglia. E non è una contraddizione. Ad esempio in materia di divorzio, aborto, contraccettivi. Non solo. Ma la maggioranza dei credenti di Europa, America Latina e Stati Uniti è in totale disaccordo con le politiche che non ammettono il matrimonio dei preti o il sacerdozio per le donne.

Questi risultati sorprendenti emergono da un sondaggio condotto per Univision, la  v degli Stati Uniti in lingua spagnola, dall’azienda internazionale di consulenza Bendixen & Amandi, che in passato ha lavorato per Nazioni Unite, Banca Mondiale e Casa Bianca. Presi insieme, e analizzati, questi dati rivelano una straordinaria discrepanza fra gli insegnamenti della Chiesa su temi fondamentali come la famiglia e invece la visione reale che ne ha il miliardo di cattolici nel mondo.

È, dovrebbe essere, un campanello d’allarme per il Vaticano. Perché più rilevante appare il fatto che le generazioni di giovani cattolici hanno su questo tipo di argomenti posizioni ancora più radicali e contrarie alla dottrina guardata come tale. Con un’eccezione. Esiste infatti una sola area in cui il sentimento pubblico si mostra quasi allineato con gli nsegnamenti tradizionali, ed è il matrimonio gay. Difatti, con l’esclusione di Stati Uniti e Spagna, la maggior parte dei cattolici nel mondo si oppone all’unione fra due persone dello stesso sesso, con un margine di 2 a 1. Questa indagine anticipatoria arriva nell’anno in cui in Vaticano si svolgerà, a ottobre, l’importante Sinodo sulla famiglia. Non più tardi di due giorni fa, lo stesso Papa Francesco ha parlato del nucleo famigliare come della «cellula fondamentale della società». E a proposito del nuovo Pontefice, il sondaggio di B&A conferma il pieno successo che raccoglie Francesco su scala internazionale, a quasi unanno dalla sua elezione nel Conclave del 13 marzo 2013. Il rating di gradimento di orge

Mario Bergoglio è altissimo: ben superiore all’80 per cento, con segni di non gradimento solo sotto il 5 per cento. Già lo scorso ottobre il Vaticano aveva lanciato un proprio sondaggio alle diocesi di tutto il mondo, nviato per raccogliere informazioni e opinioni utili a preparare i cosiddetti “lineamenta” del Sinodo. Una sfida complessa, perché è un tentativo di trovare elementi basso per costruire la Chiesa di domani. Ora, lentamente, le prime risposte di quell’indagine ufficiale cominciano ad affluire.

Secondo quanto anticipa il Sir (Servizio Informazione Religiosa) su questo ampio  rilevamento vaticano, vi si legge già l’esigenza di una Chiesa «più aperta». Dove una questione particolarmente avvertita, ad esempio dai cattolici belgi, è quella che «riguarda le persone omosessuali e i divorziati». Oppure, nella Conferenza episcopale tedesca, «l’esclusione dai sacramenti dei divorziati risposati» è addirittura percepita come «una discriminazione ingiustificatae una crudeltà».

Come si vede, si tratta di elementi che collimano con il rilevamento operato invece dalla B&A, il cui spirito è quello di tentare di anticipare, interpretare e comprendere quei dati. Un’indagine svolta in 12 Paesi che rappresentano Africa, Asia, Europa, America Latina e Nord America. Per il Vecchio continente sono stati scelti Francia, Spagna, Polonia e Italia.

Per quanto riguarda i dati disaggregati che riguardano solo il territorio italiano, alla domanda «come giudica il lavoro che sta facendo Papa Francesco?», il 74% risponde «eccellente », e il 25% «buono», mentre solo l’1% replica «mediocre», e lo 0% «male». Sul tema del divorzio, al quesito se si è d’accordo o meno con la politica della Chiesa secondo cui «una persona che ha divorziato e si è risposata vive nel peccato e non può ricevere la comunione », il disaccordo raggiunge il 79%, e solo il 16 si dice d’accordo. Sul fatto poi se i preti possano sposarsi il 57% degli italiani risponde sì, e il 38 no. E sulle donne sacerdote la replica è a favore con il 59%, con un 35% di contrari. Aborto: il 15% afferma che la necessità dell’intervento dovrebbe essere permessa in tutti i casi, il 68% in casi particolari dove ad esempio la vita della madre sia in pericolo, e solo il 13% risponde negativamente. Per i contraccettivi, la stragrande maggioranza è favorevole: 84%, con solo il 12% contrario. Sul matrimonio fra omosessuali, il 30% lo sostiene, mentre il 66% vi si oppone. Gli italiani intervistati nel sondaggio vanno in maggioranza a messa di frequente (il 65%, ogni settimana o almeno un paio di volte al mese). Chi va in chiesa solo a Natale o quasi è invece il 34%. Dati che appaiono piuttosto significativi. Interessante, in fondo, è capire se chi si chiama fuori dalla dottrina della Chiesa lo faccia per ragioni proprie, oppure se in disaccordo con gli insegnamenti ufficiali. Davvero un punto di riflessione per il Vaticano. Molto utile per l’opera riformista che Francesco vuole imprimere al suo pontificato.