papa Francesco
c’è più politica nella ‘sua’ Lavanda dei piedi che nei deliri della guerra
Non occorre essere credenti e neppure cattolici per provare ammirazione per un uomo che si inginocchia davanti ad altri uomini e lava i loro piedi. Il rito della Lavanda dei piedi, ovviamente, non è nato con Francesco, ma lui ha deciso, anche quest’anno, di contrastare il triste “spirito dei tempi” e di recarsi nel centro di accoglienza dei richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, Roma. Qui sono “ospitate” oltre 900 persone scappate da guerre, terrorismo, torture.
![lavanda dei piedi](http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2016/03/lavanda-dei-piedi-630x257.jpg)
Molti di loro hanno un altro colore della pelle, pregano un altro Dio e la maggioranza appartiene alla comunità musulmana. Quei piedi da lavare rappresentano la geografia della disperazione, dell’esclusione sociale, della cancellazione di ogni diritto e speranza nel futuro. La “radicalità” di Francesco sta proprio nell’aver scelto questo luogo e questi piedi e di averlo fatto mentre tutto intorno risuonano i venti della guerra, del terrore, del razzismo.
C’è più Politica, con la P maiuscola, in quella lavanda che nei deliri, trasmessi a reti unificate, di chi cerca di usare anche i morti pur di conquistare un voto in più. L’immagine di Francesco che lava piedi siriani, nigeriani, pakistani, raggiungerà milioni di persone nel mondo e saranno un pugno nello stomaco dei “Signori della guerra e del terrore” che hanno bisogno dei muri e delle armi per perpetuare il loro dominio.
Chi è abituato a tagliare teste, gambe e piedi non può sopportare che esistano altre persone che, invece, preferiscono curare le piaghe e lavare le ferite, e non solo quelle fisiche.