l’aggressione della destra americana contro papa Francesco
Papa Francesco è un marxista, e la Chiesa cattolica è ipocrita a criticare il capitalismo che la finanzia: l’aggressione della destra estrema americana contro papa Francesco
il punto della situazione in questo informato articolo di P. Mastrolilli:
“Ipocrita e marxista”
L’America dei Tea Party contro Papa Francesco
di Paolo Mastrolilli
in “La Stampa” del 4 dicembre 2013
Papa Francesco è un marxista, e la Chiesa cattolica è ipocrita a criticare il capitalismo che la
finanzia. Con la sua consueta violenza verbale, il commentatore radiofonico americano Rush
Limbaugh ha scatenato una nuova polemica, dietro cui però si legge il risentimento più o meno
esplicito del mondo conservatore Usa verso Bergoglio.
Il motivo dell’attacco è la «Evangelii Gaudium», che Limbaugh ha criticato in una trasmissione
intitolata «It’s Sad How Wrong Pope Francis Is (Unless It’s a Deliberate Mistranslation By
Leftists)», ossia «è triste quanto sbagli Papa Francesco (a meno che non sia una traduzione
deliberatamente manipolata dalla sinistra)». Il più popolare commentatore della destra estrema,
come al solito, non ha usato toni miti: «È triste, incredibile. Il Papa ha scritto, in parte, sui mali
intrinseci del capitalismo. È triste perché fa capire che non sa di cosa parla, quando si tratta di
capitalismo e socialismo». Limbaugh ha descritto la «Evangelii Gaudium» come un assalto alla
«nuova tirannia del capitalismo» e un attacco alla «idolatria del denaro», per poi criticarla così: «Io
sono stato varie volte in Vaticano: non esisterebbe, senza tonnellate di soldi. Ma a parte ciò,
qualcuno ha scritto questa roba per lui, o gliel’ha fatta arrivare. È puro marxismo, che esce dalla
bocca del Papa. Capitalismo senza limiti? Non esiste da nessuna parte. Il capitalismo senza limiti è
una frase socialista per descrivere gli Stati Uniti. Senza limiti, non regolati». Limbaugh ha
denunciato i mali del socialismo e i benefici del capitalismo, inclusa la «trickle-down economic», e
si è dichiarato «sbalordito» dalle parole di Francesco: «La Chiesa cattolica americana ha un bilancio
annuale da 170 miliardi di dollari. Penso sia più di quello che la General Electric incassa ogni anno.
La Chiesa è il principale proprietario edile a Manhattan. Voglio dire: hanno un sacco di soldi.
Raccolgono un sacco di soldi. Non potrebbero operare come fanno, senza un sacco di soldi».
Limbaugh è tanto popolare, quanto controverso. Nonostante sia incline a dare lezioni di morale, in
passato era stato arrestato in Florida per abuso di sostanze stupefacenti, assunte attraverso un
traffico di antidolorifici. Durante l’ultima campagna elettorale invece era stato costretto alle scuse
pubbliche, quando aveva definito Sandra Fluke, una studentessa di Georgetown che appoggiava la
riforma sanitaria di Obama, come una prostituta.
Limbaugh però ha circa venti milioni di ascoltatori, ha un contratto da 400 milioni di dollari per
condurre il suo show, e non è il solo a ragionare così. Tanto per fare un altro esempio Jonathon
Moseley, esponente del Tea Party, ha scritto sul «World Net Daily» che «Gesù sta piangendo in
Paradiso per le parole del Papa». Cristo in persona, secondo Moseley, aveva rigettato la teoria della
redistribuzione, quando gli avevano chiesto se era giusto che un fratello condividesse con gli altri
famigliari un’eredità ricevuta: «Gesù parlava all’individuo, mai allo Stato o alla politica del
governo. Era un capitalista, che predicava la responsabilità personale, non un socialista».
Almeno un gruppo cattolico, la Catholics in Alliance for the Common Good, ha criticato Limbaugh
e lanciato una petizione per denunciarlo, ma il mondo conservatore americano è in fermento
dall’elezione di Francesco. Durante i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI pensava di
avere solidi alleati in Vaticano, tanto per come Papa Wojtyla aveva aiutato a demolire l’Urss, quanto
per come lui e Ratzinger si erano impegnati contro l’aborto e nella difesa della vita. Intellettuali tipo
Richard John Neuhaus si erano convertiti dal protestantesimo, e filosofi come Michael Novak
avevano esaltato la nuova dottrina economica della responsabilità, nonostante anche Giovanni Paolo
e Benedetto non avessero mancato di denunciare gli eccessi del capitalismo. I conservatori cattolici
ora sono rimasti sconcertati soprattutto dalle parole di Francesco sui temi della vita, e quelli
protestanti sull’economia. Ad alzare la voce sono gli estremisti, ma la discussione è aperta.