L’addio di Brittany: muoio con dignità
Brittany Maynard è morta, come programmato, sabato sera. Oltre al suo dramma, in eredità lascia un dibattito sull’eutanasia che negli Usa è tornato a dividere la gente. Brittany ha preso i farmaci letali nel letto della sua nuova casa di Portland, circondata dal marito Dan Diaz, la madre Debbie Ziegler, e il patrigno Gary Holmes, per evitare le sofferenze del cancro al cervello che l’aveva comunque condannata.
Su Facebook, ha lasciato quest’ultimo messaggio: «Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia, che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, davanti alla mia malattia terminale, questo terribile cancro che ha portato via così tanto da me, ma che avrebbe preso ancora di più. Il mondo è un bel posto, il viaggio è stato il mio maestro più grande, i miei amici più stretti sono le persone più generose e altruiste. Ho anche un cerchio di supporto intorno al mio letto, mentre scrivo… Addio mondo. Spargete buona energia. Siate generosi, pagate in anticipo per restituire ad altri il bene che ricevete».
Brittany, 29 anni, aveva saputo di essere malata a gennaio. I medici le avevano dato sei mesi di vita, e lei aveva scelto di evitare le cure che avrebbero rovinato la fine della sua esistenza, senza darle una vera speranza di guarire. Si era trasferita in Oregon con la sua famiglia per approfittare del Death With Dignity Act, la legge che in quello Stato consente il suicidio assistito
l’attualità dell’eutanasia ha scatenato comprensibilmente un grande dibattito, non solo negli Stati Uniti: riporto qui sotto – con l’aiuto preziosissimo del sito ‘finesettimana’ – alcuni dei principali articoli (i titoli coi rispettivi link) usciti sulla nostra stampa per avere il quadro delle varie posizioni rispetto a questo problema (segnalando in modo particolare l’ultimo articolo di G. Piana che affronta l’argomento da raffinato e sensibile teologo):
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L’ultimo messaggio prima di morire “Aspettare? Domani potrei non farcela” di Brittany Maynard in la Repubblica del 4 novembre 2014
Certa gente mi critica perché non aspetto più a lungo; altri hanno deciso per conto loro cos’è meglio per me. Tutto questo mi addolora perché sono io quella che rischia: rischio ogni singolo giorno, ogni volta che mi sveglio al mattino…
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Il diritto inesistente di Ferdinando Cancelli in L’Osservatore Romano del 5 novembre 2014
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Anna e Brittany, due donne faccia a faccia con lotta e dolore di Maurizio Patriciello in Avvenire del 4 novembre 2014
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Brittany alla fine si uccide Scelta tragica, America scossa di Lucia Capuzzi in Avvenire del 4 novembre 2014
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Mina Welby: “Chiediamo una fine dignitosa e il rispetto della nostra volontà” intervista a Mina Welby a cura di Giacomo Galeazzi in La Stampa del 4 novembre 2014
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Può esistere una giustificazione cristiana dell’eutanasia? di Giannino Piana in MicroMega del maggio 2013
Proprio perché si deve riflettere su temi tanto complessi riproponiamo l’ampia riflessione svolta sull’eutanasia e sull’autodeterminazione da Giannino Piana lo scorso anno. “la questione dell’autodeterminazione di fronte alla morte è una questione complessa, meritevole come tale di attenta riflessione. Le ragioni a favore dell’autodeterminazione, comprese quelle di ordine teologico, sono tutt’altro che peregrine. Le argomentazioni contrarie, le quali fanno appello alla radicale indisponibilità della vita umana perché «dono» di Dio o perché dotata di una costitutiva «santità», risultano insufficienti: esse si collocano infatti a livello metaetico o parenetico, e in quanto tali non possono rivestire un carattere assoluto né tanto meno venire immediatamente trasposte in ambito normativo.”