le tentazioni più forti della chiesa
denaro e ipocrisia: peccato della Chiesa
Silvano Fausti SJ
“la Chiesa non è mai perfetta: denaro e ipocrisia sono il suo “peccato originale”, che sempre la insidia, come e più di tutti. Il “male” non è esterno. La brama di avere, di potere e di apparire si traveste in noi di paramenti religiosi. Il peggior male è proprio quello fatto a fin di bene. Quando uno si decide per il bene, allora cominciano le tentazioni (cfr Sir 2,1). Così è stato per Israele, uscito dall’Egitto ed entrato nella terra promessa; cosi è stato per Gesù, dal battesimo alla croce, e cosi è e sarà per noi”
Nella Bibbia, dopo il racconto del paradiso terrestre, c’è quello sulla menzogna che riduce il giardino a deserto e introduce nel mondo il male e la morte (Gen 3,1ss).
Dopo l’idillio della prima comunità e in contrappunto al gesto di Barnaba (At 5,32-37), c’è la menzogna di una coppia attaccata al dio mammona. Anania e Saffira, cercando di servire Dio e denaro, vanno contro lo stile di vita inaugurato da Gesù.
Questo racconto è un fulmine a ciel sereno. Saffira significa “bella” e Anania “Dio ha compassione”. Si, Dio ha molta compassione della sua Chiesa piena di tanti figli uguali a loro! E’ eccessivo, anzi truculento far morire due per una semplice bugia. Se Gesù è morto in croce per i peccatori, la loro morte non è certo una punizione divina. Altrimenti saremmo già morti tutti. Chi non ha detto almeno una bugia? Il racconto ci mette in guardia dal mentire. Amo pensare che i due siano morti di crepacuore per il dolore di vedere scoperto il proprio inganno e di averne capita la gravità. E’ meglio morire che mentire. La menzogna è veleno mortale per ogni relazione. Volesse il cielo che morisse di vergogna chi mente!
Il peccato di Anania e Saffira non è aver dato solo una parte di ciò che avevano. Erano liberi di dare anche nulla. Il loro peccato è mentire sapendo di mentire: è menzogna contro lo Spirito, vita della comunità. Se la parola vera è comunicazione, comunione e vita, la parola falsa è trappola, divisione e morte. Il racconto, un caso di “frode fiscale”, evidenzia come la menzogna, spesso fatta a cuor leggero, sia mortifera. Il testo, ricco di suggestioni, smaschera il male. Alla sua origine sta sempre una menzogna, che lo fa apparire «buono, bello e desiderabile» (Gen 3,6), mentre in realtà è cattivo, brutto e indesiderabile. Suo stipendio infatti è la morte (Rm 6,23). “La lingua dell’uomo è la sua rovina” (Pr 5,13), perché in suo potere è la morte e la vita (Pr 18,21). “Molti sono caduti a fil di spada, ma non quanti sono periti per colpa della lingua” (Sir 28,18). “Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il suo corpo”. “La lingua è un piccolo membro e può vantarsi di grandi cose”.
“La lingua è un fuoco, e il mondo dell’iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna. Infatti ogni sorta di bestie e uccelli, rettili ed esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza umana, ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, pieno di veleno mortale” (leggi Gc 3,2b-8). Alla luce di queste osservazioni di Giacomo, oggi dobbiamo tener presente il potere della parola, moltiplicato all’ennesima potenza dai mass media.
E’ significativo che qui appaia per la prima volta la parola “Chiesa”. La menzogna è tipica dell’ipocrisia religiosa. Con essa Anania e Saffira vogliono apparire migliori di quello che sono: desiderano mettersi in mostra e fare carriera all’interno della comunità . Già prima di loro, Giacomo e Giovanni volevano occupare i primi posti, contro Pietro e in contesa con gli altri (Mc 10,35-45, 9,33-37).
La Chiesa non è mai perfetta: denaro e ipocrisia sono il suo “peccato originale”, che sempre la insidia, come e più di tutti. Il “male” non è esterno. La brama di avere, di potere e di apparire si traveste in noi di paramenti religiosi. Il peggior male è proprio quello fatto a fin di bene. Quando uno si decide per il bene, allora cominciano le tentazioni (cfr Sir 2,1). Così è stato per Israele, uscito dall’Egitto ed entrato nella terra promessa; cosi è stato per Gesù, dal battesimo alla croce, e cosi è e sarà per noi.