sicuramente non si era mai visto un papa così: non perché faccia delle cose straordinarie ma perché fa cose ordinarissime con assoluta normalità
questo la dice lunga sulle nostre tradizionali rappresentazioni della figura del papa più costruzione di culto della personalità che espressione di spirito evangelico
ciò è importante per un ripensamento globale non solo del modo di essere chiesa nel mondo e del potere spirituale delle gerarchie religiose, ma anche dell’uso del potere politico nella nostra società
una bella riflessione in merito da parte di A. Serra nella sua ‘amaca’ odierna:
Se fa tanta impressione lo “stile informale” di Bergoglio, che sale sull’aereo con la sua valigetta in mano, è perché fin qui il Papa è stato assai più un re che un prete. Lo sfarzo e la pompa controriformista hanno tracciato un segno ininterrotto, e dagli abiti paludatissimi al protocollo sempre solenne ogni Papa è apparso al popolo come un’altissima autorità secolare anche quando tentava di esercitare la sua funzione spirituale. Anche a queste ragioni è dovuta la simpatia quasi “a prescindere” che il Dalai Lama e altri esponenti delle religioni e delle filosofie orientali riscuotono in Occidente da molti anni: un capo spirituale che mostra semplicità di modi e di abbigliamento è meno confondibile con i potenti e con i ricchi (l’abito fa il monaco…).
Anche per i non credenti diventa piuttosto appassionante capire se e quanto questa rivoluzione formale potrà incidere sulla Chiesa di Roma, smantellarne almeno in parte la greve presenza secolare e gli enormi interessi economici. È comunque una lezione per la politica, che deve molta della sua impopolarità all’incauto uso del potere e alla distanza dagli umili.
Da La Repubblica del 23/07/2013.