CCIT 2016– Esztergom (Ungheria)
OMELIA DEL 9 APRILE
Quest’uomo che corre verso Gesù e si getta ai suoi piedi supplicandolo di dirgli come ottenere la vita eterna, è un saggio. Avendo rispettato per tutta la vita i comandamenti di Mosé, aveva raggiunto il livello di saggezza tale come rappresentata nel Antico Testamento, eppure era insoddisfatto. E’ alla ricerca di qualcosa di ben superiore all’intelliganza e allo spirito della saggezza. Vuole la vita eterna. E quest’uomo si comporta da bravo giudeo o, come diremmo noi, da cristiano « onesto » e « buon praticante » preoccupato della sua persona. Ma quest’uomo non è diventato cristiano nel senso del Vangelo. Non è solo rispettando i comandamenti che siamo buoni cristiani… i comandamenti sono solo una tappa.
Quest’uomo incrocia la fortuna della sua vita : Gesù l’ama e l’invita a seguirlo. Lo chiama per passare a una nuova tappa : vedere in Lui, in Gesù, la Saggezza divina, preferendola a ogni altra richezza, spogliarsi di tutto e seguirlo. E’ un passo difficile da fare. Il nostro uomo è a una scelte di vita : continuare a vivere come ha sempre fatto da buon praticante della sua religione o aprirsi a un’altra avventura che lo porterà a praticarla con la sua fede nel nome di Cristo… « Vai, vendi tutto quello che hai e donalo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo ; dopodiché vieni e seguimi. » Gesù gli domanda di non concentrarsi più su sè stesso e sui suoi beni. Dicendo questo, Gesù gli rivela che la vita eterna non è una ricompensa per domani, ma subito e per sempre. Ma questa proposta di Gesù tocca direttamente il punto debole della sua esistenza : per seguire Gesù e unirsi al gruppo dei discepoli, bisogna anche rendersi liberi : « Manca solo una cosa : vai, vendi, e regala tutto ! ». Capisce che le sue richezze lo trattengono e che dipande da esse. Se ne va rattristato.
Ricordiamoci dell’inizio dell’incontro, Gesù gli ricoda i comandamenti : « non uccidere, non rubare, non dire falsa testimognanza, onora il padre e la madre ». Sono comandamenti in rapporto con il prossimo e non con Dio. Se Gesù sceglie questi comandamenti, ha la sua importanza. Orienta l’uomo ricco verso un’altra interpretazione della sua domanda : « non rispetta le leggi solo perché ne sei obligato per essere un buon giudeo ma piuttosto guarda l’uomo che hai davanti a te quando pratichi questi comandamenti ».
E poi non penso che questo passaggio del Vangelo sia sulle ricchezze…. « Gesù lo guarda, e l’ama » E’ in questa espressione che si trova l’inizio della risposta. A chi cerca Dio, Gesù esprime per prima cosa, l’amore di Dio. Colui che si sente amato, non può rispondere all’amore che con l’amore.
Chi crede che Cristo ci guardi come ha guardato il giovane ricco, uno sguardo d’amore, uno sguardo di pace in fondo al cuore di ciascuno di noi. Ma questo sguardo dice altre cose, o più esattamente ci richiama a altre cose. Non è più la soddisfazione deidoveri compiuti ma la plenitude del suo amore che ci vuole comunicare. Questo amore ci porta a prendere coscienza che che la nostra ricchezza è la per aiutare quelli che sono nel bisogno , a prendere coscienza degli altri, a prendere coscienza che dobbiamo fare prova di misericordia come ce lo domanda Papa Francesco :
« Quante ferite sono impresse nella carne di non ha più voce perché il loro grido é svanito a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi ! … Non cediamo all’indifferenza di chi umilia… Apriamo i nostri occhi e guardiamo le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della loro dignità. Che le nostre mani stringano le loro e li attirino verso noi perché sentano il calore della nostra presenza, amicizia e fraternità. Che il loro grido divenga il nostro e che insieme si possano rompere le barriere dell’indifferenza che regna sovrana per nascondere ipocrisia ed egoismo »,
« Gesù posa il suo sguardo su di lui e l’ama » Che il Signore ci aiuti a vivere in quest’anno di misericiordia con lo sguardo pieno d’amore che il Cristo invia ai nostri fratelli per riempire le loro lacune. Che accompagni il CCT nella sua missione di unione e fraternità tra gli uomini.