p. Maggi commenta il vangelo del natale

 

NATALE: UN DIO DAL VOLTO UMANO  

          Solo un dio pazzo poteva pensare di diventare un uomo

p. Maggi

 

 

 

 

 

 

Ma chi glielo faceva fare al Signore di lasciare i privilegi della condizione divina per assumere le debolezze della condizione umana?

Da sempre gli uomini hanno cercato di diventare dèi, di innalzarsi sugli altri uomini, di considerarsi delle star al di sopra di tutti. Non si era mai sentito parlare di un dio che diventava uomo e lo rimaneva, abbassandosi al livello di ogni altra creatura. Il Signore l’ha fatto, per amore, per amore della sua creazione, l’umanità. Con la nascita di Gesù, Dio non è più lo stesso e l’uomo neanche. È cambiato completamente il rapporto tra Dio e gli uomini e tra questi e il loro Signore. Gli uomini avevano collocato la divinità nel più alto dei cieli, e pensavano di doverla raggiungere separandosi dalle altre creature attraverso particolari stili di vita, preghiere, sacrifici. Più l’uomo era religioso e più si separava da quanti non condividevano il suo stile di vita: le sue preghiere e le sue virtù lo allontanavano dalla gente comune, le sue devozioni lo separavano dal mondo. Ma più l’uomo religioso si separava dagli altri per incontrare Dio e più questi pareva allontanarsi, diventare irraggiungibile. Con Gesù si è capito perché. Con Gesù Dio non è più da cercare, ma da accogliere. Non bisogna salire per incontrare il Signore, ma scendere, perché in Gesù Dio si è fatto uomo, profondamente umano e si è messo a servizio degli uomini. Il dramma della persona religiosa era che più saliva e si separava dai suoi simili, e meno incontrava un Dio che invece scendeva e si poneva a livello degli uomini. L’uno saliva, l’altro scendeva, e non c’era possibilità alcuna di incontro o di contatto. Non solo: più la persona diventava religiosa, più si sentiva assorbita dalle cose divine, e più perdeva la sua umanità. Desiderava diventare spirituale come un angelo e non si accorgeva di essere soltanto disumana. Tutta presa a onorare Dio, la persona religiosa non si rendeva conto di disonorare il fratello che chiedeva attenzione. Si sentiva assorbita dal Signore, ma si allontanava dai fratelli. Tanta religione, tanta devozione, tante preghiere e sacrifici, non avevano prodotto che una persona atea. Che una persona sia religiosa o meno non si vede da quel che crede, ma da come ama, non da quanto prega, ma da quanto presta ascolto ai bisogni degli altri, non dai sacrifici, ma dal sapersi sacrificare per il bene dell’altro. Con Gesù, il Dio diventato uomo, l’uomo non deve salire per incontrare il Signore, ma scendere, e, come lui mettersi a servizio degli altri. In Gesù Dio si è rivelato profondamente umano, attento e sensibile alle sofferenze degli uomini e alle loro necessità. Più si è umani e più scopre il divino che è in noi. È questa la meravigliosa sorpresa del Natale del Signore: un Dio che non assorbe le energie degli uomini ma gli comunica le sue, un Dio che non chiede di vivere per lui, ma di lui, e, con lui e come lui, irradiare amore, tenerezza e compassione per ogni creatura. Auguri!

natale 2014

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