Papa Francesco ai detenuti: “Ingiustizie per i più deboli, i pesci grossi sono in libertà
“Dio è un carcerato dei nostri sistemi”, ha detto il Pontefice ai cappellani delle carceri italiane, invocando una “giustizia di speranza e di porte aperte”.
E’ probabile che nella data del 14 novembre il Papa salirà al Colle per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel messaggio alle Camere ha ribadito la necessità di amnistia e indulto per far fronte al sovraffollamento delle carceri. L’incontro, fanno sapere in Vaticano, è “molto probabile” che avvenga per quella data. Il capo dello Stato aveva reso visita ufficiale al Papa l’8 giugno, poche settimane dopo l’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio. Tradizionalmente i papi non hanno mai mancato di andare in visita al Quirinale nei mesi successivi all’elezione.
Il Papa ha rivolto un messaggio ai carcerati. “Per favore – ha detto Bergoglio ai cappellani- dite che prego per loro: li ho a cuore. Prego il Signore e la Madonna che possano superare positivamente questo periodo difficile della loro vita. Che non si scoraggino, non si chiudano”. Il Papa Francesco si augura una “giustizia di speranza e di porte aperte”. ”Non è una utopia”, ha detto Bergoglio. “Recentemente avete parlato di una giustizia di riconciliazione, ma anche una giustizia di speranza, di porte aperte, di orizzonti, questa non è una utopia, – ha commentato – si può fare, non è facile perché le nostre debolezze ci sono dappertutto, il diavolo è dappertutto, le tentazioni, ma si deve tentare, vi auguro che il Signore sia con voi e la Madonna vi custodisca, la madre di tutti voi e di tutti loro in carcere”.
“Quando telefono a detenuti mi chiedo ‘Perché non io?’, racconta il Papa ai cappellani. “Qua, ogni volta chiamo qualcuno di quelli di Buenos Aires che conosco, che sono in carcere, la domenica, e faccio una chiacchiera. Poi, quando finisco, penso: ‘Perché lui è lì e non io, che ho tanti e più meriti di lui per stare lì?’. E quello mi fa bene, eh? Perché lui è caduto e non sono caduto io? Perché le debolezze che abbiamo, sono le stesse e per me è un mistero che mi fa pregare e mi fa avvicinare a loro”. Così il Pontefice ai cappellani delle carceri italiane, durante l’incontro di questa mattina.