papa Francesco ancora sul ‘gender’ … però attorno a lui c’è qualcuno che lo informa male
colonialismo culturale?
Il «Gender» vuole abolire le differenze tra maschi e femmine? Il gender vuole distruggere la famiglia naturale? Il gender ci farà diventare tutti gay?
“Mi dispiace che abbia fatto questa affermazione, per lo meno leggera e infondata, ha detto la ministra dell’istruzione francese. Anche il papa è vittima della campagna di disinformazione portata avanti da ambienti reazionari…”Non insegniamo nessuna teoria del genere… ma l’educazione all’uguaglianza ragazze-ragazzi, nel quadro della lotta agli stereotipi e alle discriminazioni”
di seguito un pochino di Rassegna Stampa a proposito delle ultime dichiarazioni di papa Francesco sul ‘gender’, dichiarazioni che hanno trovato elogio per la chiarezza di affermazione, approvazione sul merito ma anche forte disapprovazione non senza una forte impressione che qualcuno lo stia informando male, per terminare con una intelligente riflessione di Michela Marzano pubblicata su Repubblica del 5 ottobre:
Bergoglio e la verità sul gender di Orazio La Rocca in Trentino del 4 ottobre 2016
La novità è la chiarezza di esposizione e, se vogliamo, la sorpresa. Specialmente da parte di chi confondendo la sua forza pastorale, cioè la scelta di stare da sempre accanto alle sofferenze degli ultimi, con le verità a cui non ha mai rinunciato. Verità che, comunque, non gli impediscono di dialogare con tutti, ascoltare chi soffre, chi vive nel disagio al di là di orientamenti politici, religioni, scelte sociali e orientamenti sessuali. Senza rinunziare ai princìpi cardine della tradizione cristiana.
- Ma che Gender di crociate di Federico Zappino del 4 ottobre 2016
Il «Gender» vuole abolire le differenze tra maschi e femmine? Il gender vuole distruggere la famiglia naturale? Il gender ci farà diventare tutti gay? Le domande della crociata, a cui si è associato Papa Francesco, hanno il paradossale pregio di indurci a ragionare sul «genere» prescindendo dalla distinzione che, di solito, si tende a stabilire tra il «sesso», l’«identità di genere» e l’«orientamento sessuale»
- Educare alle differenze: in movimento per i sentieri degli affetti di Monica Pasquino in il manifesto del 4 ottobre 2016
Educare all’identità come libertà e non come destino è il primo obiettivo che il dilagare dei fenomeni di femminicidio, omofobia e intolleranza impone alle istituzioni, sapendo che per incidere sul terreno dei pari diritti e delle pari opportunità bisogna intervenire fin dalla primissima infanzia
- Un’ora di educazione sentimentale per tutti di Roberto Ciccarelli in il manifesto del 4 ottobre 2016
L’Italia, insieme alla Grecia, sono gli unici paesi europei a non avere una legge sull’educazione sentimentale nelle scuole. In un paese che registra un aumento continuo dei femminicidi e delle violenze sulle donne, dove è sensibili e ampiamente riconosciuto l’aumento delle discriminazioni di genere, l’omofobia, il bullismo qualcosa tuttavia si è mosso
- Il papa imbarcato nella “guerra scolastica” di Anna Maria Merlo in il manifesto del 4 ottobre 2016
Papa Francesco riprende un aneddoto su una supposta gender theory diffuso da anni dall’estrema destra per denigrare la scuola pubblica. La ministra: venga a sfogliare i manuali e a parlare con gli insegnanti Il papa è caduto in una trappola? E’ quello che pensano in molti in Francia, e non solo nel governo o a sinistra
- Critiche dopo le affermazioni del papa sulla “teoria del genere” nei manuali scolastici di Matteo Battaglia in Le Monde del 3 ottobre 2016
“Mi dispiace che abbia fatto questa affermazione, per lo meno leggera e infondata, ha detto la ministra dell’istruzione francese. Anche il papa è vittima della campagna di disinformazione portata avanti da ambienti reazionari…”Non insegniamo nessuna teoria del genere… ma l’educazione all’uguaglianza ragazze-ragazzi, nel quadro della lotta agli stereotipi e alle discriminazioni”
se il ‘gender’ a scuola aiuta a combattere le discriminazioni
di M. Marzano
Una cosa è la persona che ha una tendenza omosessuale o anche che cambia sesso», ha detto l’altro giorno Papa Francesco per spiegare quanto dichiarato in Georgia a proposito dell’ideologia gender. «Un’altra è fare insegnamenti nelle scuole su questa linea, per cambiare la mentalità: io chiamo questo colonizzazione ideologica», ha concluso il Pontefice. Ma a quali insegnamenti si riferisce esattamente Papa Francesco? Che cosa vuol dire “cambiare la mentalità”? Cos’è questo benedetto “gender” di cui tanto si parla e che, di fatto, è solo il termine inglese per il quale esiste ovviamente una traduzione italiana, ossia l’espressione “genere”? Papa Francesco non fa altro che ripetere quanto già detto altre volte: il gender a scuola è un’ideologia pericolosa. Dando così credito a quanti sostengono che ormai, nelle scuole, si insegnerebbe ai più piccoli che possono scegliere se essere ragazzi o ragazze, cambiare sesso a piacimento, e decidere quali tendenze sessuali privilegiare o meno. Ma è questo che si insegna a scuola oggi? Se veramente fosse così, anch’io sarei molto preoccupata. Come potrebbero d’altronde raccapezzarsi un bimbo o una bimba se venisse detto loro che tutto si equivale, che non c’è alcuna certezza identitaria, e che si può essere di giorno ragazzi e di notte ragazze o viceversa? Il punto, però, è proprio qui: a nessuno passa oggi per la testa di colonizzare la mente dei bambini con tali fandonie, tali bugie, tali assurdità. Perché è di questo che si tratta quando si pretende che sesso, genere e orientamento sessuali siano solo il frutto di una scelta e che basterebbe quindi insegnare ai più piccoli il valore delle decisioni individuali affinché diventino omosessuali o trans, «giustificando e normalizzando ogni comportamento sessuale », come scrivono associazioni come ProVita, Giuristi per la vita o la Manif Pour Tous Italia. «Lasciate che le ragazze siano ragazze. Lasciate che i ragazzi siano ragazzi», recita lo slogan di un video prodotto proprio per spiegare «l’ideologia gender in meno di tre minuti», senza rendersi conto che, mischiando realtà, fiction e fantasmi, sono questo tipo di spot a creare confusione e paura. Ma procediamo con ordine. Cosa si sceglie nella vita? Cosa si costruisce o si decostruisce a piacimento? Di scelte, nel corso della propria esistenza, se ne fanno molte. Nessuna, però, riguarda il proprio essere donna o uomo, oppure la propria eterosessualità o la propria omosessualità. Il genere e l’orientamento sessuale non si scelgono, non si cambiano, non si curano. Sono elementi dell’identità di ciascuno di noi, quell’identità con la quale, prima o poi, tutti dobbiamo fare i conti, anche quando ci sono cose che vorremmo che fossero diverse, cose che magari non sopportiamo di noi stessi, cose con le quali, però, non possiamo far altro che convivere. E allora capita — perché la vita è anche questo — che un bambino, fin da quando è piccolo, sia profondamente convinto di essere un bimbo nonostante si ritrovi prigioniero di un corpo femminile, e allora sia costretto a passare anni ed anni a cercare di risolvere il divario drammatico e doloroso che vive tra la propria identità di genere e il proprio sesso biologico, senza alcuna volontà di sovvertire “l’ordine naturale delle cose”, al solo scopo di trovare una qualche armonia con se stesso. Esattamente come capita che, fin da quando è piccola, una bambina sia attirata dalle altre bimbe senza per questo essere meno bambina delle amiche o delle compagne attirate dai bambini. L’orientamento sessuale, esattamente come l’identità di genere, non è una “tendenza” che si può o deve contrastare; è un modo di essere e di amare il cui valore non cambia solo perché si è omosessuali invece che eterosessuali, e quindi si amano persone dello stesso sesso invece che persone dell’altro sesso. L’unica cosa che si può “costruire” o “decostruire” è la rappresentazione che ci si fa del proprio genere o del proprio orientamento sessuale, imparando o meno ad accettarsi per quello che si è, senza cedere alle pressioni di chi vorrebbe che fossimo diversi da come siamo. Qualcuno potrebbe a questo punto chiedersi che c’entra la scuola in tutto questo, e perché si dovrebbero affrontare tematiche legate al genere o all’orientamento sessuale con i più piccoli invece che, come ripetono in molti, limitarsi a insegnare loro a leggere, scrivere e contare. Ma lo scopo della scuola non è anche, e forse soprattutto, quello di aiutare le bambine e i bambini a trovare le parole giuste per qualificare quello che vivono, mettere un po’ di ordine nel mondo che li circonda e riuscire a non vergognarsi per quello che sono e quello che provano? Uno degli scopi della scuola non è anche quello di costruire i presupposti di un vivere- insieme in cui ci si accetta reciprocamente indipendentemente dalle proprie differenze? Non stiamo assistendo, proprio in questi ultimi mesi, a episodi di bullismo e di violenza verbale o fisica nei confronti dei “diversi”? È strano che proprio coloro che vogliono tanto difendere i propri figli non siano poi sensibili ai tentativi che si stanno cominciando a fare nelle scuole proprio per proteggere tutti i bambini e tutte le bambine, insegnando che essere una ragazza non significa né essere inferiore a un ragazzo né amare necessariamente le bambole o il colore rosa, oppure che un maschietto resta un maschietto anche se non è attirato dalle bambine. È strano che anche il Papa, che pure spiega che “la vita è vita e le cose si devono prendere come vengono”, prenda alla lettera le fandonie di chi ripete che a scuola si insegna a scegliere il proprio genere e il proprio orientamento sessuale, mentre di fatto si cerca solo di lottare contro le discriminazioni e il bullismo di cui sono vittime innocenti le persone omosessuali e trans, che non hanno scelto niente, appunto, esattamente come le persone eterosessuali.