papa Francesco ‘anticapitalista’
mai un Papa aveva pronunciato parole così forti, così radicalmente critiche, nei confronti del liberismo e del capitalismo finanziario oggi egemoni
il suo è un nuovo sguardo sul mondo. che vuole assumere il punto di vista dei più poveri, di chi è “scartato”: per questo da qualche parte è considerato ‘marxista’ o ‘neo-socialista’, ha solo però lo sguardo del vangelo:
P. Sardi su ‘l’Unità’ riflette su questo:
L’anticapitalismo del Papa
di Claudio Sardi
in “l’Unità” del 27 dicembre 2013
Il cambiamento di Papa Francesco non riguarda solo la vita della Chiesa e le forme della sua
missione. È un nuovo sguardo sul mondo. che vuole assumere il punto di vista dei più poveri, di chi
è “scartato”.
Perciò respinge il dominio assoluto della globalizzazione mercatista. Non parliamo di una nuova
ideologia, e forse neppure una nuova dottrina sociale. Mai, però, un Papa aveva pronunciato parole
così forti, così radicalmente critiche, nei confronti del liberismo e del capitalismo finanziario oggi
egemoni. «Questa economia uccide – è scritto nell’umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare». Ai disoccupati e ai
cassintegrati di Cagliari Francesco aveva detto: dobbiamo «lottare per il lavoro», dobbiamo
rivendicare «un sistema giusto, non questo sistema economico globalizzato che ci fa tanto male».
Come quelle di Lampedusa sono grida che scaturiscono da un’esperienza, da una condizione umana
inaccettabile, non da un’opzione politica precostituita. Tuttavia, la contestazione del Papa tocca il
cuore del sistema, la giustificazione etica della ricchezza e delle disparità sociali, il ruolo della
finanza e persino del denaro. Da Max Weber a Leone XIII, dai grandi leader europei del secondo
dopoguerra ai teorici della Reaganomics, tutti hanno in qualche modo collocato le culture cristiane
alle fondamenta dell’economia di mercato. L’etica cristiana come motore di libertà e, al tempo
stesso, come fattore di moderazione, di solidarietà: da qui il capitalismo che produce welfare e che
distribuisce opportunità. Ma ora il capitalismo si è trasformato, velocizzato, finanziarizzato. E il
Papa venuto dalla fine del mondo ha pronunciato parole di rottura.
Naturalmente, si può minimizzare lo strappo: in fondo, «quante armate ha il Papa?». Qualcuno però
ha capito che dal centro della cattolicità giunge ora una critica che può delegittimare i principi stessi
su cui poggiano l’economia e gli ordinamenti occidentali. Hanno reagito anzitutto i conservatori
americani: si è scomodato anche l’intellettuale teo-con più rappresentativo, l’economista e filosofo
Michael Novak. Per Novak non è accettabile l’Evangelii Gaudium quando afferma: «Alcuni ancora
difendono le teorie della “ricaduta favorevole”, che presuppongono che ogni crescita economica,
favorita dal libero mercato, riesca a produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel
mondo. Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e
ingenua nella bontà di coloro che detengono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del
sistema economico imperante». Nell’impianto teo-con, il capitalismo è invece un frutto storico della
semina evangelica. E la relazione tra cristianesimo e Occidente non può che essere di reciproco
sostegno e difesa. Emendare in senso sociale va bene. Ma guai a contrapporre etica cristiana e
capitalismo.
Francesco è il primo Papa non occidentale. Punta il dito proprio contro l’uso ideologico del
cristianesimo compiuto dai conservatori in questi anni, seguendo un modello uguale e contrario a
quello di certe correnti della Teologia della liberazione. Il cambio di prospettiva di Francesco è una
testimonianza della carità che contiene in sé critica e distacco dal potere costituito, compreso quello
generato dal temporalismo della Chiesa. È la sua «teologia del popolo» che lo induce a denunciare:
il denaro è diventato «un nuovo idolo» che nega «il primato dell’essere umano». E ancora: lo
squilibrio delle ricchezze «procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la
speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la
tutela del bene comune».
Ai cattolici conservatori e reazionari questo Papa non piace per svariati motivi: perché ha desacralizzato le funzioni della Curia e della gerarchia, perché denuncia i privilegi ecclesiastici non
meno di quelli dei poteri politici ed economici, perché la sua pastorale del perdono sovrasta le
rigidità della teologia morale. Ma viene da chiedersi se il pensiero della sinistra abbia cominciato a
fare i conti con questo Papa. E se, per parte sua, il cattolicesimo democratico e sociale sia
consapevole della rottura prodotta nella sua consolidata cultura. Papa Francesco non propone un
progetto di società cristiana. Né tanto meno un partito cristiano. Appare persino lontano da
quell’idea di mediazione, che ha ispirato il cattolicesimo politico del Novecento. Forse Francesco è
il primo Papa del dopo-Concilio. La sua separazione dalla politica non tollera però disimpegni. La
politica resta «un’espressione della carità» e i cristiani devono occuparsene in quanto cittadini. In
ogni caso, la Chiesa non può assumere il punto di vista del potere. Se la libertà religiosa è fondativa
della libertà dell’uomo, la libertà della Chiesa va «usata» proprio nelle frontiere più difficili, dove la
libertà dell’uomo è minacciata dalle povertà, dal dominio, dal conformismo, dal pensiero unico.
Quanti leader della sinistra hanno oggi come il Papa la forza di pronunciare parole radicali di critica
al capitalismo? Quanti hanno il coraggio di dire che sta avanzando una forma nuova, forse più
invasiva, di dominio sulla stessa democrazia? Le politiche, ovviamente, richiedono gradualità,
riforme, realismo. Altrimenti rischiano di produrre tragiche illusioni. Ma nel nostro tempo il
gradualismo sta diventando impotenza. Lo stesso individualismo sta drammaticamente diventando
nichilismo. Non si può vivere, né crescere, senza la speranza di cambiare. Di ridare senso alla
fratellanza e all’eguaglianza tra gli uomini. Anche per lottare servono pensieri lunghi. Le fedi
religiose possono aiutare le forze del cambiamento, e la stessa sinistra, quando nella solidarietà
coltivano un pensiero critico. E quando costruiscono spazi di autonomia e di resistenza ai poteri
forti.
di seguito la solidarietà che il papa ha ricevuto a motivo della sua nuova visione economica dal punto di vista dei poveri, anzi degli impoveriti:
Manifesto di diverse organizzazioni sociali latinoamericane che denunciano l’attacco che il Papa Francesco ha sofferto da parte del potere economico mondiale, in seguito al suo avvicinamento ai movimenti sociali, le sue critiche al sistema capitalista e i suoi progetti di cambiamento della Chiesa Cattolica
I movimenti sociali latinoamericani appoggiano il Papa di fronte all’attacco del potere economico: Il Potere Economico attacca Francesco, noi lavoratori lo difendiamo!
Papa Francesco sta esprimendo fin dalla sua elezione la volontà di cambiamenti: nella Chiesa, nell’atteggiamento dei cristiani e nell’economia capitalista escludente e accaparratrice che così tanti esclusi e così tanti problemi sociali genera nel mondo. Ha dimostrato coerenza nel suo atteggiamento personale, nel promuovere cambiamenti in Vaticano e nel pubblicare la sua esortazione apostolica, in cui condanna il falso dio del mercato e del denaro a servizio di un’élite mondiale. Ciò è bastato perché il potere economico mondiale – banchieri, imprese transnazionali, agrobusiness, diplomatici e portavoci della stampa mondiale – iniziasse una campagna internazionale diretta a mettere in ridicolo il papa. I movimenti sociali e popolari ripudiano i costanti attacchi a papa Francesco provenienti dai centri di potere mondiali, i quali, attraverso i monopoli mediatici, intendono screditare chi ha osato alzare la voce contro l’economia di esclusione, imposta ai popoli al prezzo di interminabili sofferenze, della distruzione della natura e della perdita di milioni di vite umane. I conservatori, che non vogliono mai cambiare niente, che si sono autoproclamati guardiani dell’ortodossia, che riducono la religione a un manuale di “buoni costumi”, tremano di fronte alla mera possibilità che la Chiesa unisca la sua voce a quella degli oppressi della Terra per denunciare le ingiustizie del capitalismo. Questi conservatori non conservano altro che i propri privilegi né hanno altra fede che il culto idolatrico al proprio dio: il denaro. In particolare, ripudiamo la campagna predisposta dalla destra nordamericana raggruppata nel cosiddetto Tea Party e dalla CNN. Modello dell’ipocrisia moderna, con dirigenti che impongono agli altri insegnamenti morali che non rispettano nella propria vita, tale organizzazione esprime la posizione del capitale mondiale, concentrato in un pugno di banche e di imprese transnazionali. Papa Francesco, in pochi mesi, ha risvegliato l’amore e la speranza in milioni di uomini e donne, cattolici o meno, che sognano un mondo migliore. E’ naturale che la sua corretta critica alla globalizzazione capitalista irriti coloro che detengono il potere economico. Al contrario, i Popoli del mondo, specialmente i lavoratori, gli umili e gli esclusi, sentono di aver incontrato un nuovo riferimento morale per lottare per la giustizia sociale. Per questo motivo, esprimiamo la nostra solidarietà nei confronti di papa Francesco di fronte a questa selvaggia campagna dell’Impero, con la speranza che continui ad illuminare con la sua denuncia, i suoi gesti e il suo messaggio il cammino verso una società fraterna, senza esclusi e umiliati.
Adhesiones de organizaciones:
Adhesiones de Personalidades:
Fernando Mendez, ALBA Cochabamba, Bolivia Heloisa Fernandes, professora, USP e ENFF- Brasil Irene Leon, socióloga, Ecuador Jose Maria Vigil, escritor, Panama Lucia Camini, professora, Brasil Marcelo Barros, escritor Pe. Conrado Sanjur, Panamá Silvia Ribeiro, investigadora, Uruguay Theotonio dos santos, sociólogo, Latinoamericano Vicjy Acuna- Costa Rica Marta HARNECKER, escritor latinoamericana, Canada Rev. Luis Carlos Marrero Chasbar, pastor Jorbe Rebelo, (Moçambique) Dom Heriberto Hermes, O.S.B. Coordenador Executivo do Centro de Direitos Huamanos,Tocantins – Brasil Francisco “Barba “Gutiérrez . Secretario de Relaciones Internacionales de la Unión Obrera metalúrgica de Argentina e Intendente del Municipio de Quilmes . Argentina Guillermo Robledo . Coordinador del Frente Carlos Mujica – Argentina Emilio Pérsico, Secretario de Agricultura Familiar – Argentina Lito Borello, Coordinador Nacional, Organización Social y Política Los Pibes Valeria Pesce, CLMTU (Coordinación Latinoamericana de Movimientos Territoriales Urbanos- Capítulo Argentina) Alicia Diaz, Presidenta CoViLPi (Cooperativa de Vivienda Los Pibes) Lucas Yañez, Presidente Cooperativa de Trabajo Federal “Los Pibes” Luciano Alvarez, CEMOC (Casa de Encuentro “Martín Oso Cisneros”) Nadia Martinez, Directora FM Riachuelo Carlos Zarza, Asociación Civil Huellas de Esperanza, Pto. Iguazú, Misiones. Rev. Osmundo Ponce – Guatemala Linda Lema Tucker -Socióloga y escritora -Perú Rev. Daylins Rufin Pardo Albino Vargas Barrantes, Secretario General de la Asociación Nacional de Empleados Públicos y Privados (ANEP) Presidente de la Central Social Juanito Mora Porras (CSJMP)
http://movimientosconfrancisco.wordpress.com/2013/12/20/adhesiones-a-documento-de-apoyo-a-francisco/