papa Francesco e la forte tirata d’orecchi a Minniti e ai vescovi toscani
il papa fa “sorridere” don Milani non Minniti, Nardella e i vescovi
Le durissime parole del pontefice trapelate in questi giorni hanno lasciato sconcertati coloro che sono abituati a guardare al Vaticano come una potenza terrena, con la sua diplomazia e la sua politica. Ma è evidente che quella diplomazia e quella politica con Francesco sono cambiate: perché sono ispirate al Vangelo non solo nei contenuti, ma anche nelle forme. A cominciare, appunto, dalla parresia: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Matteo 5, 37).
Che questo tratto così rivoluzionario, in un pontefice, sia emerso proprio in un’occasione legata a Firenze è straordinariamente suggestivo. Francesco è stato il primo papa a recarsi a Barbiana, sulla tomba del fiorentino don Lorenzo Milani, che della parresia, della franchezza del parlare cristiano, è stato il profeta più luminoso del Novecento. Milani ha pagato un prezzo altissimo per la sua fedeltà al parlare solo con l’evangelico “sì, sì; no, no”: nonostante la sua struggente fedeltà alla Chiesa, i predecessori di Betori lo hanno punito con l’esilio; ed egli fu anche processato in tribunale per aver osato difendere l’obiezione di coscienza contro l’amore per la guerra dei cappellani militari. La chiesa fiorentina, del resto, è stata ricolmata del dono della parresia: da Giorgio La Pira (sindaco santo che requisiva le case sfitte per dare un tetto ai poveri) a padre Balducci, da padre Turoldo a don Bruno Borghi, dalla Comunità dell’Isolotto a quella delle Piagge con don Santoro, all’abate di San Miniato Bernardo Gianni, che ha firmato l’appello contro Minniti. Tutte figure più o meno esplicitamente condannate e isolate dai vescovi di Firenze: tutte figure che oggi le parole di papa Francesco risarciscono.
In un’Italia sempre più lontana dalla franchezza della sua Costituzione (una “polemica contro lo stato delle cose”, la definiva Piero Calamandrei), la franchezza del papa, così vicina a quella di Gesù nel Vangelo, è un raggio di sole che squarcia le tenebre. E don Milani, che sui banchi di Barbiana teneva Costituzione e Vangelo, da qualche parte del paradiso oggi sorride.