polemica sui campi rom di Pisa e sgomberi

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l’intervento di Africa insieme e del Progetto Rebeldia sulle vicende riguardanti il dibattito e lo sgombero dei campi rom di Pisa

gli articoli cui si fa riferimento si possono leggere nei link in fondo all’intervento:

 

Come in un inquietante gioco dell’oca, la politica pisana torna di tanto in tanto alla casella di partenza, e si dimentica del percorso fatto. È quanto sta accadendo negli ultimi giorni, a proposito del dibattito sui rom: un dibattito pieno di discorsi vecchi e di stereotipi banali. Che però feriscono persone in carne e ossa, e creano esclusione e discriminazione.

Il direttore del Parco solleva il tema del (presunto) smaltimento irregolare di rifiuti nei campi nomadi: cita fatti gravi senza circostanziarli, e accusa l’intera comunità rom di episodi che – se accertati – sarebbero comunque responsabilità dei singoli. Confcommercio definisce “inaccettabile” il campo della Bigattiera, e ne chiede lo sgombero. 

sgomberi

Che i campi nomadi siano “inaccettabili”, lo dicono gli stessi rom che sono costretti ad abitarvi. I campi sono luoghi di segregazione – veri e propri “ghetti” – che rappresentano la vergogna dell’Italia, e che le istituzioni internazionali (Unione Europea, Consiglio d’Europa) ci chiedono di superare. 

“Superare i campi” non vuol dire però sgomberarli con la forza. Non è difficile capire che una famiglia allontanata da un campo, se priva di alternative, costruirà un altro campo a poche centinaia di metri. 

Gli sgomberi sono inutili, controproducenti (aggravano le condizioni di marginalità), e hanno costi altissimi a carico dei contribuenti: si calcola che ogni intervento costi decine di migliaia di euro. Per di più, sono illegali ai sensi del diritto internazionale, e non si può invocare la “legalità” solo quando fa comodo… 

Invece di ricorrere a stereotipi e frasi fatte, sarebbe utile ricordare un po’ di storia recente. L’UE ha stanziato fondi consistenti per “superare i campi”, e per garantire una sistemazione dignitosa alle famiglie che li abitano. I rom della Bigattiera, assieme a tante associazioni, chiedono che il Comune acceda a questi fondi, e avvii un programma di inserimento abitativo. Il Consiglio Comunale aveva approvato persino una mozione in questo senso, che è rimasta però lettera morta: ad oggi, i rom della Bigattiera vivono in un luogo senza luce, senza acqua e senza scuolabus per i bambini. Questa è la cosa davvero “inaccettabile”, che però non viene neanche menzionata nei comunicati di Gennai e di Confcommercio. E di questo si dovrebbe seriamente discutere. Si preferisce invece invocare gli sgomberi, e attizzare un po’ di odio verso i rom, invocando la “legalità” a sproposito (è ovvio che chi commette un reato debba essere perseguito, ma è altrettanto ovvio che le responsabilità sono personali, e non coinvolgono i rom come categoria). L’esito di queste dichiarazioni è scontato: vi saranno più controlli di polizia nei campi (come già è accaduto in questi giorni), e si farà qualche sgombero “muscolare” per accontentare chi protesta. Nel frattempo, i problemi rimarranno intatti sul tavolo, e i rom continueranno a restare senza acqua, senza luce e senza scuolabus. Un bel capolavoro.

PISA, 27 AGOSTO 2014

Associazione Africa Insieme

Progetto Rebeldia

 

29-08-2014 – Il Tirreno – Rifiuti pericolosi trovati nei campi nomadi”

28-08-2014 – Pagina Q – Campi rom: si accende la polemica sullo sgombero della Bigattiera

28-08-2014 Il Tirreno – Blitz nei campi nomadi di Coltano e della Bigattiera

28-08-2014 – La Nazione – Nomadi, blitz a Coltano e alla Bigattiera

27-08-2014 – La Nazione – “Via il campo nomadi sulla Bigattiera: è inaccettabile”

26-08-2014 – La Nazione – Nerini in azione “Basta rinvii su sicurezza e campi rom”

25-08-2014 – La Nazione – “Nei campi nomadi rifiuti pericolosi”

se ‘Rebeldia’ e ‘Africa insieme’ giustamente criticano la durezza e spietatezza usate troppo spesso nel demolire le baracche e le umilissime abitazioni dei campi rom e se certamente è vero che molte volte (per cause che sbrigativamente e superficialmente vengono ricondotte alle responsabiltà dei rom) appaiono come luoghi e abitazioni di degrado e di ghetto, certo è che la soluzione che si cerca di imporre con la teorizzazione del superamento dei campi nella teoria dell’ ‘oltre i campi’ (che vede come unica soluzione l’inserimento forzato in) è troppo rigida e poco rispettosa dei veri desideri e sensibilità e cultura di questo popolo
di questo pare sia convintissimo anche don Agostino la cui roulotte è stata abbattuta per ultima (vedi articolo de ‘la Nazione’ rortato in foto qui sopra), e che esprime il suo disagio, condiviso da diversi rom che  con lui abitavano quello spazio, col seguente grido:

“Ridatemi per cortesia il campo di prima!”

 
Da diverso tempo tutti gridano con disinvoltura e sicurezza che bisogna andare oltre i campi, che bisogna superare questa vergogna tipicamente italiana, e anche questo è falso! E’ un altro stereotipo, ma che si tiene volutamente nascosto. Perchè ognuno ha la sua ricetta magica da proporre.
Di campi o di terreni dove vivono famiglie Rom e Sinte ce ne sono in Francia, in Spagna, in Inghilterra e chissà dove altro. Toh, in Francia nomadizzare è previsto, non è scandaloso o offensivo. Le municipalità con oltre 10.000 (?) abitanti hanno l’obbligo di prevedere uno spazio riservato alle “genti di viaggio”.
Ma non voglio tifare per un modello a scapito di un altro..Credo invece che debbano essere loro, i Rom a scegliersi (liberamente) come e dove vivere la loro famiglia, che a noi piaccia o no. Quando si parla di smantellamento o di sgombero di campi Rom, l’unica prospettiva percorribile sembra essere quella della casa. Casa=integrazione, ma ne siamo così sicuri?
Mi domando: quando i Rom di Coltano stavano nel campo in baracche e roulotte “vivevano” meglio, rispetto ad ora che abitano in appartamenti del nuovo villaggio, sotto continuo ricatto e minaccia di allontanamento? Dove erano più felici, più veri? Andando a vivere in appartamenti cosa è cambiato in loro? E’ migliorata o peggiorata la loro vita?
Ora sono più integrati rispetto a prima? Non mi sembra proprio!
Casa=integrazione è un altro stereotipo!
Ciao Ago