poveri ragazzi!

abbraccio

poveri ragazzi: prima ‘bamboccioni’, poi ‘choosy’, poi ‘sfigati’ … ora anche ‘poco occupabili’e questo per non prendere atto di politiche miopi ed inefficaci sull’occupazione
su questo si legge, come sempre molto gradevolmente la riflessione che Gramellini fa su ‘la Stampa’ odierna:

Gli inoccupabili
(Massimo Gramellini).

Dopo «bamboccioni» «choosy» e «sfigati», ieri è toccato al nuovo ministro di un’attività in via di estinzione (il Lavoro), definire «poco occupabili» gli italiani, a commento di uno studio dell’Ocse che colloca i nostri giovani all’ultimo posto in Europa per alfabetismo e al penultimo per conoscenze matematiche.

Poiché a nessuno risulta che negli ultimi vent’anni in Italia ci sia stata un’epidemia di cretinismo nei reparti d’ostetricia, si deve supporre che l’impreparazione dei ragazzi non derivi da tare mentali o caratteriali, e nemmeno soltanto dal lassismo complice dei genitori, ma da scelte strategiche incompatibili con la parola futuro. Quella classe dirigente uscita dalle assemblee del Sessantotto, che oggi irride e disprezza i suoi figli, è la stessa che ha tolto risorse all’istruzione, alla ricerca e alla formazione. Che si è rifiutata di indirizzare le scelte di politica economica verso la cultura, il turismo e l’innovazione tecnologica. Che ha ammazzato il merito, praticando in prima persona l’appartenenza a qualche cordata: per quale ragione i ragazzi dovrebbero credere in un sistema che non privilegia i più bravi, ma i più ammanicati? Gli investitori stranieri si tengono alla larga dall’Italia non perché considerano i nostri figli dei caproni, ma perché si rifiutano di allungare una bustarella ai loro padri o, in alternativa, di aspettare tre anni per avere un bollo che altrove ottengono in tre ore. Altro che poco occupabili: il problema italiano è che in questi anni qualcuno si è occupato, e ha occupato, fin troppo.

Da La Stampa del 10/10/2013.