meravigliose parole, secche e giustamente indignate, di M. Serra nella ‘amaca’ odierna a margine della morte e del funerale di Priebke:
Bisogna essere grati alla piccola comunità lefebrvriana per il suo farsi carico (anche prima del caso Priebke) di un incommensurabile scandalo, così bene esposto dal loro portavoce: è più grave – dice – avere dato la comunione a Luxuria che celebrare i funerali di Priebke. E dunque un transessuale è più colpevole di un assassino; trasgredire la morale tradizionale è più grave che ordinare un eccidio di innocenti; fornicare è più grave che uccidere; accettare la libertà sessuale è più destabilizzante che accettare il genocidio, e dunque sul secondo si può anche chiudere un occhio, sulla prima bisogna essere inflessibili. Rovesciando il vecchio slogan: “Fate le guerra, non l’amore”. Su questo – ripeto – incommensurabile scandalo si regge, se non tutto, buona parte del dolore, del sangue e dell’odio che affliggono l’umanità. Il terrore del sesso è il motore primo di questa visione della vita, e della società, totalmente paranoica, e ancora bene attiva sebbene parecchio incrinata, negli ultimi due secoli, dalla potenza della libertà. Sono sicuro che non solamente il manipolo di catto-fascisti lefebrvriani (tal quali i talebani) ma anche molti insospettabili benpensanti provano più disagio di fronte a un “frocio” che di fronte a un nazista