Ogni giorno 1,86 episodi di informazione scorretta nei confronti di rom e sinti: “I media influenzano i processi di inclusione e discriminazione della minoranza rom”. Secondo l’Osservatorio 21 luglio, una soluzione c’è: monitoraggio costante e interventi puntuali
Ogni giorno, in Italia, si registrano 1,43 casi di incitamento all’odio e discriminazione nei confronti di rom e sinti, per lo più attraverso dichiarazioni di esponenti politici riprese da giornali, siti web e social network. Stereotipi e pregiudizi verso tali comunità, del resto, sono alimentati da una media giornaliera di 1,86 episodi di informazioni scorretta a opera di giornalisti di testate locali e nazionali. Sono questi i dati principali che emergono dallo studio Antiziganismo 2.0, il rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’incitamento alla discriminazione e all’odio razziale dell’Associazione 21 luglio, presentata pochi giorni fa a Roma nella sede della Federazione Nazionale della Stampa.
Dal 1 settembre 2012 al 15 maggio 2013, il monitoraggio dell’Osservatorio 21 luglio, effettuato su circa 140 fonti, ha rilevato 370 casi di incitamento all’odio e discriminazione e 482 casi di informazione scorretta in grado di alimentare il cosiddetto fenomeno dell’antiziganismo, definito dalla Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza come “una forma di razzismo particolarmente persistente, violenta, ricorrente e comune che viene espressa, tra gli altri, attraverso violenza, discorsi d’odio, sfruttamento, stigmatizzazione e attraverso le più evidenti forme di discriminazione”.
“La particolarità del nostro lavoro non si esaurisce qui – spiega Carlo Stasolla, presidente del consiglio direttivo dell’associazione –: noi non ci limitiamo a monitorare, ma interveniamo”. L’area legale dell’Associazione 21 luglio ha intrapreso 135 azioni correttive, tra cui 75 segnalazioni all’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali), 29 lettere di diffida, 10 esposti al Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti, 7 segnalazioni all’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori di Polizia di Stato e Carabinieri (Oscad).
“L’intervento puntuale può dare ottimi risultati – continua Stasolla –, ma non è sufficiente. Servirebbero organi istituzionali predisposti. Oltre che, ovviamente, a una rivoluzione culturale. Considerato che quest’ultima sembra di là da venire, noi proviamo a provvedere nell’immediato con i mezzi che abbiamo a disposizione”.
I risultati non si sono fatti attendere. Le segnalazioni dell’Osservatorio 21 luglio hanno portato alla chiusura di due siti web: viairom.wordpress.com e bastazingariinitalia.myblog.it che, con modalità differenti, diffondevano contenuti lesivi della dignità delle comunità rom. Nel marzo 2013 l’équipe dell’Osservatorio ha ricevuto la rettifica, da parte di Edizioni White Star, dei contenuti di un paragrafo della guida National Geographic su Roma che criminalizzava indistintamente le comunità rom. Durante la campagna elettorale romana, a seguito dell’invio tempestivo di una lettera di diffida, il candidato del Movimento 5 Stelle ha provveduto a rimuovere dalla sua pagina Facebook un’immagine in cui accusava tutti i rom che si erano recati alle primarie del Partito Democratico di aver ricevuto 10 euro. Al momento della chiusura dello studio, tutti gli esposti al Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti presentati dall’Osservatorio risultano ancora pendenti, ma dall’attività di monitoraggio è emerso che 4 giornalisti (Luca Casciani de Il Giornale d’Italia, non professionista curatore di una rubrica periodica; Maria Cristina Lani e Antonio Marino di MilanoPost.info; Michele Mendolicchio di Rinascita.eu) non hanno più proposto articoli dai contenuti lesivi.
Carlo Stasolla interviene, oggi, sabato 5 ottobre alla tavola rotonda Comunicazione e Rom in Europa organizzata a Ferrara in occasione del festival di Internazionale, per capire quanto i mass media influenzino i processi di inclusione o, al contrario, di discriminazione della minoranza rom nel Vecchio Continente. Insieme con lui, Nicu Dumitro, giornalista rumeno; Dimiter Kenarov, giornalista e scrittore bulgaro; Marcello Maneri, ricercatore presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca; Nazzareno Guarnieri, fondatore e presidente della Fondazione Romanì Italia. (ambra notari)
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