Vaticano, i primi cardinali di Bergoglio: schiaffo a Bertone e Bagnasco
Secondo le indiscrezioni, le nomine che Francesco farà saranno a sorpresa: niente nomi di potere e ritorno al cardinalato ad personam:
Grandi manovre in casa Bergoglio. Se le indiscrezioni delle ultime ore saranno confermate, all’Angelus dell’Epifania Papa Francesco annuncerà i nomi dei suoi primi cardinali che riceveranno la berretta rossa nel concistoro del 22 febbraio. Nella lista clamorosamente non ci sarà il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, considerato troppo legato all’ex Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Al suo posto, ancor più clamorosamente, ci sarà l’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti. Una scelta che stupisce sia perché il capoluogo umbro non è sede cardinalizia, sia perché è stato proprio Bassetti, in qualità di vicepresidente della Cei, a prendere il posto del cardinale Angelo Bagnasco nella potentissima Congregazione per i vescovi.
Una scelta, quella di Papa Francesco, che se da un lato equivale a un doppio “schiaffo” per Bertone e per Bagnasco, dall’altro lato manifesta la volontà del Pontefice latinoamericano di tornare al “cardinalato ad personam“, come era anticamente, facendo prevalere gli uomini da insignire con la porpora sulle sedi da loro occupate e non viceversa. In futuro quindi, soprattutto in Italia, saranno rimescolate le carte delle tradizionali sedi cardinalizie (Milano, Torino, Napoli, Palermo, Bologna, Firenze, Genova e Venezia). La scelta di Bassetti ha, però, anche altri due significati agli occhi del Papa. Da un lato si tratta di dare un riconoscimento particolare all’arcivescovo del capoluogo umbro, regione nella quale è nato e vissuto San Francesco d’Assisi di cui Bergoglio ha voluto prendere il nome dopo la fumata bianca. Dall’altro lato è anche un’indicazione agli oltre duecento vescovi italiani per la successione al presidente della Cei Bagnasco, da affiancare all’altra candidatura considerata molto forte nell’episcopato della Penisola, ovvero quella dell’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte, nominato dal Papa segretario speciale del Sinodo dei vescovi sulla famiglia che si terrà nell’ottobre prossimo in Vaticano.
Sicura la porpora per l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, uomo legato al cardinale Camillo Ruini di cui è stato vescovo ausiliare a Roma. Giunto ormai alla soglia dei settantaquattro anni, Nosiglia riceverà finalmente la berretta rossa dopo essere stato osteggiato da Bertone che, sotto il pontificato di Benedetto XVI, gli ha fatto saltare ben tre concistori. L’ex Segretario di Stato, infatti, voleva far nominare alla guida dell’arcidiocesi di Torino Giuseppe Versaldi, suo vicario generale quando era vescovo di Vercelli. Ma in quel caso Ruini ebbe la meglio. Bertone non si perse d’animo e riuscì a far nominare da Benedetto XVI Versaldi presidente della Prefettura degli affari economici della Santa Sede e poi a farlo creare cardinale nel concistoro del febbraio 2012, togliendo di fatto il posto a Nosiglia.
Scontate le nomine dei cardinali di Curia. Ad aprire la lista sarà sicuramente il Segretario di Stato Pietro Parolin, subito seguito dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller. Gli altri curiali dovrebbero essere Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero, Jean-Louis Bruguès, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, e Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, al quale Bergoglio, subito dopo l’elezione nella Cappella Sistina, ha donato il suo zucchetto rosso
la prima grande sorpresa di papa Francesco per la chiesa italiana è la nomina del segretario della Cei nella persona di mons. Galantini preso da una delle più piccole diocesi italiane:
Segreteria Cei, spunta il jolly: è monsignor Galantini, parroco di
frontiera, studioso di Bonhoeffer
di Luca Kocci
in “Adista” – Notizie – n. 1 del 11 gennaio 2014
È arrivata alla fine dell’anno la prima nomina di papa Francesco che riguarda la Conferenza
episcopale italiana. Si tratta di mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Jonio (Cs),
prescelto come nuovo segretario generale della Cei in sostituzione di mons. Mariano Crociata, dal
19 novembre alla guida della diocesi di Latina dopo aver rifiutato l’incarico di ordinario militare per
l’Italia.
La nomina, piuttosto a sorpresa sia per i tempi rapidi che per il nome inaspettato, è stata
ufficializzata il 30 dicembre, con un comunicato della Cei e con la contestuale diffusione di una
lettera (datata 28 dicembre), dai contenuti decisamente inusuali, che il papa ha indirizzato «ai
sacerdoti, consacrati e fedeli della diocesi di Cassano allo Jonio». «Per una missione importante
nella Chiesa italiana ho bisogno che mons. Galantino venga a Roma almeno per un periodo. So
quanto voi amiate il vostro vescovo e so che non vi farà piacere che vi venga tolto, e vi capisco. Per
questo ho voluto scrivervi direttamente come chiedendo il permesso», si legge nel testo di
Bergoglio, in cui si chiarisce che si tratta di una nomina ad interim, e che Galantino, per il
momento, continuerà a mantenere anche l’incarico di guida della diocesi di Cassano. «Chiederò a
mons. Galantino – scrive il papa – che, almeno per un certo tempo, pur stando a Roma, viaggi
regolarmente alcuni giorni per continuare ad accompagnarvi nel cammino di fede». Come del resto
richiesto dallo stesso neosegretario della Cei: «Ho chiesto esplicitamente al Santo Padre di poter
continuare a camminare con la Chiesa alla quale, come uomo e come credente, sono stato affidato e
che, come vescovo, mi è stata affidata», si legge in un’intervista a mons. Galantino pubblicata sul
sito internet della diocesi di Cassano allo Jonio. «Certo, Roma è un po’ lontana da Cassano. Ma
questo non mi spaventa. Ho sempre viaggiato e continuerò a farlo. La scelta di rimanere vescovo
residenziale penso che mi aiuterà a rendere il mio servizio senza perdere mai di vista tutta la
bellezza, ma anche tutta la fatica che comporta la vita ordinaria di una Chiesa diocesana. Mi aiuterà
certamente a dare più senso a quanto andrò dicendo e facendo», «finché avrò le energie e finché
potrò contare sull’aiuto di chi mi circonda, io sarò qui».
«Sono particolarmente grato a Papa Francesco per avere designato mons. Nunzio Galantino a
colmare il vuoto creatosi dopo l’elezione di mons. Crociata a vescovo di Latina», dichiara il
presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, appena appresa la nomina. «Conosco personalmente il
nuovo segretario generale per la sua lunga esperienza in qualità di responsabile del Servizio
nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose della Cei e, prima ancora, per la
sua intensa attività accademica e il generoso impegno di pastore, sempre presente sulle frontiere
dell’educazione e del riscatto sociale. Ho avuto pure la gioia di consacrarlo vescovo di Cassano allo
Jonio nel 2012. Sono certo che darà un contributo qualificato al servizio dei vescovi italiani nel
quotidiano impegno per l’evangelizzazione».
Nato il 16 agosto del 1948 a Cerignola – grosso comune agricolo del foggiano, che diede i natali
anche al primo segretario nazionale della Cgil, il leader delle lotte contadine Giuseppe Di Vittorio –,
Galantino è stato ordinato prete nel 1972 e, dopo essere stato vicerettore del seminario di Foggia e
docente al seminario di Benevento, dal 1977 ha rivestito l’incarico di parroco di San Francesco
d’Assisi, parrocchia di un quartiere molto popolare di Cerignola, dove fra l’altro aveva direttamente
in carico diverse situazioni difficili di persone disabili e di detenuti. All’impegno pastorale mons.
Galantino ha sempre affiancato quello culturale e di studioso: laureato in Filosofia all’Università
Statale di Bari (tesi su “L’antropologia di Bonhoeffer come premessa al suo impegno politico”) e
addottorato in Teologia dogmatica (relatore il gesuita p. Piersandro Vanzan, continuando le ricerche
su Bonhoeffer e successivamente su Rosmini) alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia
meridionale, dove ha poi insegnato Antropologia, con qualche intervallo, dal 1978 al 2012,
mettendo come condizione, ricordano dalla Facoltà, di continuare a fare il parroco a Cerignola. Dal
2004 segue per la Cei l’attuazione del Progetto di riordino della formazione teologica in Italia e dal
2008 è responsabile del Servizio nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose
della Cei, un incarico di grande importanza che lo porta spesso a Roma. Il 9 dicembre 2011 viene
nominato vescovo di Cassano allo Jonio – nel suo sito internet (www.nunziogalantino.it) è scritto «è
stato eletto»: refuso o auspicio per una riforma delle nomine episcopali nella Chiesa? – dove
comincia il suo ministero il 10 marzo 2012, dopo la consacrazione episcopale, dalle mani del card.
Bagnasco, il 25 febbraio 2012 nella cattedrale di Cerignola. A Cassano, racconta chi lo ha
conosciuto in questi quasi due anni di episcopato, si fa chiamare don Nunzio, ha scelto di abitare
non nel palazzo vescovile ma nel seminario e di rinunciare a segretario, autista e automobile di
lusso. Ha inoltre scritto la prefazione alla raccolta di omelie di don Cosimo Scordato (Libertà di
Parola, Cittadella, Assisi, 2013), animatore della Comunità di San Francesco Saverio
all’Albergheria di Palermo.
Insomma una nomina apparentemente molto significativa, che potrebbe essere il viatico a quella
riforma della Cei – dal ridimensionamento del numero delle diocesi e degli uffici all’elezione del
suo presidente, come lascia intendere anche il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero,
in un’intervista al Quotidiano nazionale (2/1): «Se tutto andrà per il verso giusto, a novembre per la
prima volta eleggeremo i vertici dell’episcopato» – auspicata e attesa da molti