Dio con il mitra
Charlie un anno dopo la strage
vescovi e islamici contro
a me non sembra affatto trattarsi di una vignetta blasfema ma un invito forte, perfino ‘violento’ a tutte le religioni a purificare la loro immagine di Dio che troppi disastri nella storia del passato ha fatto e che continua a fare col mitra o con ogni forma di integralismo
VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO UN ANNO DOPO LA STRAGE
irriverente, libera, dissacrante, la satira di Charlie Hebdo non rinuncia a pungere la religione. A un anno dall’attentato dell’Isis nella sua redazione, in cui vennero massacrate dodici persone, domani la rivista celebra il terribile anniversario con un numero speciale – tiratura un milione di copie – dalla copertina corrosiva: sotto il titolo Un anno dopo-L’assassino ancora in fuga, si staglia l’immagine di un Dio barbuto, con un kalashnikov in spalla. Il tratto è in bianco e nero, con la sola eccezione del rosso del sangue sulla tunica divina
Il disegnatore Riis, responsabile della redazione, ferito alla spalla durante l’assalto e oggi nel mirino di una fatwa, dedica il suo editoriale all’importanza della laicità e della possibilità di ridere della fede. Il numero speciale ospita anche alcuni disegni dei caricaturisiti deceduti nell’attacco: Charb, Cabu, Walinski, Tignous e Honoré. «Ci sentiamo terribilmente soli, speriamo che anche altri facciano satira – spiega Eric Portheault, il direttore finanziario di Charlie Hebdo, sopravvissuto alla strage nascondendosi sotto una scrivania –. Nessuno vuole unirsi a noi in questa battaglia, con la sola arma della satira, contro i mali del mondo, perché è pericoloso, si può morire facendolo». O comunque si può innescare lo sdegno unanime dei vertici religiosi.
I vescovi francesi in un tweet bollano come «provocazione» l’iniziativa della rivista: «È il genere di polemiche di cui la Francia ha bisogno?». Dal canto suo il presidente del Consiglio francese del culto musulmano, Anouar Kbibech, a Le Parisien si dice «ferito» dalla copertina che «colpisce tutti i credenti delle diverse religioni». Fede e satira, provocazione e indignazione. Un copione già visto.