VEGLIATE, PER ESSERE PRONTI AL SUO ARRIVO
commento al vangelo della prima domenica di avvento (27 novembre 2016) di p. Alberto Maggi:
Mt 24,37-44
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
La liturgia della prima domenica di Avvento, ci presenta un brano di non facile lettura e, per comprenderlo, va inserito nel suo contesto, che è il capitolo 24, l’inizio dell’ultimo discorso di Gesù, prima di essere arrestato. Questo capitolo 24 iniziava con Gesù, che è uscito dal tempio e, di fronte ai discepoli che ne ammirano lo splendore, dice: “non rimarrà pietra su pietra che non sarà distrutta”. Perché questo ? C’ era stato l’episodio dell’offerta della vedova, che si dissanguava, per offrire tutto quello che aveva, al tesoro del tempio. Allora per Gesù, un’ istituzione religiosa che, anziché aiutare i deboli, si fa mantenere dai deboli e sfrutta i deboli in nome di Dio, non ha diritto all’esistenza. Per cui Gesù dichiara la fine di tutto questo: ecco non rimarrà pietra su pietra che non sia distrutta.
Ma questo è appena l’inizio di uno sconvolgimento, di un cambiamento che avverrà nella storia e nell’ umanità. E Gesù prosegue affermando, usando il linguaggio profetico, che il sole non darà più il suo splendore. Il sole in quella cultura rappresentava le divinità pagane. Gesù, in questa azione di cambiamento dell’umanità, chiede la collaborazione dei suoi discepoli. L’annunzio del vangelo del vero Dio porterà l’ eclisse delle false divinità e, dice Gesù, gli astri cominceranno a cadere. Chi sono questi astri ? Gli astri erano immagini dei re, dei potenti, degli imperatori, che, su queste divinità, basavano il loro potere. Quando l’annunzio del vangelo oscura questa divinità, ecco che questi re, questi principi, uno dopo l’altro, cadono. Quindi è l’inizio di un cambiamento dell’umanità e, dice Gesù, così vedrete in cielo il segno del figlio dell’uomo.
Che cos’è questo figlio dell’uomo ? È il titolo che più appare nei vangeli, insieme a figlio di Dio, ed è sempre in bocca a Gesù. L’espressione viene presa dal libro del profeta Daniele, nel capitolo settimo, dove il profeta, in un sogno, vede sorgere dal mare, il mare Mediterraneo, quattro bestie. Le bestie sono immagini dei
poteri politici, conosciuti per la loro ferocia, uno più brutale dell’altro. La prima bestia rappresenta l’ impero Babilonese, poi quello dei Medi, dei Persiani. La quarta è talmente orrenda che il profeta non sa neanche come descriverla, e rappresenta Alessandro Magno. Bene, Dio distruggerà questi poteri politici disumani, e darà il suo potere ad un figlio dell’uomo, espressione che significa l’uomo. Cioè l’azione di Dio nell’umanità è di eliminare tutto quello che è disumano, per far trionfare l’ umano. Allora, quando Gesù parla di sé come il figlio dell’uomo, cosa significa ? Gesù è il figlio di Dio in quanto rappresenta, manifesta Dio nella sua condizione umana, ma è il figlio dell’uomo, in quanto rappresenta l’uomo nella sua condizione divina. E questa condizione divina non è un privilegio esclusivo di Gesù, ma un’offerta a tutti quelli che lo accolgono e che lo vogliono seguire.
Negli annunzi della passione, Gesù dirà che tutto l’odio, l’ astio, la ferocia dell’ istituzione religiosa non saranno contro il Cristo, cioè il Messia, perché il Messia è uno, ed una volta eliminato, l’istituzione può dormire sonni tranquilli. Ma sarà contro il figlio dell’uomo, e questo è pericoloso, perché non è soltanto Gesù, ma tutti coloro che lo seguono. Ricordiamo che l’ ordine di cattura non fu soltanto per Gesù, ma per tutti i suoi discepoli. È pericolosa la dottrina. Quindi Gesù, quando fa gli annunzi della passione, dice che è il figlio dell’uomo che sarà condannato, sarà ammazzato, ma poi risusciterà.
Questa offerta di condizione divina non è un privilegio di Gesù, ma è offerta a tutti quelli che lo seguono. Ma, dice Gesù, bisogna stare attenti perché, e qui ecco il riferimento ai giorni di Noè. Cosa dice Gesù ? “Nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano”, tutte azioni normali. Ma c’è da stare attenti che questa offerta di pienezza di vita non venga distratta da quella che è la routine quotidiana. Il fatto del diluvio non fu la fine del mondo, ma fu l’inizio di un’umanità nuova. E perché questo umanità nuova inizi, Gesù ha bisogno di collaborazione. La linea di Gesù, che è il figlio dell’uomo, cioè la persona pienamente umana, completamente umana, è l’umanizzazione della società. I poteri, tutto quello che domina, sono disumani, allora l’azione di Gesù è umanizzare questa umanità. Ma questo, come per lui, non sarà indolore.
Ecco perché Gesù avverte i suoi discepoli: vigilate, vegliate. È lo stesso invito che darà nel momento dell’agonia del Getsemani ai suoi discepoli, perché è chiaro che i poteri non staranno fermi vedendo erodere il loro sistema, e quindi si scateneranno con ferocia, ci sarà la persecuzione come per Gesù. Ma Gesù lo ha assicurato: Dio tra chi perseguita e chi viene perseguitato si pone sempre al fianco dei perseguitati.
E l’evangelista racchiude in questo insegnamento quello che aveva annunciato con le beatitudini: quelli che scelgono di collaborare con Gesù al regno di Dio, anche se si scatena la persecuzione, ebbene questa sarà una beatitudine, che confermerà che Dio è dalla loro parte.