dietro al nuovo attacco a papa Francesco c’è la teologia di Ratzinger
il bravo e stimato vaticanista del tg1 fa riemergere improvvisamente la sua anima opusdeista che sembrava aver superato negli ultimi anni (ha scritto perfino appezzabili riflessioni nel suo libro dedicato al card. Martini);
di seguito una breve ‘rassegna stampa’ della notizia e del dialogo tra Andrea Grillo che gli addebita ben 6 prergiudizi nei confronti della teologia di papa Francesco e lostesso A. M. Valli che ribadisce il proprio punto di vista, senza però tener veramente conto delle osservazione critiche rivoltegli da Grillo, e avendo come teologi di riferimento Ratzinger e Inos Biffi
(nei link sottostanti la discussione che si è sviluppata in proposito)
il vaticanista del Tg1 all’attacco del Papa
di Carlo Tecce
in “il Fatto Quotidiano” del 4 giugno 2016
Aldo Maria Valli è il vaticanista del Tg1, esperto e stimato. Il giornalista gestisce un portale in Internet che alimenta con lunghe riflessioni, mai banali. Con un pezzo di tre pagine, qualche giorno fa, ha stroncato il pontificato di papa Francesco, che avrebbe introdotto una fastidiosa confusione nella Chiesa con la logica del “ma anche” (per chi è appassionato di politica, rievoca la retorica di Walter Veltroni): “Da qualche tempo (…) sembra di notare che alla logica dell’et et si stia sostituendo nella nostra Chiesa una logica diversa: quella del non solum, sed etiam, cioè del ‘non solo, ma anche’
Potrebbe sembrare che, tutto sommato, non vi siano differenze, ma non è così”. Valli contesta l’esortazione apostolica di papa Francesco, Amoris laetitia, la sintesi dei sinodi sulla famiglia: “Pensiamo ad Amoris laetiti a, nella quale la logica del ‘ma anche’ si trova un po’ ovunque. Dando vita spesso ad affermazioni singolari. Prendiamo per esempio il punto 308, dove si dice: ‘I Pastori che propongono ai fedeli l’ideale pieno del Vangelo e la dottrina della Chiesa devono aiutarli anche ad assumere la logica della compassione verso le persone fragili e ad evitare persecuzioni o giudizi troppo duri e impazienti’. Dobbiamo dedurne che il modo più efficace per essere compassionevoli non è esattamente quello di proporre l’ideale pieno del Vangelo? Quanto poi alla vexata quaestio circa la comunione ai divorziati risposati, qual è la conclusione? Dopo aver letto e riletto il testo più e più volte, la risposta è: comunione sì, ma anche no. Oppure: comunione no, ma anche sì. Nel documento, in effetti, entrambe le conclusioni sono legittimate. A ciò conduce la logica del caso per caso, a sua volta figlia dell’etica della situazione. Mi devo considerare un peccatore? Sì, ma anche no. No, ma anche sì. Dipende”. Per l’autorevolezza del giornalista e per l’impatto mediatico che ne scaturisce, molti quotidiani hanno ripreso e commentato l’articolo di Valli. E anche in Vaticano, ovvio, l’hanno esaminato con attenzione. Il vaticanista Roberto Balducci (Tg3), dopo un servizio in cui definiva “quattro gatti” i fedeli che ascoltavano papa Ratzinger (effettivamente, piazza San Pietro era vuota), fu rimosso dall’incarico e il direttore Antonio Di Bella fu costretto a scusarsi. Stavolta, la vicenda è diversa. Valli non è intervenuto dagli schermi della televisione pubblica, ma l’opinione di Valli –la voce e il volto di Viale Mazzini che accompagna Jorge Mario Bergoglio –è da valutare con assoluta considerazione. Anche perché, allargando lo sguardo, il gruppo di vaticanisti critici con papa Francesco è sempre più folto. Il cronista del Tg1, in maniera forse involontaria, ha compilato un manifesto dei non bergogliani: “Essere uomini e donne dell’et et significa non essere ambigui e non lasciare spazio alla confusione. La logica dell’et et sfocia nell ’inclusione, non nella confusione. Gesù, campione dell’et et e non dell’aut aut, ha raccomandato che il nostro parlare sia ‘sì sì, no no’. La confusione e la doppiezza sono specialità del diavolo, che in questo modo persegue il suo obiettivo: separare”.
A. M. Valli e la caricatura di papa Francesco. Gli stereotipi tradizionalistici di bravi giornalisti
di Andrea Grillo in Come se non del 3 giugno 2016 (http://www.cittadellaeditrice.com/munera/come-se-non/)
i 6 pregiudizi di una lettura teologica del pontificato di Francesco del tutto inadeguata, falsa e profondamente fuorviante: