la fede del popolo rom – in Belgio il C.C.I.T. sulla pietà popolare vissuta dai rom
il C.C.I.T. 2018 nella ‘Lourdes dei rom’ a Banneux, in Belgio
la religiosità popolare vissuta dai rom
“la pietà popolare, culto e devozione”
Nel santuario di Banneux, il più grande santuario mariano del Belgio, ha avuto luogo – dal 6 all’8 aprile 2018 con la partecipazione di circa 120 persone animatrici della pastorale tra i rom e i sinti, rappresentative di 18 paesi europei – il 41° C.C.I.T. (Comitato Cattolico Internazionale per l’evangelizzazione del popolo Zingaro) – in coincidenza della giornata mondiale dedicata dall’ ONU al popolo rom.
Il santuario di Banneux è meta annuale di tanti rom, provenienti soprattutto dai paesi dell’est europeo da diversi anni in pellegrinaggio devoto – ogni 15 di agosto – a ‘Nostra Signora di Banneux la Vergine dei poveri’, la ‘Madonna dei rom’, nella ‘Lourdes del Belgio’.
‘La pietà popolare, culto e devozione’ dei rom e dei sinti è stata la tematica che ci ha visto dialogare e riflettere in accoglienza rispettosa e grata dei segni di autentica fede che, a saper leggere nella sua vita quotidiana, ci vengono spesso da questo popolo. Segni e messaggi che – come la nostra religiosità considerata dai noi più strutturata, ‘seria’, istituzionalizzata e significativamente ritualizzata ma pur sempre, a ben riflettere, mescolata a tanti aspetti di ‘magia’ e superstizione – ci vengono da loro e utili a rendere più autentica anche la nostra fede.
Il pomeriggio del 6 aprile il C.C.I.T. si è aperto, come da programma, con un reciproco saluto e accoglienza amichevoli di tanti amici venuti da lontano e con la cena conviviale.
La consueta ‘preghiera introduttiva’ ai lavori di riflessione e dialogo è stata animata dal gruppo pastorale del Belgio, con una caratteristica e suggestiva processione aux flambaux alla statua della Madonna dello stesso santuario, per concludere la serata con il consueto ‘bicchiere dell’amicizia’ che – come da suggerimento paolino – ‘laetificet cor hominis’.
La giornata del sabato 7 aprile si è aperta con i saluti formali in assemblea generale del gruppo animatore ospitante del Belgio cui ha fatto seguito il Messaggio del Consiglio Pontificio Vaticano presieduto dal cardinal Turkson (che sarà presente la domenica 8 aprile si lavori conclusivi del C.C.I.T.), ma letto da suor Alessandra dell’ufficio di tale Consiglio, e l’Introduzione dei lavori da parte del Presidente pro tempore del C.C.I.T., il sacerdote rom Claude Dumas.
Nella seconda parte della stessa mattina di sabato ha avuto luogo la presentazione da parte di p. Agostino Rota Martir di una serie di immagini col programma power point illustrative delle modalità semplici, essenziali, quotidiane che il popolo rom usa, con gesti, parole, formule, per esprimere e vivere la propria fede viva e sentita, ancorché lontana dai ‘circuiti tradizionali religiosi’. Chi si accosta a questo popolo con occhi e orecchi ‘spirituali’ sa cogliere spazi inediti di culto e di fede ordinaria che fanno toccare con mano “quello che lo Spirito ha seminato nella loro vita”.
Quasi superfluo osservare quanto questa presentazione sia stata fortemente stimolante ed apprezzata. Stimoli e apprezzamento che hanno occupato i cosiddetti ‘carrefour’, i gruppi di studio diversificati per gruppi linguistici (data la da sempre presente la non indifferente difficoltà di intesa linguistica di ben 18 e più provenienze diverse).
Il pomeriggio del sabato ha tenuto occupato il C.C.I.T. con la conferenza del teologo Hans Geybels, insegnante alla facoltà di scienze religiose presso l’Università Cattolica di Lovanio, su “la fede ordinaria: sorprendentemente attuale!”.
Di grande importanza è apparsa a tutti la distinzione focalizzata dal relatore tra ‘fede’ e ‘superstizione’, superstizione che in ogni modalità di espressione religiosa (quella dei rom come anche quella nostra ancorché più formalizzata e istituzionalizzata) è inevitabilmente presente’:
“La differenza tra fede e superstizione è la seguente. Nella superstizione le persone pregano con precisi testi e seguono determinati rituali con l’intenzione di portare Dio dalla propria parte, di manipolarlo. Nella fede le persone pregano e praticano certi rituali restando ben consapevoli che questi non possono strumentalizzare Dio. Esse pregano per avere energia e forza, per ottenere qualcosa, ma tengono sempre in primo piano il ‘sia fatta la tua volontà … ‘. In una pratica superstiziosa si è sempre convinti che se si rispetta perfettamente il rituale, si otterrà realmente ciò che si desidera”.
I Carrefour a seguito della relazione hanno cercato di approfondire e incarnare, anche autocriticamente, questo criterio fondamentale di carattere generale.
La celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Hoogmrtens e la serata festiva sono stati il più bel coronamento di questa densa giornata.
La domenica 8 aprile ha visto la dettagliata e puntuale descrizione della ‘situazione’ dei sinti e rom in Belgio e della attività pastorale e catechetica della chiesa locale da parte del relatore Pierre Deleu:
Leòn Tambour insieme alla moglie Elisa (ambedue da sempre attivi promotori e collaboratori del C.C.I.T. fin dalla nascita (quello di questo anno è il 41° C.C.I.T.) ci hanno presentato nelle sue linee essenziali la storia e la spiritualità del C.C.I.T. con le sue “difficoltà, problemi, dubbi e rotture” che nel suo nascere e cfrescere ha visto e vissuto, per diventare, nella sua maturità, uno spazio di AMICIZIA, di GRATUITA’, di LIBERTA’, la cui missione è ancora fortemente attuale perché trova ala sua radice nel vangelo:
“essere piccolissimo seme piantato con una gioia fraterna e una fiducia incondizionata, un seme che sarà tanto più fecondo quanto più è piccolo, fragile e discreto”
perché
“quello che è importante per il C.C.I.T. non è il C.C.I.T. in se stesso: sono gli zingari, la loro realizzazione nel nostro mondo”.
Le conclusioni del Presidente del C.C.I.T. Claude Dumas, l’eucarestia presieduta dal card. Turkson e la visita turistica di Liege hanno concluso il 41° C.C.I.T. dandoci tutti appuntamento al C.C.I.T. 2019 in Croazia (a meno di sorprese per un C.C,I,T. straordinario: ma come tutte le sorprese anche questa deve rimanere tale … se no che sorpresa sarebbe?!