Che fare di fronte alla cronica mancanza di pace nel mondo, di fronte alla permanente idolatria della tecnica militare e della corsa agli armamenti, di fronte al sovvertimento dei valori che spaccia per dovere eroico e patriottico quella che è soltanto mera barbarie? l’inaudito pensiero di Gesù nelle beatitudini del discorso della montagna consiste proprio nel cominciare dall’altro capo del filo. Non una preparazione militare sempre maggiore, ma il suo contrario, la totale inermità, dovrebbe rappresentare il fondamento del pensiero e dell’azione; invece di incutere per paura un’altra paura ancora maggiore, Gesù dichiarò beate le persone che cercano di sfuggire al circolo vizioso della violenza accettando la propria inermità, e rinunciano così ad ogni tipo di arma e che, invece di armarsi, intraprendono l’audace tentativo di vincere la loro paura e la loro angoscia partendo da Dio. Soltanto con una totale rinuncia alle armi e alla violenza, questa almeno era la speranza di Gesù, si arriverebbe finalmente a combattere ciò che rappresenta la radice di ogni male, cioè l’angoscia umana, invece di continuare, come è stato fatto finora, a peggiorare la nostra malattia lottando contro i sintomi dell’angoscia. L’umanità può armarsi fin che vuole, ma non si avvicinerà alla pace, anzi se ne allontanerà sempre più. Guardando in prospettiva allo sviluppo degli ultimi duemila anni questa visione delle cose non può che trovare conferma. Ma chi sarebbe già pronto a seguire questo criterio?
E.Drewermann