radici bibliche del razzismo? l’analisi del biblista Maggi

nella bibbia le radici profonde del razzismo?

la riflessione di Alberto Maggi

“Si trovano nella Bibbia le radici profonde del razzismo, pianta venefica che intossica gli uomini generando persone che, chiuse nel proprio angusto confine mentale, si sentono minacciate da tutto ciò che è più ampio, diverso

 Costoro ritengono di essere superiori nei confronti di chi non appartiene al loro mondo, alla loro cultura, mentre in realtà sono razzisti proprio perché intimamente si sentono inferiori e per questo odiano l’altro, come espresso brillantemente in un aforisma da André Gide: “Meno è intelligente il bianco, più gli sembra che sia stupido il negro”

Le origini del razzismo si trovano nelle primissime pagine della Sacra Scrittura, nel Libro della Genesi, dove si narra di Noè e dei suoi tre figli Sem, Cam, e Iafet, e della loro discendenza che si sparpagliò per la terra, dividendosi in aree geografiche ben distinte. Di questi tre figli, due, Sem e Iafet furono benedetti dal padre, mentre il terzo, Cam, fu maledetto. L’autore sacro racconta che Noè, piantata una vigna, bevve il vino, si ubriacò e si spogliò, restando completamente nudo nella sua tenda. Cam, vista la nudità del genitore andò a raccontarlo ai suoi fratelli, che si premurarono di ricoprire il loro padre. Quando Noè smaltì la sbornia, saputo quanto Cam aveva fatto, irritato, ne maledì il figlio, Canaan, rendendolo per sempre schiavo dei suoi fratelli: “Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli” (Gen 9,18-27).

È evidente che l’autore non intendeva redarre una cronaca degli avvenimenti, né riportare un fatto storico, ma presentare in luce negativa i legittimi abitanti della terra di Canaan, che gli israeliti avevano occupato, sentendosi in questo legittimati dal volere divino. Eppure da questa fragile narrazione nacque la giustificazione della schiavitù e della segregazione razziale, dell’apartheid, tenacemente difesa proprio da confessioni cristiane di matrice evangelica riformata, per le quali tutto quel che è scritto nella Bibbia è indiscutibilmente Parola di Dio, e come tale eterna e immutabile. Ma senza una scala di gerarchia del valore dei testi sacri, e senza la distinzione tra quel che è l’intento teologico dell’autore, i generi letterari e l’ambiente culturale nel quale si è espresso, si rischia di attribuire a Dio ogni efferatezza compiuta dagli uomini. Sicché per secoli si è creduto che la Sacra Scrittura giustificasse la superiorità di alcune popolazioni sulle altre, per questo ritenute inferiori, e ciò fu sostenuto fino la fine degli anni ’80 in Sud Africa, per giustificare l’apartheid, che venne finalmente smantellata non tanto grazie ai politici ma ai teologi che hanno alla fine compreso la mancanza di un qualsiasi appiglio nei sacri testi. La Chiesa riformata olandese, la principale confessione sudafricana, arrivò a comprendere che la Bibbia non è un manuale politico, e pertanto non se ne possono dedurre modelli politici. E la segregazione razziale, fondata sui testi sacri, da credo indiscutibile si rivelò essere un’eresia teologica. Ma ormai il danno era stato fatto.

Ci si può chiedere come sia stato possibile tutto questo, come si sia potuto usare la Parola di Dio per causare sofferenza anziché alleviarla, uccidere anziché comunicare vita. La storia delle chiese è costellata da crimini perpetrati in nome di Dio, della sua volontà espressa nella Bibbia, basta solo pensare alle migliaia di  donne torturate e bruciate perché considerate streghe, poiché era scritto: “Non lascerai vivere colei che pratica la magia” (Es 22,17). Se si inorridisce nel veder come in passato si siano fatte soffrire tante persone in nome della presunta volontà di Dio, c’è da chiedersi se forse anche oggi, nella Chiesa, non s’impongano pesi impossibili da portare “perché c’è scritto nella Bibbia”.

La Sacra scrittura non va solo letta, ma interpretata, altrimenti la Parola, anziché trasmettere vita, rischia di comunicare solo morte “perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita” (2 Cor 3,6). Per questo Gesù ai suoi discepoli non si è limitato a leggere i testi sacri, così come erano, ma li interpretava (“E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò [lett. interpretò] loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui”, Lc 24,27). Gesù insegna che la Scrittura va interpretata con il medesimo Spirito che l’ha ispirata: l’amore incondizionato del Creatore per le sue creature (Lc 6,35). Quando ciò non avviene il testo resta come nascosto (“quel medesimo velo rimane, non rimosso, quando si legge l’Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato”, 2 Cor 3,14). Il Cristo è pertanto la chiave di spiegazione della Scrittura, e il criterio interpretativo offerto da Gesù è che tutto quel che concorre al bene, alla libertà, alla felicità dell’uomo viene da Dio, quel che limita o si oppone al bene dell’uomo in nessuna maniera ha origine divina. Per questo, con Gesù non trova alcuna giustificazione il razzismo, la segregazione, l’esclusione, le chiusure. Anche al suo tempo c’era lo slogan “prima noi!”, sbandierato da quelli che presumevano essere un popolo preferito, ma Gesù risponde con un “tutti insieme” (Mt 15,27). L’amore del Padre non si riversa sugli aventi diritto, i privilegiati, ma su chi ha bisogno, pagani compresi. E Gesù ha rischiato il linciaggio per testimoniare questo amore quando, nella sinagoga di Nazaret, ha ricordato come in occasione di una grande carestia l’azione del Signore non si rivolse al popolo eletto, ma sui pagani, perché lui guarda chi ha più bisogno e non chi vanta più diritti (Lc 4,25-27). Gesù ha dato la sua vita per gli “uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione” (Ap 5,9; 7,9). Il vangelo è un messaggio universale per tutta l’umanità. Quel che divide, separa, emargina non viene mai da Dio, perché come scrive Paolo, “Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti” (Col 3,10; Gal 3,28).
Questo amore universale fece fatica a essere compreso dai seguaci di Gesù; pensavano anch’essi di essere una casta eletta (“si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo”, At 11,47), e a malincuore dovettero costatare che “anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!” (At 11,18). Anche l’ostinato Pietro, che resisteva tenacemente all’invito del Signore di accogliere i pagani, arroccandosi sulla separazione razziale (“Voi sapete che a un giudeo non è lecito aver contatti e recarsi da stranieri”), accolse finalmente Cornelio, centurione romano, con queste liberanti parole: “ma Dio mi ha mostrato che non si deve chiamare profano o impuro nessun uomo” (At 10,28). Pietro pensava di dover convertire i pagani, ma è stato un pagano che ha convertito lui, facendogli comprendere la buona notizia del suo Signore.

Pertanto, l’unica razza presente nei vangeli è quella delle vipere, serpenti velenosi, immagine delle pie persone, degli “scribi e farisei ipocriti” tanto devoti con Dio quanto disinteressati al bene degli uomini, ai quali va il severo rimprovero del Signore: “Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della geènna?” (Mt 23,33).

L’AUTORE – Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche Marianum e Gregoriana di Roma e all’École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. Fondatore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» a Montefano (Macerata), cura la divulgazione delle sacre scritture interpretandole sempre al servizio della giustizia, mai del potere.
Maggi ha pubblicato diversi libri, tra cui: Chi non muore si rivede – Il mio viaggio di fede e allegria tra il dolore e la vitaRoba da preti; Nostra Signora degli eretici; Come leggere il Vangelo (e non perdere la fede)Parabole come pietreLa follia di Dio e Versetti pericolosi, L’ultima beatitudine – La morte come pienezza di vita, Di questi tempi Due in condotta.

Qui tutti gli articoli scritti da Alberto Maggi per ilLibraio.it.

è il Corano o la Bibbia ? indovina!

questo è quello che succede se leggi alle persone il Corano e poi gli dici che in realtà è la Bibbia

corano
da L’Huffington Post

(vedi sotto link video)

quello che emerge sono i pregiudizi e l’ignoranza. Fa discutere ma soprattutto riflettere l’esperimento realizzato dal canale youtube olandese “Dit Is Normaal”. In questi giorni di rabbia dopo gli attentati di Parigi e di San Bernardino hanno deciso di fare un esperimento dal titolo “The Holy Quran Experiment”. Funziona così: si prende una Bibbia, si applica la copertina del Corano e poi si va in giro a fare domande alla gente. Gli intervistatori leggono alcuni passaggi del libro (che ricordiamo è la Bibbia ma con la copertina del Corano) e la reazione della gente è stizzita, di scandalo e disapprovazione. Chiaramente, quelli scelti, sono alcuni fra i versi più “duri” del testo sacro.

http://www.huffingtonpost.it/2015/12/06/bibbia-corano-esperimento_n_8731290.html?utm_hp_ref=tw

 

 

la bibbia e l’omosessualità

una certa e tradizionale interpretazione della Bibbia  costringe molti omosessuali cattolici e di altre fedi a nascondere il proprio orientamento sessuale o identità di genere pur di rimanere inseriti nella comunità di fede alla quale appartengono

in questo processo soffrono molto e, disgraziatamente, alla lunga finiscono per allontanarsi dalla religione alla luce della quale sono stati allevati: tenta un’analisi più approfondita l’articolo qui sotto riportato:

 

L’omosessualità nella Bibbia

Le nuove interpretazioni

 di Daniel Shoer Roth

tratto da About.com – Comunidad Gay (Stati Uniti)

 
Gli atteggiamenti negativi delle istituzioni religiose tradizionali verso le persone omosessuali, centrati sull’affermazione che l’atto sessuale tra persone dello stesso sesso è peccato, si basa su interpretazioni delle Sacre Scritture che sembrano condannare l’omosessualità. In questo senso l’interpretazione della Bibbia costituisce una delle fonti storiche dell’omofobia che costringe molti omosessuali cattolici e di altre fedi a nascondere il proprio orientamento sessuale o identità di genere pur di rimanere inseriti nella comunità di fede alla quale appartengono.

In questo processo soffrono molto e, disgraziatamente, alla lunga finiscono per allontanarsi dalla religione alla luce della quale sono stati allevati. Gli insegnamenti religiosi che promuovono l’odio verso l’omosessualità coinvolgono anche i familiari delle persone LGBT, che a volte si vedono obbligati a scegliere tra i propri amati congiunti e le comunità religiose a cui appartengono, a causa della pressione di queste ultime.
Per i credenti omosessuali la Bibbia assume un significato speciale, dato che è di ispirazione divina. Per questo fanno fatica a conciliare i testi biblici che li svalutano come esseri umani e la propria identità. Tuttavia comprendiamo che gli autori di queste scritture hanno espresso concetti adeguati alle conoscenze dell’epoca e che oggi, vari millenni più tardi, non possono essere interpretati alla lettera.
L’epoca moderna
L’insegnamento cattolico proibisce l’atto omogenitale (sesso tra persone dello stesso sesso), così come gli anticoncezionali, la masturbazione, il sesso prima del matrimonio e fuori dal matrimonio, poiché considera che lo scopo dell’attività sessuale sia la procreazione. Ma oggi si potrebbe considerare che la maggior parte delle persone qualche volta si è masturbata, le coppie eterosessuali qualche volta hanno usato metodi anticoncezionali per prevenire la gravidanza e non tutto il mondo è arrivato vergine al matrimonio. Tuttavia in questo processo di condanna e isolamento di un gruppo perché ha violato queste norme, le persone omosessuali sono le più bersagliate e accusate dalla Chiesa di essere dei “peccatori”. Il mondo si evolve. Ad esempio, nell’epoca biblica, le spose e le figlie erano proprietà dell’uomo. Fino a cento anni fa le donne subivano ancora svantaggi legali. Ma in questa era contemporanea, per lo meno in Paesi progrediti, il ruolo della donna cristiana è cambiato è c’è uguaglianza di genere. Tutti noi esseri umani siamo figli di Dio, compresi gli omosessuali, e siamo stati creati a Sua immagine e somiglianza, non importa quale sia il nostro orientamento sessuale o la nostra identità di genere. Perciò l’omosessuale può avere una relazione con una persona dello stesso sesso ed essere un cristiano fedele.
Una nuova lettura
E’ fondamentale prestare attenzione ai diversi punti di vista e interpretazioni di un testo biblico, per via della sua antichità. La condanna dell’omosessualità si basa su qualche episodio il cui contesto non è molto chiaro. Come possiamo allora interpretare la lettura di questi passaggi che sono stati travisati per condannare l’identità sessuale? Non è facile sintetizzare tutta la mole di studi riguardanti l’omosessualità nella Bibbia. Ma queste sono le interpretazioni proposte da alcuni esperti, conclude Dignity USA, organizzazione che si adopera per ottenere cambiamenti in quello che è l’insegnamento della Chiesa a proposito dell’omosessualità. Con la sua autorizzazione ho riassunto e adattato alcuni passaggi.
Riferimenti all’omosessualità nella Bibbia
La storia di Sodoma e Gomorra nel libro della Genesi cap. 19 tratta dell’offesa al sacro dovere dell’ospitalità. Questa è l’interpretazione che Ezechiele 16:48-49 e altri profeti danno di questo testo. Il tentativo di violenza all’uomo in questo contesto è soltanto un’accentuazione dell’atrocità di non essere ospitali.
Levitico 18:22 proibisce il sesso tra due maschi e lo definisce “un abominio”. Ma la parola abominio in questo contesto significa soltanto un’impurità o un tabù religioso, come mangiare carne di maiale. Proprio come avveniva presso i cattolici che proibivano di mangiar carne il venerdì, pena il commettere peccato mortale; l’offesa non sta nell’azione in sè, ma nel tradimento della propria religione. Gli ebrei dell’epoca biblica erano soliti evitare pratiche considerate impure per motivi che alla nostra epoca appaiono ingiustificati.
Romani 1:27 parla di “uomini che hanno rapporti con uomini”. Ma i termini usati in questo racconto per descriverli sono “disonorati” e “svergognati”. Questi aggettivi si riferiscono direttamente al biasimo sociale e non ad una condanna morale. Paolo vede il sesso tra uomini come un’impurità (Romani 1:24) allo stesso modo della mancanza della circoncisione o del mangiare cibi proibiti.
Genesi 1-3 considera Adamo ed Eva creati per la reciproca compagnia e la procreazione. Questi racconti usano le relazioni umane più comuni per dare un insegnamento religioso. Il punto è l’amore e la sapienza di Dio, che ha creato tutto per il bene e non desidera per noi alcun male. Non c’è alcuna evidenza che suggerisca che gli autori biblici abbiano cercato di darci una lezione sull’orientamento sessuale.
Testo originale: Homosexualidad en la Biblia. Nueva perspectiva sobre pasajes bíblicos empleados contra los gays

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